ficativo di una realtà dimostrata e dimostrabile. La vendita del 45 giri, infatti, si aggira sulle 800.000 copie e arriverà a sfiorare il milione di copie. E' facile, con un conto elementare, calcolare quanto (detratte le spese vive e le spese di distribuzione) la Casa discografica e l'autore andranno a prendere: quasi mezzo miliardo. Non meno significativo è il caso di Mal con Parlami d'amore Mariù: 500.000 copie, un guadagno netto di 300 milioni di lire. Singolare (ma anche questo pianificato) che la radio abbia ripreso questo disco lanciato prima dalla televisione come colonna sonora del ciclo dedicato a De Sica. Come Piange il telefono aveva fatto, prima di essere sparato dalla radio, due «passaggi» in Tv che avevano fruttato non meno di 50.000 copie. Il meccanismo di manipolazione è sempre lo stesso: la televisione lancia, la radio ripete f ino all'ossessione, fino a che la musichetta non lascia più 11guardiano del faro tregua e ci si trova quasi per caso a canticchiarla facendosi la barba o aspettando l'autobus. Esempi a centinaia: Il Guardiano del Faro (Amore grande, stessa tecnica: prima Tv poi radio, 300.000 copie vendute); Yuppi Du (cinema-radio rende un po' di meno: 150.000 copie). Ma ili esempi ci sono anche in negativo: l'ultimo 45 giri di Mina, considerato osé e dunque mai programmato, ha venduto, nonostante la cantante e la sua enorme pooplarità, appena 30 o 40.000 copzè (L'importante è finire). A.Be. Tredischi centolire « Cha cha cha della segretaria ( ...) », così si esprimeva tempo addietro il JuxeBu. mcora con le code da 10 Chevrolet, nello stabilimento balneare più a portata di mano. A portata di mano era anche la musica che vi si ascoltava rispetto agli eroi di oltreoceano tipo Little Richard. In questo, dobbiamo dire, lo scatolone musicale, forse il parente più stretto del vecchio e romantico organino, non è da allora cambiato troppo. La musica che vi si ascolta è, oggi più di ieri (e possibilmente meno di domani), tanto a portata di mano che basta sentire due note di una canzone per poi continuare da soli. Naturalmente alludiamo in particoalr modo ai juke-box di periferia, non quelli piazzati nelle zone bene della città, e naturalmente la musica di cui parliamo è il palliativo a «popeggiamenti» più complessi ed esotici. I vari concorsi, tanto simili a quelli ministeriali, nell'ambito della musica leggera non mancano di istitu- .donalizzare ogni anno gli stili (si fa per dire) musicali che appagano gli istinti meno fantasiosi e più pigri dei mangiatori . di « muzak ». Questo è un popolo che si pasce di melodie prevedibili e ritornelli ossessivi, quelli per capirci, che vi entrano nel cervello e siete costretti ad andarli a cantare a squarciagola in piena campagna per liberarvene. La musica strumentale, tanto edificante quando legata a motivi culturali interessanti, diventa nella musica in scatola Amore Grande Amore Libero di Arfemo, il Guardiano del Faro. La melodia, eseguita da un sintetizzatore ormai spurgato da qualsiasi intento psichedelico, continua a spruzzare dagli altoparlanti di un juke-box e la nostra meraviglia aumenta ogni volta che il brano viene «gettonato»: « Va bene la pigrizia del pubblico, ma questo se lo può suonare ognuno a casa sua sul pianoforte piccolo del fratellino ». Nonostante il nostro stupore il Guardiano va fortissimo come è sempre andata fortissimo Orietta Berti, del resto. Qual'è il fascino del jukebox dunque? Forse il fatto di poter ascoltare senza tanti scrupoli quello che a casa sarebbe vergognoso prendere in considerazione? Se ci capita di dover scegliere tra Alice Cooper e Rosanna Fratello ad esempio, non c'è problema: vada per il « muzak » meno peggio. Un pezzo degli Sweet può diventare una perla rara in uno di quei juke-box di periferia di cui sopra: sissignori, il juke-box è sottomusica! « Il pubblico » insiste il, Guardaino dal suo Faro « ha scelto la mia musica perché era stanco di quello che c'era e voleva cambiare. Lo stesso morivo per cui tutti hanno votato PCI ». Bene, pur rallegrandoci per la carica rivoluzionaria del nostro amico vogliamo sperare che lo spostamento a sinistra del paese sia fondato su basi più solide. Danilo Moroni
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