Muzak - anno III - n.05 - settembre 1975

(« stando cosl le cose » ); in « Matrice 1 » Schiano-Pulcinella suona al piano poche note incolte introducendo il lungo e sofisticato assolo di Gianni Basso in « Featuring ». Ma a questo punto Schiano-Pulcinella si scuote, si prepara al volo, alla « partenza per la luna », e allora si sovrappone rabbiosamente col suo sassofono smembrando ed esasperando il linguaggio involuto e ricercato dell'altro sassofono, fino ad arrivare, con un tipo di ribaltamento di linguaggio di cui Archie Shepp è maestro, all'urlo vero e proprio. A questo punto il Pulcinellapicaro è pronto a spiccare il volo verso la luna intesa come liberazione e rimpianto, come misto onirico di fantasia e realtà. Il volo inizia dall'estasi lirica di « 10.000 amori proibiti » passa attraverso « Escala-tion » fino al « Descubrimientodel cuarto quinto y Mario Sch1ano sexto mundo », per arrivare poi a « Moonline: no trespassing » e cioè al limite dell'utopia e del sogno. Il viaggio termina con « Lontano e vicino» (in un certo senso la chiave di interpre• razione dell'intera opera) che è il recupero di tutti gli elementi di fronte alla realtà. Ma è anche il momento in cui Pulcinella- lapoli si rivela nel suo ambiguo ruolo di vittima e di giullare, di « capitano del popolo » ma anche di tradì tore di se stesso di fronte alla libertà. La voce di Tony Cosenza chiude in maniera molto suggestiva il disco interpretando le voci di questa Napoli-Pulcinella vigliaccamente << lunatica », poco prima della passerella iniziale che ritorna a chiudere il tutto denunciando la finzione e re• cuperando la volontà iniziale della dissacrazione. I musicisti che hanno ac25 compagnato Mario Schiano in questo eccezionale lavoro sono oltre ai già citati Gianni Basso e Tony Cosenza: Tommaso Vittorini al sassofono e pianoforte; Bruno Tommaso e Alessio Urso al contrabbasso; Puccio Sboto al vibrafono; Gaetano Delfini alla tromba; Gege Munari alla batteria e infine la vocalista Donatina De Carolis. Le implicazioni di questo « Partenza di Pulcinella per la luna >> sono ovviamente troppe per poterle esaurire in una descrizione sommaria. Basterà aggiungere che questa « via italiana alla nuova musica» riproposta per l'ennesima volta da Schiano fi. nisce anche col travalicare le caratterizzazioni personali del musicista, per inserirsi in un contesto più vasto, in cui tra l'altro proprio Napoli ha un ruolo di protagonista che riguarda la crescita della musica italiana ottenuta col recupero di un linguaggio che venga ispirato dal basso, in opposizione al verticismo dei mass-media che impongono al contrario un linguaggio e~traniante e colonizzatore a livello economico. Totalmente diverso da « Pulcinella ... » è l'altro disco « Perdas de fogu ». Rimandiamo ad un'altra occasione un discorso più approfondito su questo disco. Per ora diciamo solamente che è sta• to registrato in America con una eccezionale formazione composta oltre che da Schiano, da Marcello Melis al contrabbasso, Don Pullen al pianoforte, Bruce Johnson alla chitarra, Ray Mantilla alle percussioni, Jerome Cooper alla batteria e dalla cantante Sheila Jordan; e che il disco si basa sulle ricerche che Melis e Schiano conducono sul folklore (sardo in questo caso) fin dal 1966. Gino Castaldo •

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