Muzak - anno III - n.05 - settembre 1975

"LAMUSICAE' NOSTRA MA..... " Mauro Pagani della P.F.M. e la Cooperativa l'Orchestra aprono gll Interventisul problema dell'utlllzzo e dell'ncolto della musica. Il musicista rock • una persona che carca di comunicare le sue coH •Il• gente: e per «sue cose • si intendono esperienze personali, scelte di vita e politiche, ricerche musicali, improvvisazioni momentanee. Da questo punto di vista quindi la musica 6 sua, e nel momento stesso in cui si pone su un palco o in un disco diventa • nostra •. Il momento comunicativo 6 la chiave essenziale di lettura di tutto questo, in quanto è la ragione di esistere della struttura e della musica rock. Proprio in quanto comunicativo si Inserisce In una struttura preesistente o costruita appositamente, gestita dal sistema: da qui In poi la musica rock nasce per essere per forza contaminata, usata e maneggiata: questa è una necessità chiamiamola «storica• ~Ila quale non si riesce a prescindere. Quindi eliminarla completamente o quasi è praticamente Impensabile: i concerti hanno bisogno di teatri, Impianti voce, spese di spostamento e organizzazione, pubblicità: I dischi, di sale di registrazione, organizzazione discog raflca, distribuzione, apparecchi per ascoltarli. Quello che possiamo fare è analizzare ognuno di questi punti, cercare di autogestirli, limitarne i costi e Il potere. Cercare di eliminare tqtalmente tutto questo è cercercare semplicemente di eliminare nella sua esistenza Il più grosso, funzionante e rapido canale di comunicazione giovanile che sia mal esistito. lo penso che il problema sia da affrontare cosi: primo, evitare di essere truffati da musicisti che non comunicano nulla se non la loro voglia di essere in ogni modo ascoltali e idolatrati, accelerando una selezione che impedirà ai discografici di produrre commercialmente cose create proprio solo per fini commerciali: 6 vero solo fino a un certo punto pefò che i discografici promuovono solo robaccia: nell'ottanta per cento dei casi la responsabilità è anche dei musicisti, che vogliono produrre solo robaccia. Poi bisogna capire che i gruppi, soprattutto quelli piccoli non sopravvivono materialmente. La attrezzatura di un gruppo ormai costa dai 20 ai 40 milioni: se vogliamo sgravarli di una parte di queste spese, smettiamo di torcere Il naso se l'organo non si sente bene o l'impianto distorce. Poi mettiamoci in testa che questa gente deve mangiare e vivere e che fare il musicista non deve per forza dire fare il martire (premetto a tutto questo il fatto che non sto parlando della P.F.M.: noi siamo stati molto fortunati, il nostro problema è un po' diverso anche se non di molto, ma siamo tra i pochi e non facciamo esempio o caso tipico). I dischi costano cari perché le case discografiche sono mal gestite e amministrate, e hanno rami passivi di produzioni clientelari e morte: tuttavia le spese sono enormi anche per loro. La sala di registrazione costa 30 o 40 mila lire all'ora; e per fare un album ci vogliono in media 4 o 5 settimane. L'artista è sempre pagato poco: 5¾ sui prezzo all'ingrosso (3000 lire), non per ogni musicista ma collettivamente (per i gruppi, s'intende). Si potrebbero avere dischi o cassette a molto minor costo se ci fossero case discografiche non gestite come la Pirelli con portinai, uscieri, 80 produttori e moquette di rappresentanza da cambiare ogni anno: ci vuole però qualcuno che ne metta in piedi di alternative, però FUNZIONANTI, che facciano prodotti buoni e li distribuiscano in tutta Italia. Per quanto riguarda gli impianti per ascoltare dischi, sono carissimi e spesso sono delle truffe: costano per estetica, e il valore qualitativo viene fatto pagare quattro volte. Affrontiamo quindi il problema comprando solo impianti apparentemente • poveri • ma che funzionano e a basso prezzo. Facciamo fallire venditori di fumo non comprando, e facciamo in modo che gli altri lavorino ad un livello più popolare: semplicemente condizionando il mercato con i nostri acquisti. Mauro Pagani (Premiata Forneria Marconi) Qual • Il fattore che determina, discrimina le scelte cullurall di un artista o di un gruppo musicale? Certamente molti imbevuti dell'idealismo crociano delle nostre scuole, risponderebbero • l'ispirazione• o qualcosa di simile, e anche fra quelli che si collocano sul fronte ideologico opposto non mancherebbero le risposte fermamente, e spesso ottusamente, improntate a una specie di idealismo • di sinistra•. Certo noi non siamo gli ultimi e la nostra attività come singoli gruppi o cooperativa ne è una testimonianza non facilmente liquidabile, a sostenere l'importanza dello schieramento politico e iedologico di un artista, della adesione alla realtà (nelle sue mille forme) da parte sua: tuttavia ci permettiamo di introdurre un piccolo argomento che forse non farebbe dispiacere risentire a un certo Marx, materialista dialettico, e a quel bello spirito di Bertold Brecht. Purtroppo, infatti, non è sempre consentito a un musicista di muoversi in quel mondo etereo e dorato che si chiama .. sovrastruttura •, anzi ci risulta che molto spesso abbia a che fare con volgari problemi tecnici, materiali economici, «strutturali•. Pensate alla difficoltà di far comprendere a tanti compagni che per fare ascoltare anche la stessa musica popolare di lotta, o il jazz di avanguardia, o la nuova canzone politica, occorrono dei microfoni, degli amplificatori, degli altoparlanti, e che questi strumenti gli • artisti • se li devono comperare. Forse che i vietnamiti hanno sconfitto gli USA con fionde e cerbottane? Si, anche quelle, ma integrando una cultura millenaria con la genialità e l'invenliva del rivoluzionario e con strumenti tecnici d'avanguardia. E allora perché chi combatte il disimpegno la volgarità, la banalità, il vuoto culturale della musica borghese non dovrebbe farlo ad armi pari? Quindi organizziamoci, facciamo il possibile perché i concerti costino poco, ma aiutiamo i musicisti progressisti a vivere e potersi esprimere, usando anche quegli strumenti ad alta fedeltà che consentono di COMUNICARE i contenuti (testo e musica) che sono ii nucleo della battaglia, e non impiegando quindi quei mezzi che basterebbero ad esempio per un comizio. Organizziamoci magari a scapito di quei tre o quattro divetti che per presentarsi con la chitarra a cantare i propri problemi portano via ai compagni, quello che spesso basterebbe per far suonare gli Inti lllimani, Area e Stormy Six tutti assieme. Coopera'Mrchestra PIONEER· La Plonffr mette quHto spazio a disposizione di chiunque abbia qualcou da dire sul problema della comunicazione musicale. Inviate I vostri Interventi a: Spazio Libero Pioneer-Audel - Via Ximenes 3, 20125Milano 17

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