Muzak - anno III - n.06 - ottobre 1975

Licola-cronaca Sottola polvere, l'erba Giovedì 18 settembre ore dieci: sulla spiaggia-pineta di Licola (Napoli) « Mille pini » incomincia la prima festa pop organizzata dal movimento degli studenti. La apre Janis Joplin, trasmessa a tutto volume dalla radio del campo, con le note struggenti di Mercedes Benz. I mille comandati dei servizi d'ordine già da una settimana spianano la terra con le ruspe, ammassano casse di aranciata e trasportano tubi per il palco, alzano gli occhi verso gli altoparlanti: per quattro giorni lavoreranno al suono della musica. La radio fino alle sei di pomeriggio, con interviste registrate, interventi dal vivo, canzoni selezionate dagli esperti di Muzak e bollettini di notize. « Radio Licola onde ross », dice la frase sigla e i quattromila già accampati nelle tende sparse in mezzo agli alberi colgono nell'apparente nonsense la suggestione americana: Kerouac, On the road, testo sacro alla generazione del sacco a pelo e della rivolta al conformismo delle istituzioni. Ore 20: ·con due ore di ritardo incomincia la musica dal palco centrale, diecimila persone affondate nella sabbia tollerano il Guido Dazzon trio in una esibizione fredda e senza originalità, applaudono Paolo Pietrangeli dimostrando tradizionalismo spettacolare ed entusiasmo politico in parti uguali, scattano in piedi in una prima ondata di euforia al rock meridionale di Napoli centrale. Ed è bello, perché riaffermano le loto origini senza tutta quella cattiva california d'importazione, senza falsi americani. Più tardi avviene lo stesso e senza neppure mediazione del Rock con la applauditissima Concetta Barra, che urla e lamenta musica popolare campana. Venerdì, ore undici. Ma la musica non è tutto, al mattino, ad esempio, si piglia IO il sole, sulla spiaggia vicino, nudi, sia i ragazzi, moltissimi, che le ragazze, poche, ma decise a sfatare il mito di Concettina - che - sta - velata - anche - dietro - la - finestra. L'atmosfera è rilassata e gli sguardi sorridenti. Verso mezzogiorno due poliziotti offrono un fuori programma tentando di far rivestire due ragazze che prendono il sole in mutandine. E' quasi una provocazione: immediatamente si alzano cinquecento persone, quelle non ancora nude si spogliano e insieme, con gli slip attorno al collo come una collana, tenendosi per mano, improvvisano un corteo che al grido di « Nudi sl, ma contro la diccl » libera le due contestate. Ai poliziotti la gratitudine degli organizza tori; per tre giorni tutto il campo discute del diritto alla nudità, del sesso mercificato che obbliga ai vesti ti per poterli togliere, del diritto a non avere vergogna. Ore 21-22: suona Il canzoniere del Lazio e in trentamila si scatenano in una sfrenata tarantella, agitando lunghe canne raccolte lì vici- . no, verso il cielo bianco di polvere. Il pubblico di Licola non accetta il ruolo passivo dello spettatore: la musica viene usata per ballare, per stare insieme, per fumare, per fare l'amore, per suonare, per cantare. La musica non è un oggetto di consumo. Ore dieci: nella radura, uno spiazzo di terra polverosa nella pineta, che porta il nome di « spazio dibattiti », continua la discussione sulla musica, riconvocata dal giorno prima. La riconvocano di nuovo dopo tre ore vivac1ss1me. Nei quattro giorni il dibattito musica totalizza dieci ore di interventi. Ore 15: dibattito sulla sessualità. La radura trabocca. Omosessuali, femministe ragazzi, ragazze nessuna curiosità morbosa, nessuna pruderie. Si parla di tutto. Il personale è politico. Ore 17: deve rimandare il dibattito sulla droga perché non incroci con la sessualità. Continua l'attività al palco due, il palco dei debuttanti, dell'improvvisazione, del cinema e del teatro. Ore 20, palco due: La grande opera, un gruppo di compagni burattinai, rappresenta in un megateatrino dai fondali blu, La fattoria degli animali di George Orwell. E' una famosa satira contro lo stalinismo che degenera le rivoluzioni; gli animali sono pupazzi bellissimi dalla intonazione dialettale: unico difetto, apprezzato dal pubblico ma non dalla critica, la sostituzione del tragico finale orwelliano con una trionfante e pulcinellesca bastonatura del padrone. Quasi in contemporanea ( ma i licoliani sembrano avere il dono dell'ubiquità) gran serata al palco centrale con Francesco de' Gregori, accolto con la cordialità che

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==