Sesso Uimenenon siportapiu, La verginità, dramma di tante ragazzine del passato, comincia a essere affrontata con più coscienza: il problema rimane, ma fà ormai parte della battaglia femminista nel suo complesso. Come sbarazzarsi dell 'imine è il problema che si affaccia subito con la prima adolescenza, appena avuta la prima mestruazione. Questo fa. moso velo della verginità un tempo (ma neanche tanto lontano) procurava angoscie, insonnie, isterismi nelle impreparate madri di fanciulle tredicenni; e nelle fanciulle quest'idea si ingigantiva, impaurendole, e !'imene diveniva, nella irreale fantasia, una muraglia difficile e dolorosa da abbattere e non una leggerissima e insignificante pellicola che non serve a niente. Ancora adesso in molti paesi del Sud, il giorno dopo le nozze, per dimostrare a suoceri e parenti che quella è stata veramente la « prima volta», la povera sposa deve stendere fuori della finestra il lenzuolo sporco di sangue (oggi spero che quel sangue esposto sia del pollo che si mangerà per pranzo a mezzogiorno). Per quanto riguarda il dolore della « rottura » è ormai stabilito che soffrivano tanto solo le ragazze di allora e chiaramente per un fatto psicologico e nevrotico, irrigidimento dei muscoli vaginali, tensione acuta, paura dell'incognito, con conseguenze impressionanti: stupro, terrore degli uomini, dilazione del piacere se non addiri ttura privazione totale o parziale temporanea o definitiva di questo (che è un bel guaio!). Le ragazze di oggi (quelle evolu re, quelle politicizzare, non ancora tutte, purtroppo) non provano alcun dolore, anzi è raro sentir dire che sia uscito del sangue. Sono serene distese scelgono loro il momento giusto, il ragazzo giusto, un'amore gentile e felice. Non esiste più il trauma della vergine. Pure, alcune madri ce l'hanno ancora (quello per la fi. glia beninteso), non parliamo poi dei padri! Anche il padre dalle idee più avanzate al pensiero che la « sua » figlia quindicenne possa « darla 81 via » impazzisce! e perciò viene accuratamente tenuto all'oscuro dei fatti. E' sempre la madre che viene a conoscenza del grande passo compiuto, aiuta, conduce la figlia dal ginecologo, fa consigliare la pillola giusta ecc. ecc. E però non tutte sono cosl. Succedono ancora casi drammatici: piccola città del meridione, sedicenne incinta, terrore di parlare, pratiche abortive caserecce, emorragia, morte. E casi ridicoli fino al grottesco: sedicenne dal ginecologo per un male qualsiasi si fa visitare piuttosto per via rettale (che deve essere una cosa infame)', pur di non confessare di non essere più vergine, e parliamo delle figlie della borghesia e non di poveri braccianti. Ma proprio per questo è ancora più tetro, malinconico e inaccettabile, perché se il « senso dell'onore » è vero e sincero (e quindi pu6 essere riconosciuto) fra le genti di campagna, è generalmente basso e meschino fra le genti di città perché è un insieme di falsi problemi, opportunismi, etichette di vita, finto decoro sociale. Ma anche le madri più attente e liberalizzare trascurano il problema-imene: vediamo come si danno da fare quando al maschietto non si scopre bene il glande, prepuzio stretto, visite dai chirurghi plastici, dobbiamo incidere il filetto, dobbiamo spianargli la via all'amore, non vogliamo che quando sarà Il ei strappi, magari male, e si faccia la bua! Abbiamo mai pensato di portare la nostra bimba dal ginecologo per stabilire se ha un imene leggero o spesso (e perciò con qualche difficoltà), se la « prima volta » sarà bella o dolorosa, se è il caso forse incidere per liberarla da questa servitù? « Ma no » insorge l'Uomo, un amico, si dice progressista « perché levarglielo !'imene? magari poi decide di non andare con uomini e allora se lo tiene! » Bravo, insomma noi ce l'abbiamo solo per donarlo a Voi, non è anche un ostacolo per eventuali cure a utero e ovaie? Ora, dopo più d, duemila anni, finalmente questa « membrana della verginità » non è più un'arma in mano agli uomini, non è più uno degli strumenti con il quale esercitare il potere sulla donna, è diventata la membrana dell'amore. E non è più un fatto traumatico fare l'amore per la prima volta, è solo l'inizio di un piacere in più che si può prendere dalla vita Agnese de Donato
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