droga dovrebbe essere assunta da chi crede fermamente nei valori della ragione. Che cosa abbiano da spartire il Tempo con la ragione è cosa misteriosa. Ma forse è che non vogliono concorrenza: a loro la droga che piace è quella del tempo andato. Quando un signore pelato (anche se non professore) distribuiva forzatamente droga e veleno in grosse pillole a un popolo d'eroi, di poeti e d'arristi. Quegli stessi eroi che immaginando il duce trebbiante pensano sia spiritoso ridere, come fanno le iene, sui cadaveri. Molto più spiritoso è un giornaletto musicale dallo oscuro e tormentato passato che si pubblica a Roma. Questo giornale, ve ne parliamo perché non l'avrete certo letto essendo che i lettori sono tre, parla del nostro concertofesta a Piazza J avona senza nominarci (e pazienza) e sulla campagna per la depenalizzazione della marijuana fa questa singolare affermazione: « quantomeno di~cutibile nell'attuale momento politico >). Singolare non tanto perché i signori che pubblicano questo giornale non hanno presente il 15 giugno, quanto perché pare che negli ultimi due anni abbiano ininterrottamente dormito. Che ci sia stato un referendum, una campagna per l'aborto, un movimento forte per i diritti civili, la protesta dei sottufficiali, qualche decina di morti d'eroina tanti arresti per hascisc, questi pennivendoli lo ignorano. E trovano che, secondo la loro visione del mondo, è molto più attuale condurre una campagna per il divieto della caccia alla gru coronata e il rimboscamen- •,, <lella valle del Sangro. E a,t..-,Jo sbagliato secolo, perkttJruente inattuali, c'è da cre,ktc.: che una mattina svegliand,,si decideranno che il mome1110 politico richiede una c.,mpagna per l'estensione del diritto di voto alle donne. Paragone • Garzoncelloscherzoso Facciamola festaapapa, Ci frustra fin da piccoli, si comporta da padrone, non rispetta i nostri bisogni e le nostre esigenze: perché mai dovremmo « onorarlo »? Il 19 marzo, ci insegna la Stock, si festeggia il papà. La domanda che viene spontanea è « perché mai uno dovrebbe festeggiare chi lo vessa e umilia nei migliori anni della sua infanzia? >) Allora proponiamo una controfesta del papà da tener i a sei mesi di distanza dall'altra, e cioè il prossimo 19 settembre. Per fare una degna controfesta al proprio papà innanzitutto bisogna capire quali sono i suoi desideri nascosti. Il « maschietto » di casa saprà certamente che il suo papà lo vuole maschio e forte, che gli spia ogni giorno l'occhio e lo stato d'anemia e poi con ridicolo cameratismo dice « tu hai troppe donne » e fa la ruota come un pavone. Allora il 19 settembre, con estremo candore, mentre lui mangia la pasta che sua nioglie gli ha amorosamente cucinato, voi buttate là una frase tipo « Mario non mi vuole più bene, l'altro giorno a letto mi ha detto che gli piace più Aldo » e piangete un po' istericamente . Garantito gli passa l'appetito o comunque gli va di traverso lo spaghetto (al dente, mi raccomando, fa più male). Se siete « femminucce » egli vedrà in voi lo specchio di ogni virtù: quelle che è pronto a riconoscere a figlia e moglie 9 ma che sa non essere delle altre donne ( tutte puttane, meno la mamma). Allora senza squilibrarvi raccontate ridendo di quella stupida della Paola che crede ancora nella verginità e non ha mai toccato un pene. Lo strangolamento da spaghetto sarà ancora più rapido. Lasciamo alla vostra creatività trovare mille modi di fargli passare l'appetito per una settimana. Qualcuno, troppo cattivo a parer nostro, consiglia di cospargere di peperoncino ben piccante le mutande del genitore. Altri di sosututre l'acido solforico concentrato alla schiuma da barba. Altri ancora, con un pizzico di banalità civettuola, di sporcargli la camicia di rossetto. Sia come sia a noi sembra carino festeggiare cosl il papà. In attesa, naturalmente, di rendergli pan per focaccia e aspettare qualche anno per rovinargli la vecchiaia come lui ci ha rovinato l'infanzia: quando gli tremeranno le mani ricordatevi di quando vi malmenava o insultava perché - piccoli e maldestri - rovesciavate la minestra e picchiatelo con dolcezza e amor filiale. Perché questa è la riconoscenza che si deve a chi ci ha educato e mantenuto, fatti studiare e .lanciati nel mondo. E noi lo ringraziamo, il buon papà, perché il mondo che ci lascia è bello, perché l'educazione che ci ha dato è sana, perché ci ha frustrato, umiliato e offeso per il nostro bene. Che in realtà è il suo bene e quello di questa razionale e disumana società. A meno fino a che anche i rapporti fra genitori e figli, fra _babbo e bambino, non saranno regolati dal rispetto e dall'amore. Ma son cose di tempi migliori ... che verranno malgrado i papà di tutto il mondo. e
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