Pescara Il freee,in libertap, rovvisoria La batteria ce la suonano sulla testa, la tromba la suona il vicequestore: questo è il new-jazz italiano. Ecco come s'è svolto il festival jazz di Pescara ... Di jazz, quest'anno a Pescara, se n'è visto molto poco e di quel poco, data la situazione, non ci interessa neanche parlarne. C'è molto da dire, invece, sui gravi incidenti che hanno caratterizzato la manifestazione e che, per l'ennesima volta, impongono una riflessione costruttiva su quello che è la gestione della musica in Italia. Mai si è arrivati a tanto in un festival jazz. Quello che è successo ha ricordato, piuttosto, i fatti più volte accaduti in occasione di concerti rock. Ma evidentemente anche in questa sede (che molti vorrebbero restasse un incontaminato tempio di un anacronistico e non meglio identificato culto del ballo) la sferzata dell'ordine pubblico si è fatta sentire con tutta la sua arrogante e provocacoria pesantezza. Ma ecco i fatti di quesco festival involontariamente itinerante (si è svolto, infatti, in quattro luoghi differenti). Tralasciando la nostalgica e tranquilla apertura che si è svolta nella piazza-chic di Pescara, il festival doveva inaugurarsi alle Naiadi la sera del 12, senonché il cattivo tempo ha costretto gli organizzatori a dirottare il tutto, in situazione d'emergenza, al palazzetto dello sport, molto meno capiente del parco delle naiadi e perciò .strapieno. In questa situazione, nessuno ha badato a tutti quei ragazzi che sono riusciti ad entrare gratis e tutto è andato liscio, consentendo il normale svolgimento dei concerti in programma. Si sono esibiti i gruppi di Zoot Sims e di Elvin Jones e il sassofonista Anthony Braxton da solo, risc;uotendo tutti un notevolissimo successo. La sera seguente, per le condizioni meteorologiche di nuovo buone, il festival è tornato alle Naiadi ed è Il che sono avvenuti i gravissimi incidenti. Don L.nerry 11 La polizia, infatti, scavalcando addirittura il volere del1'azienda di soggiorno che voleva concedere l'ingresso gratuito ai giovani che protestavano fuori dei cancelli, ha reagito alla contestazione del festival con violenza crassa e isterica, caricando e pestando alla cieca •(sembra addirittura che Don Cherry e il suo sassofonista Frank Loewe siano stati travolti in una di queste cariche mentre ignari si stavano recando alle Naiadi dove erano attesi per il concerto). Da questo momento in poi c'è stato un susseguirsi ininterrotto di assicurazioni formali da parte dell'azienda di soggiorno, che garantiva l'ingresso gratuito a coloro che erano rimasti fuori; assicurazioni che venivano puntualmente smentite dai « tutori dell'ordine » che continuavano a pestare ed arrestare con la massima leggerezza coloro che volevano entrare. In una di queste illusorie pause è iniziato il concerto del gruppo di Don Cherry, per l'occasione particolarmente arrabbiato, che in un modo o nell'altro è riuscito ad andare avanti per una buona mezz'ora fino a che si è capito che al di là dei cancelli si era passati ai gas lacrimogeni, ben lungi dal permettere l'ingresso libero. Nel frattempo, infatti, erano arrivati i rinforzi inviati dal questore per portare a termine l'operazione repressiva in corso, completata da alcuni agenti in borghese che, secondo la solita tecnica, si nascondevano tra i dimostranti per agire con più efficacia. All'interno, nel contempo, con la problematica e disagiata esibizione di Don Cherry il discorso musicale era stato bruscamente chiuso, cedendo il posto ad un caorico ed informale dibattito che si svolgeva davanti ad un pubblico irrequieto (curioso e irripetibile miscuglio di gente di diverse estrazioni; dal critico sofisticato alle forni -+
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