Muzak - anno III - n.06 - ottobre 1975

genere nella musica della mia gente. Basta leggere i vecchi Spirituals che la gen• te cantava quando era schiava e che veramente hanno espresso i contenuti della lotta politica. Pensa a persone come Nat Turner, che era un predicatore e usava costantemente la musica, accoppiata ad una grande sen· sibilità poetica, per far prendere coscienza alla gente, facendole rifiutare le condizioni in cui viveva. D • I tuoi ultimi concerti sono differenti da quelli di qualche tempo fa. Ora inizi con un pezzo aggressivo, free, per poi ripercorrere le tappe fondamentali della storia del jazz, con citazioni e allusioni di vario genere. C'è una motivazione a questa struttura del tuo concerto? R • Certamente. Credo che la storia, e quindi la tradizione, sia sempre importan• te. Marx ed Engels ad esempio. Engels, ha fatto un gran numero di studi su quello Archle Shepp che lui chiamava « comunismo primitivo », e cioè una analisi delle prime società che praticavano il socialismo. E Marx in questa stes· sa direzione, razionalizzò le prime forme di società. Il punto è definire le connessioni tra quello che esiste ora e quello che esisteva prima, perché il materialismo dialettico significa sem· plicemente che le due cose non lottano tra di loro, ma fanno parte di un processo dinamico. Ad esempio nella poesia esiste il sonetto che è una for. ma poetica abbastanza rigida, ma molta poesia meravigliosa è stata fatta in que• sto modo, e non per questo Shakespeare o i poeti italiani che l'hanno usata sono meno validi di Eliot o di Withman che invece hanno seritto in verso libero. E anche Picasso; prima ha fatto « Guernica » che era il suo lavoro più rivoluzionario, ma spesso s1 tuffava nel passato, nell'arte classica, al fine di affina· re i suoi strumenti, per migliorare la sua produzione artistica. Secondo me questo è l'uso più funzionale e rivoluzionario che si può fare della tradizione. Ho Chi Min era un poeta, Mao è un poeta, e hanno molta familiarità con gli afori• smi confuciani Conoscevano molto bene la loro cultura classica ma non la rigettavano, e per questo riuscivano a conquistare il rispetto della vecchia gente e ad impressionare l'imma• ginazione dei più giovani. 13 D .. Qual'è la posizione di un musicista "impegnato" oggi in America? R .. Come musicisti siamo impegnati più per le implicazioni che per la formazione attiva di associazioni po• litiche che combattano siste• maticamente la nostra op• pressione. E' molto difficile che un pianista o un sassofonista vada dal suo boss a dirgli che è pagato male e che non è d'accordo perché si rende conto di lavorare in condizioni di oppressione e di sfruttamento senza che quello reagisca violentemente. E quindi è molto difficile per noi lottare per otte• nere migliori condizioni di lavoro, specialmente per quanto riguarda la gente di colore, dato che essenzialmente non abbiamo potere economico per combattere il capitalismo. D. • E' possibile m America che tu abbia lo stesso successo che hai avuto qui in Italia? R. • No, è impossibile, l'A· merica è troppo razzista! D • Ma il successo che riscuoti in Europa può esserti utile per l'America? R • Credo che sia utile in tutti i sensi. Anche al fe. stivai di Montreux abbiamo avuto un grandissimo consenso, ma qui è stato anco· ra maggiore, anche per come è stato organizzato il festival, trattandosi di una manife- ➔

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==