La prima tavola, quello che apre l'episodio intitolato caso Fillmore, è decisamente eccezionale. E' difficile sottrarsi alla tentazione di iitare come riferimento quello, purtroppo logorato dall'abuso, dell'universo umano e urbano di Chandler. Anche perché, se ci fosse qualche dubbio, ecco, nel primo disegno, la copertina di « The long sleep » a definire inequivocabilmente i contorni culturali del pezzo di storia e di mondo di cui si parla. E questa prima tavola è, di quella storia e di quel mondo, un'anticipazione puntuale e straordinariamente espre~siva. La 5ensazione -anche fisica - che suggerisce è quella della spaventosa banalità e quotidianità dell'esistenza, raffigurata nei gesti cupi e sporchi del risveglio mattutino, nello squallore delle cicche dentro un portacenere, delle pile di piatti da lavare, dei giornali del giorno prima e nella fatica del lavarsi la faccia e dell'orinare. Singolarmente simile a quanto scriveva, nel 1936, Chandler in « Nemesi di Noon Street »: « Alle sette e un minuto, Pete Anglich, che si stava rigirando da un pezzo nel letto duro, aprì le Da .. Il caso fl llmor• • Fumetti IIsegugio diMarlowe Simone Dessì palpebre per dare un'occhiata alla sua cipolla sul polso sinistro. Aveva due ombre fonde sotto gli occhi, una barba spessa e nera sul mento largo. Calò un piede nudo sul pavimento, si alzò nel pigiamaccio di cotone, fece un paio di flessioni, si stirò, si chinò a gambe tese fino a toccare con un gemito il pavimento con le mani davanti alla punta dei piedi. Attraversò la stanza, si avvicinò a un tavolino malconcio, bevette da una bottiglietta di pessimowhisky fece una smorfia, spinse i 1 tappo nel collo della bottiglia e lo conficcò col palmo della mano. Si contemplò la faccia nello specchio, la bar47 baccia sul mento, la spessa cicatrice bianca sulla gola, vicino alla trachea. Si tolse il pigiama e rimase nudo in mezzo alla stanza, tastando con gli alluci il bordo ruvido di un grosso strappo nel tappeto. Si infilò in una stanza da bagno sporca e buia, entrò nella vasca e aprì la doccia. L'acqua era tiepida, ma non calda. Rimase sotto la doccia e si insaponò, si strofinò tutto il corpo, si massaggiò i muscoli e si sciacquò. Strappò un asciugamano lurido dall'asticciola e cominciò a strofinarsi tutto per scaldarsi ». L'identità, o meglio la coincidenza, tra disegno e narrazione è piena; i consunti investigatori di. Chandler si riconoscono tutti in questo Alack Sinner di Munoz e Sampayo che Alterlinus il supplemento mensile di Linus presenta da alcuni numeri. Identici sono gli interni delle case, ma non solo: identica è la filosofia della vita del Marlowe di Chandler e di questo Alack Sinner: tenero cinismo e scetticismo ingenuo sono i loro più marcati connotati; disincanto verso i grandi sentimenti e le grandi emozioni, e• affetto e nostalgia apµena contenuta nei confronti dei modesti sentimenti e delle umili emozioni; la comune consapevolezza delle relazioni intime tra sistema del delitto e sistema della prevenzione e della repressione ( « per gli sbirri la parola giustizia significa la prima cosa che gli passa per la mente »; dice Sinner e personaggi pieni di vizi, di miserie, di contraddizioni, desolati e desolanti come le vecchie cartoline attaccate sullo sp~cchio del bagno. In piN - in questo Aleck Sinner, inventato da due autori che sanno che gli Stati uniti sono « una società di classi » - l'allusione di una coscienza politica: sullo sfondo e nella coscienza del protagonista e dei molti negri che popolano le sue strade, ci sono la guerra in Corea e nel Vietnam, il massacro di Song Mye, la droga pesante, le discriminazioni razziali e classiste. Accanto all'impotenza senza futuro delle vicende e degli amori di un investigato creato, a propira immagine e somiglianza, dalla società del capitale e della violenza, alza la testa con orgoglio e consapevolezza il rivoluzionario afroamericano, di quella società contraddizione insanabile e negazione radkale. •
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