Serigrafia Ilfiglioserico delleartigrafiche La staf!lpa non è solo di Cefis: possiamo anche farcela da noi. Vi insegnamo, passo per passo, come stampare in serigrafia. Un sistema di stampa pratico, semplice economico e realizzabile con pochissima spesa in una cantina della vostra casa oppure in un garage naturalmente dotato di acqua e prese di corrente: la stampa serigrafica. Tre sono i più conosciuti e praticati sistemi di stampa sia a livello industriale che artigianale: Stampa Tipografica: matrice a rilievo e incisa a rovescio {stampa diretta); Stampa Calcografica: matrice a incavo incisa a rovescio (stampa diretta); Stampa olfset o litografica: matrice in piano (stampa indiretta). La stampa serigrafica fino a pochi anni fa poco conosciuta in Italia è l'alternativa valida con pieni meriti, di questi principali sistemi di stampa. La ragione di tanto rapido successo sta nel fatto che non esiste altro procedimento di stampa che offra così varie possibilità di applicazione; la serigrafia consente infatti la stampa su ogni tipo di materiale sia esso cilindrico che piano (carta, cartone, tessuti, feltri, polistirolo, vetro, ceramica, gomma, vipla, metalli, materie plastiche ecc.). Non intendiamo però parlare di quel settore industriale della serigrafia e cioè stampa di bottigliette o etichette autoadesive ecc., ma principalmente di quel ramo economico di questa stampa che permette di realizzare diciamo 50 o 100 copie di un manifesto o una locandina con una spesa modestissima rispetto a ciò che esso verrebbe a costare realizzando con uno qualsiasi dei procedimenti di stampa su accen- •nati; impostato quindi il problema e presi degli amici completamente profani del settore ma interessati, abbiamo percorso tutta la strada illustrandola con foto e disegni per arrivare a far capire a ttmi quali possibilità creative offra questo procedimenro e quanto esso sia facile, pratico ed economico. Prima operazione: costruire con i propri mezzi o facendoselo fare da un falegname, un telaio di legno di struttura abbastanza solida e perfettamente squadrata di dimensioni più grandi del lavoro da stampare (IO cm. su ogni lato) il telaio dovrà essere perfettamente levigato e spianato poiché su di esso andrà tesa della seta o seta naylon; con l'aiuto di una pistola da tappeziere la staffa deve essere tesa in modo rigido e uniforme in modo da rappresentare una superficie perfettamente piana, senza alcuna avvallatura o cedimento in un qualsiasi punto. Volendo evitare questa operazione, che se malfatta può compromettere tutto, si può acquistare il telaio bell'e pronto anche in considerazione del fatto che esso verrà di volta in volta riutilizzato; secondo a11rezzo da acquistare è lo spremitoio, costituito da un'impugnatura di legno e un terminale di gomma che potrà essere di tipo rigido o morbido a seconda del tipo di inchiostro da utilizzare; la sua lunghezza dovrà essere di poco minore (6 cm. circa) alla parte interna del telaio su cui dovrà scorrere; terza operazione indispen- .;abile per la. stampa è la matrice; essa può essere a incisione diretta o indiretta, ma in entrambi i casi si dovrà realizzare un acetato trasparente con il testo da stampare applicato sopra con dei caratteri trasferibili; i caratteri in varie dimensioni e stili si possono acquistare presso cartolerie o rivenditori appositamente specializzati per la vendita di materiale grafico; consigliamo di non utilizzare caratteri troppo piccoli o con tratti molto sottili. La matrice oltre a essere co~- posta di caratteri potrebbe anche rappresentare delle illustrazioni che si possono attaccare direttamente sull'acetato con della carta nera, o con del retino adesivo rosso intenso il quale pur essendo trasparente è completamente inattinico (cioè non lascia passare la luce) alla luce e facilmente reperibile in ogni cartoleria, o ancora con del rossetto da ritocco per fotomeccanica in 9-1 commercio in tubetti, di colore marrone, diluibile con acqua e utilizzabile come una normale tempera con dei pennellini di pelo di martora (dopo avere opportunamente sgrassato l'acetato con del talco). Finito l'acetato si deve sensibilizzare il telaio; la gelatina « argonsol » con il suo sensibilizzante si vende in dosi da I litro và miscelata energicamente al 'momento dell'uso con l'aggiunta di circa un quarto di lt. di acqua in modo da ottenere un'emulsione uniforme e abbastanza fluida, e va disposta su di una racletta di pero (una specie di piccola i:,ala meccanica), disposta poi tenendo il telaio verticale con una mano e impugnando la racJetta si fa scorrere questa ultima dal basso verso l'alto fino a coprire tutta la superficie del telaio; la stessa operazione va ripetuta nel retro, e una seconda volta su entrambe le superfici per togliere l'eccedenza di gelatina che sarà (uoriusci ta ai lati della_ racletta, in modo da dare al telaio l'aspetto di una superficie omogenea e senza eccedenze o carenze di gelatina, peraltro abbastanza visibili anche all'occhio dato che la gelatina è trasparente e la sua errata distribuzione sulla seta porta a differenze di tono. Questa operazione eseguita alla normale luce di una stanza non nuoce minimamente alla sensibilità della gelatina poiché essa diventa sensibile alla luce soltanto quando asciuga e per questo motivo il telaio va conservato al buio e possibilmente con un asciugacapelli piazzato a circa I mt. di ~istanza e regolato su a_riacalda; in questo modo dopo circa I ora il telaio sarà pronto per essere esposto alla luce con la matrice di acetato precedentemente preparata e collocata sulla seta al centro dello spazio e rovesciata rispetto al normale senso di lettura. Nella parte interna del telaio collocheremo un cuscinetto fatto con un pannello di polistirolo espanso, e sopra il rutto, metteremo un cristallo abbastanza pesante da tenere pressato l'acetato sulla seta e quest'ultima sul polistirolo. Questa operazione va fatta in ambiente poco illuminato e con molta celerità poiché ogni esposizione superflua alla luce può danneggiare il risultato finale. Infine il tutto va esposto alla luce di una o due lampade da 800 Watt al quarzo-iodio per circa 5 minuti cercando di fare attenzione a che la luce sia distribuita in modo uniforme e il più perpendicolare possibile sull'intera superficie. Scaduto il tempo si sottopone il telaio al flusso continuo di acqua su entrambe le facciate; l'acqua ha la capacità di sciogliere tutta quella gelatina che è stata protetta dall'esposizione alla iuce mettendo a nudo la seta proprio in quei punti in cui dopo filtrerà l'inchiostro che si depositerà sul foglio da stampare; cessato questo lavaggio (o sviluppo) si dovrà asciugare il tutto con una pelle di daino umida ramponando con !11olta delicatezza, poiché la gelauna ancora molle porrebbe facilmente graffiarsi e quindi risultare danneggiata proprio in quelle parti più delicate dell'incisione. Il telaio così preparato va lasciaro essiccare magari col solito asciuga capelli messo a distanza di un metro, poi va protetto nelle parti periferiche con dello scotch oppure con del nastro di carta gommata molto largo (5 cm) messo a angolo tra seta e legno nella parte interna del telaio ~ a striscie sempre tra sera e legno nella parte esterna in modo da non permettere all'inchiostro di filtrare e di sporcare il foglio da stampare; incernierare poi un lato del telaio, proprio come una finestra al suo infisso consentirà di far alzare e abbassare quest'ultimo senza che ci siano spostamenti; precauzione analoga andrà presa anche nei riguardi del foglio di carta che andrà messo sempre nella medesima posizione attraverso delle battute fisse sul piano da stampa e che andranno messe in n. di 2 sul lato lungo del foglio e sul lato corto; l'inchiostro da utilizzare andrà diluito quel tanto che basta a renderlo scorrevole e poi riversato all'interno e impugnando lo spremitoio con una inclinazione di circa 45° si esercita una pressione dall'alto verso il basso trascinando l'inchiostro che in questo modo viene spremuto e fatto filtrare sul foglio di carta; per facilitare il distacco del foglio dalla seta occorre tenere il telaio sollevato di circa 5 mm dal piano di stampa attraverso dei feltrini autoadesivi collocati sul legno del telaio stesso; l'inchiostro andrà quindi riportato nella posizione originaria tenendo il telaio sollevato dal piano di stampa e inserendo un'altro foglio di carta e cosl via fino alla fine delle copie. Finito di stampare si avrà cura di raccogliere l'inchiostro rimasto con un cartoncino rigido oppure con l'apposita spatolina e rimetterlo nel barattolo originale, per poi procedere alla pulizia con molta cura e pignoleria prima col diluente appropriato, poi acetone, per essere sicuri di aver tolto anche l'ultima traccia di sparco, e se non dovremo fare nessuna ristampa, procedere all'operazione di « spoglio » con della normale varecchina, che ha appunto la ptoprietà di sciogliere la gelatina, poi si sgrasserà con detersivo e acqua e ricomincerà il ciclo, altro lavoro, altre soddisfazioni e chissà che qualcuno non ci prenda gusto e non diventi un esperto del Silk screen printing process. Arturo Pellegrini
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