Muzak - anno III - n.04 - luglio 1975

Libri Sparano avista &o/ /redo Fof i ~CEDERNA SPARAREAVISTA ~ LA POUZIA Dl!L Rl.airft DC MAHTIENEL'ORDIHI! PlfflaJCO FEL1111NEL_U_____ _ Camilla Cederna è uno dei personaggi, una delle persone, più intensamente rappresentative di questi anni del dopo '68. Già giornalista frivola, titolare di una celebre pagina femminile (femminile e tutt'altro che femminista) dell'Espresso, si era cimentata con articoli e ritratti di costume sui « ricchi » e i potenti, cogliendone gli aspetti reazionari, stupidi, sgradevoli, ma ancora come all'interno di un gioco; una specie di gioco della grande famiglia dei borghesi importanti. Poi c'è stato il '68, e soprattutto c'è stato Pinelli. E' attorno all'assassinio del ferroviere anarchico che la Cederna è venuta revisionando e riorganizzando le sue idee in modo nuovo. L'indignazione morale è stata il primo passo, ma, una volta dentro, l'ha aiutata soprattutto la scoperta degli ingranaggi di funzionamento di un sistema costruito sulla difesa degli interessi borghesi, sullo sfruttamento del proletariato. La Cederna è stata in questo di una grande coerenza, senza affatto rinunciare al suo « lato debole »; non ha, cioè, cercato cattolicamente, Ja novità nelle conversioni, provvisorie assai spesso, tipo « Unione », sapendo bene che il suo essere borghese è un dato che per ora, in questo contesto resta per lei ineliminabile, e che ella pu6 vedersi rispetto al proletariato solo come « compagna di strada », come si diceva una volta, e all'interno della sua professione, del suo mestiere. Questo mestiere è quello di giornalista. Che potrebbe essere uno dei più belli ed è invece, oggi, uno dei più inquinati. La superficialità, la presupponenza, il pressapochismo fanno di una gran parte dei giornalisti italiani dei servi coerenti degli interessi dei loro padroni, i Cefis, i Monti, i Fanfani, le multinazionali; e non è neanche raro il caso di giornalisti 57 dei quali si scopre o si mormora che si servono delle prerogative del loro mestiere per fare perfino gli agenti del Sid! Ci sono le eccezioni, però, e la Cederna è una di queste. Dopo il suo bel libro su Pinelli, adesso Fel trinelli le pubblica Sparate a vista/ ovvero: Come la polizia del regime DC :r.antiene l'ordine pubblico (210 pagine, 2500 lire), che ripercorre, con minuziosa precisione, alcuni casi di clamorosa « giustizia » borghese, cioè di quella che la Cederna, che non perde mai il senso dell'umarismo, definisce una « tragicommedia ». Sono i casi di Saltarelli, di Tavecchio, di Serantini, di Franceschi, organizzati nel ]biro a render chiara, didattica, nitida, la funzione che nelJa « tragicommedia » assolvono i poliziotti (e i carabinieri, ormai ancora più temibili dei primi) e i loro protettori, i magistrati. Le responsabilità più scandalosamente palesi dei primi vengono coperte scandalosamente dagli intrighi dei secondi, in un carosello di manganellate, perquisizioni, lancio di candelotti, spari, sangue, testimonianze contraddette e rifatte e manipolate, omertà e compiacenze di ogni sorta. La polizia, in Italia, spara a vista, e ancor meglio può farlo oggi che sono state approvate dal Parlamento le leggi liberticide. Può farlo perché sa di essere protetta, di restare impunita. Intanto è raro (come nel caso di Serantini, su cui un altro buon giornalista, Corrado Stajano, ha scritto un libro che va letto: Il sovversivo) che si crei intorno ai mille casi di prevaricazione sino all'omicidio, una risposta all'opinione democratica tale da permettere quantomeno la ricostruzione dei fatti nella loro crudezza, se non Ja condanna dei colpevoli. Capita per i casi più politici, e capita più facilmente nelle citte città (come Milano, come Pisa, come Torino ... ) dove un'op1n1onc democratico è forre, ha ,uoi strumenti di difcsa e di ,1..:- cusa, e i proletari e i militanti non sono, imomma, deboli e isolati. t\la il libro iinbce per elencare una quan1itit impressionante (e siamo ancora a un scmplice campionario degli orrori) di « casi » rimasti irrisolti e in1puniti, anche perchc: su cli e,si l'opinione non ,i è mobilitata. Ca,i di ladruncoli unlicenni, quindicenni. per c,en,- pio, uccisi « a ,·isra » dai poliziotti; di tragici « errori ». di storpiamenti e ferite :1 danno comunque, e si direbbe di prcfercnz,1. di giovani. Politici o no, ,i direbbe che esista una macabra scelta da pane dei poliziotti e carabinieri per i morti e i feriti giO\·ani e giovanissimi. Non è quindi più ,Tro che i poli- .dotti, i celerini, i carabinieri - di origine qua,i sempre proletaria e contadina - et.: I h,mno per motivi di classe con µli studenti. che ,·edono come pri,·ilegiati fiµli di borghesi, i « maledetti studenti » di cui cianciano i commissari dc,Lritti nel libro. 1 « figli di puttana ,,. i « maledetti », sono anchc proletari, sottoproletari. rnntadini. L'odio istillato nc·i poli/iotti da chi ha tutto l'interesse a ,fru t tari i e a scn·1rsi di loro per i suoi bassi scopi, è un odio generico. per questo anche fragile. che ha bi sogno di esse re con u nw1111entesostenuto e rinvif;orito da iniezioni di volgaritit, di pregiudizio, di malrngitù da parte dei « c.1p1 »: 1 generali, i commissari, i magistrati, i P,\,I, i PdR. Per s1wzzare questo circolo di odio e di soprnffozione e di , i1,- lenza, questa « traµ1comnH.: dia » mortale, bisogna oggi lottare, nelle fabbriche e nelle scuole, ma anche là dove il sistema si incrina, dove le contrnddizioni esplodono dove sottomessi comincian< a capire chi servono e che uso si fa di loro. •

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