Viaggi Un,isolainSpagna Al largo della costa iberica, un avamposto di liberazione per le vacanze. L'Europa non aveva ancora avuto lo scossone del '68, non erano ancora iniziate le migrazioni yppie, il movimento era nell'aria. I primi vagabondi incontrarono Ibiza per caso al largo della costa spagnola. La voce ha fatto il giro in fretta e da dieci anni Ibiza e Formentera hanno ricevuto la visita di 0parecchie migliaia di inquieti cittadini del mondo, oltre ad un numero incalcolabile di turisti. C'è posto per tutti dall'industriale con panfilo 59 all'operaio della Wolkswagen con biglietto-tutto-compreso. Ma la maggior parte dei partiti di Ibiza sono gli aspiranti inventori di un « mondo nuovo suibto » degli anni 60-70, ritornati con qualche capello di meno e meno ingenuità, ma ançora sognanti. E' un po strana questa isola, avamposto libertario nella Spagna franchista, dove freak vecchi e giovani vendono artigianato con licenza del Sindaco. E' anche un sistema « made in USA » p~r tener buoni tanti potenziali disoccupati, oziosi e ribelli. Nonostante ciò l'interno dell'isola è ancora vivibile: c'è una comunità hyppie che si è sistemata in comode case di campagna; ci sono paesi, come San Carlos, dove gli stranieri sono più degli isolani. Si trovano case sulle trenta quarantamila lire al mese, spesso bellissime, solide, vecchie talvolta di 3-400 anni, esempi tipici di architettura rurale mediterranea. Comuni ce ne sono state diverse in passato, ma non sono durate a lungo. Adesso c'è chi ci riprova dedicandosi alla cosiddetta coltivazione organica, la via macrobiotica cioè: i comunardi sono una decina, spagnoli, sudamericani, belgi e anche una italiana, Marinella ,occhi bellissimi e tante speranze. Molta frugalità, niente luce, pane fatto in casa, vita sana e in armonia. Anche per chi viaggia non è difficile vivere: si mangia bene per I000 lire da Juan, in calle Monrnri o da un'altra in calle della Virgen. Sulle 1500 ci sono uno stupendo vegetariano, nella strada del bar La Nada, « il nulla», alcoolici e musica, ed il Mejillones (le cozze). Nonostante l'industria dell'artigianato hippy a Ibiza si sta bene. Per starci un mese, se potete permettervi l'aereo, ci sono le tariffe escursione, 11O.000 a/ r; charter è di fficile trovarne dall'Italia. Se andate in macchina o in treno vi imbarcherete a Barceilona; ci sono diverse parten• ze alla settimana, d'estate tutti i giorni. I biglietti si fanno presso l'agenzia Aucona, ad un passo dal porto, e i prezzi sono bassi, dalle 3 alle 5 mila a persona ed una media di 15 mila per la macchina. C'è anche la possibilità di prendere la nave a Valentia a sud di Barcellona. Da Barcellona sono 10 ore di mare che passano in fretta, quasi sempre si trova qualcuno che fa musica e capita di passare il tempo piacevolmente. Si sbarca nel porto di Ibiza, la città più importante del1 'isola, 20.000 abitanti; e un bellissimo castello cinquecentesco affacciato sul mare. Dentro le mura piccole case bianche, viuzze strettissime che si slanciano verso l'alto, -verso la cattedrale e la piazza d'armi del castello. Quanto basta per farne un posto alla moda, purtroppo, e cosl è stato: crociere « in barca », non più verso la costa smeralda o Saint Tropez, ma verso Ibiza. A 500 lire hamburger a volontà, anche vegetariani, con bibita. Per incontrare gente andate al Bar il Porto e, di giorno, al caffé l' Alambra, sulla Piazza Principale, Vara de Rej. Informazioni di qualunque genere, a cominciare dalle case disponibili. Si può ascoltare buona musica alla Ticrra, alla Finca, alla Nada. Per dormire ci sono pensioni a 700-1000 lire a notte. Se siete malati chiedete come si arriva alla casa di Emilio, c'è un medico tedesco sulla settantina, che vi guarisce con le erbe e se non avete soldi è lo stesso; mi ha ricordato i « medici a piedi scalzi » che ho conosciuto in Cina). Se avete tempo, andate a Formentera, testa di drago protesa nell'acqua. Molto meno turisticizzata di Ibiza, l'isola di Formentera, popolata di presunte streghe (oltre 600) ivi confinate a vita dall'Inquisizione. Luigi Ulzeg,:
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