perché esso viene vissuto in modo nuovo, meno autoritario (io ti do la musica, tu la ascolti) e, tutto sommato, meno passivo e meno individualista. Ecco che allora il nuovo interesse per il jazz è un recupero di questo dato « artistico » non come vogliono alcuni, meccanicamente, perché se ne riconoscono la nascita eversiva, cioè perché è musica degli oppressi, ma perché esso richiede una partecipazione più intelligente e, dunque, come tutto ciò che impegna l'intelligenza (e non le viscere) sviluppa comprensione del mondo e dunque comunicazione reale. Buttare a mare il pop, allora? No di certo. Ma proprio il jazz pulito dalle sue incrostazioni accademiche (ah! Alcune Immagini dell'ultimo festival Jan In Umbria. com'era bello quando si vedevano nei locali fumosi poche facce conosciute!) può essere, e sembra essere, il motore di un nuovo modo di ascoltare e vivere anche il pop. E' a nostro avviso la prova concreta che questa musica non è un ghetto, non è una moda, non è una asettica e neutrale forma artistica, ma anzi è capace continuamente di ritrovare e riproporre, a un livello più alto, le ragioni della sua nascita e del suo successo: il suo essere un modo anche di lottare, almeno nel senso (parziale, ma non riduttivo) per cui è lotta riconoscersi in un progetto comune, uscire dall'isolamento e dall'ottica deforme delle buone vibrazioni personali. G. P. Dischi-jazz Pochi mabuoni Ultimamente il jazz sta risvegliando un enorme interesse nei giovani. Ma al di là dei concerti che di tanto in tanto ci è dato di vedere, il problema grosso rimane quello dei dischi sia per coloro che vogliono essere aggiornati sia soprattutto per coloro che sentono l'esigenza di una visione completa, in senso storico e retrospettivo, di tutto l'arco evolutivo del jazz. In questo senso la disinformazione è pressoché totale, conseguenza dell'informalità e del carattere specialistico del circuito discografico jazzistico in Italia. E' per questo che abbiamo voluto, con tutte le riserve immaginabili, iniziare la stesura di una discografia veramente essenziale e scarna, che con tutti i suoi limiti possa essere uno strumento 16 utile per chi parte da zero, alla scoperta dei momenti significativi della storia del jazz. Ovviamente, nei limiti del possibile, sono stati scelti dischi di facile reperibilità sul mercato italiano. Il Blues - Settore troppo vasto e complesso per essere esaurito in dettaglio. Esistono comunque delle ottime antologie che possono essere un buon approccio. Una delle migliori e più facilmente reperibili è quella pubblicata in tre volumi dalla 'Albatros': Voi. l 'Il blues rurale' - Albatros VPA 8187. Voi. 2 'Il blues jazzistico' - Albatros VPA 8188. Voi. 3 'Il blues urbano' - Albatros VPA 8189. Jelly Roll Morton - Insufficientemente presente sul mercato. Di reperibile ci sono i dischi della serie economica 'Joker' oppure: 'Jelly Roll Morton' - Jazztone J-1211. Louis Armstrong - Per il periodo classico ci sono i tre volumi distribuiti dalla Emi: (1926/7) - Louis Armstrong classics Voi. I - Odeon 3C - 052 - 04408 M. (1926/7) - Louis Armstrong clu-
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