Muzak - anno III - n.05 - settembre 1975

Un'osservazione ed una questione. La prima è che la canzone è virtualmente la stessa, per strut• tura (basata sul dialogo a formule fisse con ritornello tra i versi) per simboli e persino nei dettagli, in tutto il mondo. E però non è mai veramente identica: perché la cultura popolare non accetta mai le cose passi vamente, e se non vanno bene per le condizioni locali, le cambia. E' questa capacità di intervenire e modificare i dati culturali che differenzia la cultura delle masse dalla cultura di massa, dove il prodotto culturale è dato, immutabile e rigido, uguale in tutto il mondo come la Coca Cola. E allora vediamo che i vari doni simbolici cambiano a seconda che ci si trovi in una società feudale come la Scozia, o in un ambiente urbano cortigiano come l'Italia rinascimentale, o nella frontiera americana che ha come valore dominante la mobilità (e allora donare « la strada » assume un valore diverso!) o nel Sud patriarcale del latifondo. La domanda è questa: ma questa difesa della continuità questa assegnazione dei ruoli sociali, non indicano una funzione conserva• trice di questo genere di canzoni? Sl e no. Primo, secondo me è meno conservatrice una canzone che magari esalta la stabilità ma che però ognuno se la può cambiare e cantare come vuole, che una canzone che invece esalta la rivoluzione ma però è fissata nella lacca del disco, imposta dalla radio, ed ha la stessa faccia in tulio il mondo, costringendo tutti sullo stesso leuo di Procuste. Jn. somma, è meno conservatrice un tipo di espressione che ci abitua a usare la nostra creatività che non uno che ci abitua ad ammirare la creatività degli altri. Secondo, nel contenuto. Il fatto che alle donne non spetti altro destino che la dote e il matrimonio, ai servi altro che la preghiera e le vedove altro che il pianto, è appunto un fatto, nelle società che producono queste canzoni. Non credo che la cultura della borghesia abbia mai guardato con tanta franchezza ai fatti sociali, come riescono a fare queste canzoni popolari. E capire è il primo passo per cambiare. Ora, il genere di stabilità e di ruoli sociali che vengono descritti (non giudicati) in questa canzone possono anche porsi come modello positivo, per esempio, nell'Inghilterra delle « enclosures », le « chiudende » di fine '500 che, privatizzando le terre comuni, spezzano la coesione sociale del mondo contadino e ne condannano i c0mponenti all'inurbamento forzato, distruggendo ogni forma d,i rapporti personali conosciuti e sostituendo all'autori17 tà della famiglia non la libertà, ma gli orrori della condizione marginale urbana. Allo stesso modo, si potrebbe parlare dell'emigrazione nell'Italia soprattutto meridionale a fine '800, sempre sentita come una ferita, una lacerazione, e stigmatizzata nelle canzoni popolari come fonte di disgrazie. Insomma, la stabilità può ànche essere invocata a difesa da un'aggressione, ed è tipicamente questo il caso della cultura contadina aggredita - dal '500 in poi - dall'avvento della borghesia. Terzo. La caraueristica centrale, strutturale della ballata narrativa classica anglo-scozzese (ma anche della cosiddetta canzone epicolirica italiana, « Donna Lombarda», per intendersi) è di essere sempre priva di giudizi di valore, di morale. E' un dato stilistico talmente sicuro che, se in una di queste canzoni si incontra una morale, si può stare sicuri che qualcuno ci ha messo le mani, •che c'è un apocrifo. Sono canzoni che descrivono momenti di crisi, conflitti tra forze fondamentali della società. E allora il « giudizio » che su di esse possono avere i singoli cantanti popolari che le conoscono e le cantano per proprio conto non è necessariamente sempre lo stesso, ma varia a seconda delle circostanze storiche. Tanto per fare l'esempio di un'altra canzone, « Gypsy Laddie » - che racconta la fuga di una nobildonna con uno zingaro nella Scozia del '600 - è una parabola sulle frustrazioni sessuali di una società chiusa e repressiva; ma diventa invece un'aperta esaltazione dell'ideale di mobilità sociale una volta che venga cantata sulla frontiera americana. Così, che alle sorelle si lasci la dore può essere visto come conferma di un ordine feudale in certi luoghi e momenti, ma anche come ironia e protesta in altri. Specialmente quando a cantare sono le sorelle (o i servi). Uno dei criteri discriminanti per capire il senso di una canzone popolare è lo stile, il modo con cui viene eseguita. Le modificazioni stilistiche rappresentano, sempre, delle modificazioni di significato. In questo senso, l'indicazione data dai folksingers «ortodossi» tipo Ewan McColl è fondamentale: non si tratta di opporsi a che « il linguaggio bluesistico e l'elettricità rendano viva la tradizione», ma di capire che se gli operai e i contadini le !ore, canzoni le cantano in un cerro modo - con un certo stile, u•1 certo linguaggio - imporre lor<> un altro stile dall'esterno è l'n modo sottile per rovesciarne e nasconderne il senso. McColl e il suo gruppo (il London Critics Group) hanno avuto un'influenza forte anche nel ..

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