Muzak - anno III - n.05 - settembre 1975

RollingStones Ma ilrockmio nonmuore Ormai stanchi e professionalizzati fino alla perfetta riproduzione di sé, i Rolling Stones continuano a essere sulla cresta di una popolarità indiscussa. U_na nuova generazione di fans che non ha conosciuto i loro anni ruggenti? Rolling Stones A Londra nel 1962 ci sono duemila ragazzi che vogliono diventare rock'n'roll stars. Troppi. Negli scudi si deve incidere male ed in fretta, ci sono registratori a due piste per « complessi beat », come era net regolamenti interni, mezzi d'amplificazione di pessima resa e strumenti inadatti. Da un'ora di prove esce materiale per cinque singoli, poi verranno scelti due pezzi e messi in commercio senza un rigo di pubblicità. Se un gruppo raggiunge la vetta delle classifiche, gli saranno concessi l'aiuto ed il parere dei tecnici, il registratore a quattro piste, un intero giorno a disposizione per un 33 giri e, di tanto in tanto, la scelta degli arrangiamenti. Nel 1963 rimangono un centinaio di musicisti, con poche illusioni e molta voglia di fare. Così Rolling Stones e gli altri daranno lo spunto innovatore. Senza mosse gigantesche. Chi ha imparato di corsa a suonare due o tre accordi sulla chitarra elettrica emigra in Italia o in Germania o torna con la stessa velocità impiegato fattorino apprendista perfettamente integrato nel sistema. Almeno in questi anni non si pensa alla rivç,lta. Resta la corsa alle sbronze più dure, ultimo residuo del rock'n'roll, arrivano gli eccitanti per poter suonare meglio e resistere nei locali beat all'angolo delle vie, capaci di mezzo migliaio di persone al massimo che rendono l'ambiente caldo e fumoso. Solo i membri del gruppo possono resisterci per tutta la serata, e chi deve servir birra e sedare le risse. La polizia arriva quasi ogni sera. Anche il blues vive la stessa sorte al misero Klooks' Kleek nelle figure di Alexis Korner, Graham Bond e Ciryl Davies. I movimenti sono paralleli. Sempre magro pubblico per entrambi,. ru30 moroso e fanatico, ma il beat è più semplice, alto di volume e adatto come il rock'n' roll a liberare gli impulsi materiali, unica cosa che mods o rockers sottoproletari avessero da fare dopo dieci ore di fabbrica, una notte passata a scaricare casse al mercato di Covent Garden ed il giorno dopo a dormire nervosamente. I Beatles lo sanno, ma per « comunicare a più persone » non rinnegano il loro comodo passato. Rolling Stones si pongono da interpreti, il pubblico si trova coinvolto nell'azione e la crea, almeno in parte. E' il secondo grosso rivolgimento nella scoria del rock. Un breve accenno Rolling Stones è musica per la gente, sfogo e rituale che avrà modo di esistere oltre il '70. Non dipende dall'attimo, nè dalla novità. Brian Jones e Keith Richards di loro, vivono dapprima in uno stanzone del quartiere di Chelsea semimantenuti da un ragazzo psicopatico che viene maltratato nel peggiore dei modi. Jones impara l'armonica a bocca in un giorno, stanco di « asco!tare il blues e basta». Hanno un amplificacore in cui convogliano due chitarre voce ed armonica e più tardi anche basso facendolo saltare ad ogni prova e riparandolo in qualche modo. Agiranno sempre così, al limite della nevrosi. Mick Jagger canta solo brani di altri perché non ha la forza di proporre cose sue davanti a Korner e Davies. Sono ancora lontani i tempi in cui dirà: « Noi siamo il più bel gruppo di rock'n'roll del mondo e continueremo ad esserlo. Facciamo tournées per guadagnare e permetterci il nostro (alto) tenore di vita. Abbiamo bisogno di molto e non vogliamo rinunciare ad una briciola, non vogliamo finire sul Sunset Boulevard e suoniamo. ». Intorno all'epoca dell'oro Agli Inglesi piace la rabbia ingenua di Fortune Teller e Come on, prime due tracce pubblicate. Nel '63 la novità è nell'aria, già si cerca l'alternativa ai docili Liverpool e Mersey Beat da cui la scena ha avuto origine. I Rolling Stones hanno fama di gente rissosa e poco abile nel suonare ma il pubblico non vede, anzi si diverte a seguire i fuck off e le bestemmie di Jagger che si dimentica le parole nel mezzo del cantato e le acrobazie di Wyman al basso che vuole riportare a tempo la chitarra di Brian Jones. Come on va al ventiduesimo posto delle classifiche, poi verranno T wanna be your Man, It's alt over now, The Last Time, Satis/action e l'enorme successo anche negli U.S.A., ma dovremo attendere il terzo LP Out o/ Our Heads per accorgerci anche di una discreta concretezza musicale. I can' t get no - Satis/action sono le parole che danno il punto alla generazione « beat » inglese ed alla vita frustrata di moods e rockers, la rivolta si fa chiara ed anche Who canteranno Satis/action e The Last Time con il cono che si addice ad una era andata persa. A/termath è il centro della azione Stones, s'apre a nuovi mezzi e trova arrangiamenti più complessi, traccia con Revolver dei Beatles e A Quick One (While he's out) di Who l'avanguardia della scena britannica. Goin' Home - undici minuti e trentacinque - spezza la barriera dei due-tre minuti imposti dala casa discografica e fa l'improvvisazione parte normale e registrabile del suono evoluto dal beat. Escono Paint il Black con Brian Jones al sitar e Let's Spend the Night Together - Ruby T uesday, ancora singoli d'enorme impatto sociale ed ai primi del '67 Between the But/ons riassume a brevi tratti ogni cosa, ritorna l'aspra volontà ➔

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