e Ventura, in fondo, mica sono siciliani, no? Chi scrive non ha ancora visto Frankstein, Junior. Dicono che è divertente e non lo mette in dubbio. Ma intorno al signor Brooks si sta montando un polverone di cui, per natura, diffidiamo. Questo mezzogiorno e mezzo è un filmetto abbastanza agile, ma anche un po' appiccicato, una serie di gags senza molto senso e senza - il ché forse è peggio - molto non-senso. La trovata del film-nel-film ha bisogno di un grande genio del comico. Altrimenti, come in questo caso, giustifica un po' di torte in faccia, un po' di vaudeville, qualche battutina graziosa (e qualcuna triste, proprio triste). Dove, ci sembra, Brooks ha fallito è proprio dove avrebbe potuto essere invece il centro della comicità: nel prendere in giro gli stilemi del western. Ma si può pretendere da un regista comico di far sul serio? e Mezzogiorno • mezzo di fuoco Eavevamgoia, guardato E' venuta l'estate. E se una rondine non fa primavera, i vecchi film rispolverati fanno, invece, estate piena. Chi sta in città a cuocersi a bagno-maria nel suo sudore deve accontentarsi. I ricchi vanno al mare e non hanno bisogno di una fresca sala cinematografica per non soffrire il caldo. E la nostra - che è notoriamente una società democratica - nelle fresche sale cinematografiche proietta film vecchi, visti e stravisti. Fra i grandi ritorni un film che a suo tempo passò quasi inosservato e che invece merita qualcosa. Il primo western antropologico, si disse a suo tempo, Un uomo chiamato cavallo. Magari con qualche afflato poetico in meno e eliminan53 do le similitudini animalesche è un film che si salva. Non si salva, non va visto, deve essere eliminato (e non se ne parla più) un altro ritorno di questi giorni, niente meno che Indovina chi viene a cena. Film zuccheroso e falsamente ami-razzista. Per quel che il recensore riesce a ricordare della sua infanzia, regnante Nerone, il Gattopardo era un bel film. Tanto simile al libro che, volendo, uno si legge questo e non vede quello: costa più o meno uguale, ma con 2.000 lire mica ti danno la pellicola! Altri ritorni ci sono già, filmini senza infamia e senza pregi, e ci saranno sempre di più fino alJa ripresa della stagione. Siccome non possiamo seguire passo-passo le bizzarrie delle case distributrici vi consigliamo di attenervi a queste regole, onde evitare la fregatura: 1) Non fidarsi della dicitura «il capolavoro di ... » che a parte il fatto che al massimo significa che gli altri film di... sono emerite schifezze, a sentir loro ogni film è un capolavoro di ... 2) Guardate beni i titoli, a volte sono cambiati e, sotto in piccolo, c'è il titolo originale. 3) Tenete d'occhio i cinema d'essais, ci può essere qualcosa di interessante. Così se vedete che c'è una retrospettiva di Pasolini non tirate avanti, ma fate attenzione non andate assolutamente a vedere gli ultimi film ma buttatevi su Accattone, Mamma Roma e, soprattutto, Uccellacci, Uccellini (siccome sono belli sono rari). 4) Se dissequestrassero mai Ultimo Tango e vi invitassero con la scusa del grande ritorno, non vi fidate: per quel che vi riguarda può anche tornare, non imparereste assolutamente nulla. Un po' scherziamo, un po' diciamo sul serio. Insomma fate voi. Ma non fate come quel mio amico che entrato nel primo cinema che ha trovato perché accaldatissimo si è trovato a vedere Ludwig di Visconti: beh, non s'è ancora ripreso. e
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