Muzak - anno III - n.05 - settembre 1975

I pensieri che ci attraversavano la mente mentre ci dirigevamo all'albergo dove era alloggiato, a Roma, Manzanera andavano oltre il suo ruolo di chitarrista nei tanto discussi (e discutibili del resto) Roxy Music alle esperienze più edificanti di questo « giovane della chitarra » che a soli ventiquattro anni è già uno dei « session men » più richiesti nell'ambito di ceno rock progressivo inglese. Phil ha collaborato, tra le altre cose, al disco di Eno Taking Tiger By Strategy (una perla nel suo genere), al long playing di Nico e non a caso ha voluto Robert Wyatt nel suo solo Diamond Head. , Ci è venuto incontro nella hall dell'albergo in una nuova versione, con i capelli corti. « E' la prima volta che mi taglio i capelli in cinque anni » e con un abbigliamento di maniera tipico dello stile che i Roxy si sono voluti appiccicare addosso: pantaloni Phll Manzanera Intervista SulPhil delcompromesso Dopo il muzakoncerto di piazza Navona, Phil Manzanera fà l'autocritica e si dichiara disposto a suonare anche a prezzo di costo. con le pences un po' larghi (quasi alla Fanfani), camicia blu con spilla d'argento siglata e uno splendido orologio anni trenta, con quello che all'apparenza potrebbe essere uno dei primi cinturini fabbricati in plastica. La prima domanda che gli abbiamo rivolto, riguardava proprio la dualità delle sue esperienze. D.: Non ti sembra che ci sia della schizofrenia nel tuo lavoro? Da un lato le esperienze « progressive » con Eno Nico e Wyatt e dall'altra il ruolo fisso in uno dei dei gruppi più venduti di Inghilterra? R.: Io lavoro sempre e soltanto con la gente che rispetto. Naturalmente è differente lavorare con Brian Ferry o con Eno ma io sono un suonatore di chitarra e, dato per scontato il rispetto 22 di cui parlavo primi!, una volta che entro in scuaio cerco di immergermi nell'atmosfera di chi mi ha chiamaco ad aiutare e di trovarmi uh ruolo col mio strumento. D.: Non credi che i Roxy Music fossero molto più efficaci ai tempi del secondo disco, quando siete venuti in Italia per la prima volta? E.: E' strano che tu pensi questo. La prima volta che siamo venuti in Italia non sapevamo ancora bene da che parte volevamo andare. Tutto era ad un livello molto poco professionale allora. Certo c'era molto entusiasmo, ma la oualità del suono era molco pit scadente. Gli faccio notare che sarà pure vero quanto afferma ma certo è il fatto che se allora la moda dei lustrini poteva in qualche modo essere plausibile come cosa nuova, oggi ha dimostraco chiaramente di non saper resistere all'usura del tempo. D.: E' forse per incantare i più giovani che vi travestite

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