Muzak - anno III - n.04 - luglio 1975

Negli ultimi tempi, per noi il femminismo è divenute quasi paranoia. Vediamo in ogni dove il pericolo maschilista, in ogni parola che diciamo sentiamo risorgere in noi il maschietto che crededevamo di aver ucciso, insomma roba da perdere il sonno. E' così che quando proprio non ce la facciamo più e siamo rosi dal rimorso di aver dimostrato il nostro sciovinismo voltandoci a guardare una brunetta per strada e facendo apprezza. menti illeciti su una sua parte anatomica, dimenticando che una donna è un essere dotato di cervello al pari dell'uomo, etc., allora meglio di un Noan è per noi la lettura dei giornali femminili. Stavolta, siccome l'avevamo fatta grossa, abbiamo cominciato a leggere Grazia (prego!), giornale che sarebbe indubbiamente più femminista se a dirigerlo ci fosse lo onorevole Ciccardini. In una lettera a Donna Letizia, a cui la nostra bisnonna avrebbe potuto insegnare molte cose sul viver moderno, una fan- :iulla sedicenne dall'amleti- :a firma « come è succesm? ! » confessa di essere rimasta incinta a sua insaputa per aver bevuto vino. « .. ,quella sera ho bevuto moltcr vino. Non mi sono ubriacata proprio, ma ero alquanto brilla e non più padrona di me. Lui mi ha invitato a ballare e mi ha baciato. Poi siamo andati in gairdino e, mi creda, da quel momento non ricordo più nulla. So solo, ora, che aspetto un figlio ». Ora di due una: o il vino ha proprietà fecondatrici, come ci insegnano i romani antichi, o ci troviamo in presenza di un classico caso di una bugiardina. Anche perché, diciamocelo, una può essere anche sbronza come una zucca, ma buondio!, essere deflorate sotto la luna durante una festa non è mica cosa che capita tutti i giorni. Si può anche sostenere che non si è visto il semaforo rosso, o che non ci si è accorti di aver schiacciato il capoello dello Uasino Questofiglioe, unfiasco Giaime Pintor zio sedendocisi pesantemente sopra, ma ci sono cose che, siamo seri!, uno se le ricorda. Ma passi per la smemorata a cui basterebbe far presente cosa la psicanalisi volgare dice sulla « rimozione », ma il bello si è che questa verginella ha accanto a sé, mentre spreca il suo tempo a scrivere a Donna Letizia, su Grazia, senza Allegria, il padre della creatura che porta in grembo (si dice così?), il quale, a parte il fatto che è 48 un mascalzone, potrebbe anche spiegarle come è successo cogliendola cosl dall'atroce dubbio di cui alla firma. Ma il baldo giovane se ne guarda bene e viene il sospetto che anche lui non lo sappia. A noi, amanti delle libagioni, piace continuare a credere che « galeotto fu il vino », anche perché questa storia esemplare ci toglie la preoccupazione che l'alcool porti all'impatenza o alla frigidità. Se nasce femmina la potranno sempre chiamare Barbera, pardon Barbara. O pure Letizia (Gioia e Gaudio) vista la risposta bonaria e paterna della medesima. La quale, con il buonsenso dei nostri trisavoli, avverte che di lettere simili lei ne riceve tante, dimostrando cosl inequivocabilmente che l'alcoolismo è in Italia una piaga sociale. E aggiunge « Tante almeno quante le lettere rabbios<.! di adolescenti che contestano ai genitori il genitori il controllo del tempo libero ... », noi diremmo più che altro il controllo del casso alcoolico, cosi come in Inghilterra si usa per i guidatori: il palloncino cambia colore? Immediatamente le cinture di castità! (Nei casi di recidiva le forbici per lui, che è mezzo un po' brutale ma efficacissimo). « Certo, aggiunge la nonna della nostra bisnonna trasformatasi per l'occasione in Estasi, si potrebbe dire che una sedicenne istruita sui problemi sessuali non rischierebbe quello che è successo a te. Ma a che vale tutto ciò quando basta un po' di vino di troppo a cancellare avvertimenti e giudizio? » Saggia considerazione, a cui però proponiamo un rimedio: mettere pillole nelle bottiglie di vino, dato che è sempre colpa sua. E non dubita donna Felicità che basterebbe che la poveretta di Collegno avesse avuto possibilità di far l'amore quando gli pareva senza essere costretta a ubriacarsi per dire poi « non c'ero e se c'ero dormivo». Ma la fine della rispostina sapida e cinica è un capolavoro: parlane con tua madre (ah, naturalmente il papà - guarda tu! - è malato di cuore) « la sua reazione, quale che sia, sarà il prezzo giusto che dovrai pagare ». Finalino istruttivo, da cui almeno una cosa si impara: che per le varie donne Gaiezza il mondo è fatto così, ogni cosa ha un prezzo e la vita, gli amori e i drammi sono come le scarolette m carne. •

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