Cenni storici e discografia Krafrwerk nasce agli inizi del '70 da un'idea di Ralf Hutter e Florian Schneider-Esleben. I primi due albums hanno la presunzione di creare qualcosa di totalmente rivoluzionario e quest'ansia di ricerca porta il gruppo a soluzioni sconvolte: una musica che sia solo in apparenza cristallina e precisa, che viceversa viva della distorsione totale di ogni strumento - nella prevalenza si tratta di elementi acustici come fiati e violino - le cui sonorità diventino surreali, ipnotiche. Molta genialità dunque ma anche il difetto di mancare di comunicativa. Bisogna attendere il terzo album, dove la roulette elettric~ gira alla perfezione e senza i~1toppi e l'epoca, la metà del '73, è forse ancora prematura. Ma le premesse geniali di « Ralf & Florian » portano ad « Autòbahn » ed il gioco è fatto. Una nota: per gli altri albums ci si dovrà rivolgere ai negozi di importazione. Discografia essenziale: « Ralf & Florian », Philips 6305 197; « Autobahn », Philips 6305 231. M.B. Vista (RCA) Diametralmente opposta all'iniziativa della Emi (per quanto riguarda i dischi lmpulse) è la proposta che la RCA (ma per esattezza si dovrebbe dire Vincenzo Micocci, con la sua indefessa e paziente volontà) porta avanti con la nuova etichetta Vista. Gli otto album che sono stati pubblicati (ma se ne stanno per aggiungere altri) già chiariscono il carattere e il discorso di base di questa nuova collana, indirizzata nel dare spazio a musicisti {per lo più italiani) che della musica hanno una concezione aperta e rinnovante. Cosl che malgrado le profonde differenze stilistiche e contenutistiche dei jazzmen protagomsu della collana, emerge un discorso organico e coerente che intende proporre esempi di un linguaggio jazzistico svincolato da ogni pregiudiziale accademica o conformista. Un linguaggio, al contrario, in continua mutazione, che si confronta quotidianamente con i 1--t..,t.. poliedrici aspetti della realtà. Ma vediamo uno per lino questi primi otto album. Mario Schiano è presente con due LP; del primo (' Partenza di Pulcinella per la luna ') ne parlo ampiamente nell'articolo a lui dedicato. Il secondo, 'Perdas de fogu ', è un disco realizzato in America praticamente in co-gestione col contrabbassista Marcello Melis. E ' Perdas ' è proprio il risultato delle ricerche sul folklore sardo che Schiano e Melis hanno condotto ..,er anni. Ma l'elemento particolarmente interessante di questo disco è che le elaborazioni, basate sul folklore sardo, sono eseguite insieme a musicisti statunitensi: Sheila Jordan come vocalista, Don Pullcn al piano, Bruce Johnson alla chitarra, Ray Mantilla e Jerome Cooper alle percussioni. L'intesa, è inutile dirlo, è perfetta, e questo dimostra ancora una volta la universalità del folklore 'di classe '; quello, cioè, legato all'esperienza di sofferenza e di lotta che riguarda, anche se in maniere diverse, i popoli di tutto il mondo. E niente può chiarire meglio questo concetto delle parole che Sheila Jordan canta nel brano che da il titolo all'album: .,Pietre di fuoco (perdas de fogu, appunto) stanno bruciando,... stanno precipitando e nessuno potrà mai fermarle, ... precipitano dai monti sino al mare ed uccidono i tiranni'. Il numero ' tre ' della collana è 'Ballata ' di Patrizia Scascitelli la giovanissima pianista romana, che qui suona in trio con Roberto della Grotta e Mario M-mnelli. Anche in questo caso il folklore è l'elemento portante, ma l'elemento 'classista ' del patrimonio musicale popolare è più sfumato, più mediato. E l'universo viene inteso come ricchezza, continuamente vivificatrice, di stimoli musicali che traducono esperienze collettive o, comunque, socializzate. I temi popolari son.:, quindi un prisma con cui guardare e poi anche arricchire inventivamente la realtà. Stimolante universalità del folklore, quindi, che mi pare simboleggiata nel brano che si intitola 'Tropico del cancro ' che, non a caso, prelude al viaggio ideale nel quale la Scascitelli si confronta con me41 lodie appartenenti a diverse origini regionali. Disco di ricerca pura è invece 'Davanti e oltre la soglia ' nato dall'incontro tra il sassofonista Maurizio Giammarco e il percussionista Andrea Centazzo: Svincolata da ogni schematismo e da ogni ' genere ' la ricerca di C.entazzo e Giammarco si pone in una terra di nessuno libern e <lisinibita, programmaticamente tendente ali'« oltre la soglia », allo inesplorato; una terra di nessuno in cui confluiscono liberamente matrici ed ispirazioni diverse, filtrate da un linguaggio della coscienza in cui spazio e tempo si dilatano liberamente. ' Slavic mood ' di Dusko Gojkovich è il quinto album della collana. Il trombettista jugoslavo è certamente il più noto musicista di oltrecortina, perlomeno in Italia dove ha suonato più volte. ' Slavic mood ' riassume felicemente la musica di Gojkovic basata sull'elaborazone jazzistica, in chiave piacevolmente moderna, di temi appartenenti al folklore slavo. Segue come sesto pezzo 'Pupa o crisalide ' di Enrico Rava. Il disco comprende brani registrati tra il '73 e il '74 a New York a Buenos Aires e a Roma dal trombettista torinese, accompagnata da diverse formazioni. E' un opera, quindi, dispersiva e poco organica, ma che, forse proprio per questo, testimonia l'elasticità e la varietà del linguaggio li Raba che nel suo personalissimo stile riesce a conciliare atmosfere diverse derivanti tanti dai ritmi sud-americani quanto dal rock, come anche e soprattutto dal jazz di tutti i temvi, e in particolare da quello degli ultimissimi anni. Anche il sassofonista americano Steve Lacy ha inciso un disco per la Vista. Si tratta di ' Fla kes ', registrato a Roma nel mag gior '74, in occasione della venuta al 'Music inn ' di Lacy con il suo gruppo. Steve Lacy è stato uno dei protagonisti della ricchissima stagione del ' free jazz ', anche se oscurato dalla fama dei suoi più celebri partners tra cui ricordiamo Ceci! Taylor e Don Cherry, oltre che l'ultrafamoso Gato Barbieri. E, oltretutto, COfllepochi ricorderanno, proprio a fianco di quest'ultimo oltre che di Enrico Rava e altri musicisti, Lacy ha suonato parecchie volte proprio a Roma, ma molti anni fa, in un momento in cui suonare ' free ' costituiva una scelta estremamente coraggiosa che costava ai musicisti la mancanza quasi totale di pubblico. 'Flakes ', comunque, è una prova della coerenza e della capacità di rinnovamento di Steve Lacy che, anche se può sembrare paradossale, ha ampliato e rinnovato l'estensione ' totale ' del linguaggio e del contesto ' free ' che rimane come irriducibile presenza e matrice della sua musica. Chiude questa prima serie della etichetta Vista il disco-incontro ' Desbandes ' ideato e realizzato dall'argentino Luis Bacalov con l'apporto di numerosi musicisti tra cui il celeberrimo connazionale Gato Barbieri. 'Desbandes ' è la lacerante e allucinata ricostruzione sonora di un mondo sudamericano visto con nostalgie e dolore, oltre che con rabbia, e la cui metafora ricorrente a tratti, è ancora una volta l'universo-tango, inteso come modo di vivere la realtà oltre che come fatto musicale. Ma la lacerazione visionaria di ' Desbandes ' travalica anche la matrice specificamente argentina e innesta nella totale frantumazione della realtà echi e citazioni di ogni genere, non ultimi quelli della musica sperimentale novecentesca. Il risultato è un ' ensemble ' di suoni, sconnessi ad un primo ascolto e rigorosamente organizzati ad un secondo più attento. Suoni che compongono un mondo angoscioso e stridente, ma, anche a tratti, profondamente suggestivo. In definì tiva la collana è piena di proposte e di indicazioni estremamente interessanti che per loro stessa natura hanno bisogno di essere continuate e sviluppate, cosa hce potrebbe avvenire, intanto, nell'ambito della collana stessa. e.e. Barbara Dane I Hate the Capltallst System Paredon P-1014 La canzone che dà il titolo al
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