Piazza Navona, 27 giugno: una giornata memorabile, lo diciamo senza paura. Per Roma, per tutto il movimento, per la cultura di tipo nuovo che vogliamo costruire. 40-50 mila giovani, venuti un po' da tutta Italia certo per ascoltare tre complessi di prestigio, ma anche per lottare, per esprimere la loro solidarietà alla nostra iniziativa di una campagna nazioRobort Wyott Muzakoncerto Ph. Piero Togni Eravamo 50 mila, niente biglietto, niente cancelli. niente polizia: non è un sogno di socialismo, ma è già molto. nale per la depenalizzazione della marijuana. Come abbiamo scritto sul giornale specia della festa « cultura è stare insieme, riconoscersi in un progetto, vivere e festeggiare ». Il 27 giugno ne abbiamo avuto conferma piena: niente biglietti, niente perquisizioni, niente servizio d'ordine con fascetta rossa al braccio sguardo fiero e passo marziale. Niente discorsi lunghi e noiosi, nessuna necessità di comunicare a parole quello che era nell'aria e che ciascuno çli noi vedeva chiaramente, sentiva: eravamo lì per lottare, eravamo lì non per caso, non era, lo riaffermiamo la situazione di piccolo ghetto d'oro, il concerto-lager finito il quale uno si ritrova 11 monlfosto dol Concerto • Doslgn Ettore Vltalo da solo a fare i conti con le contraddizioni e i pesi di sempre. Un concerto non fa socialismo: ma forse il 27 giugno, data memorabile, ha dato un impulso notevole a un movimento di tipo nuovo, un movimento che sappia, appunto, far cultura, imporsi, farsi sentire, vivere anche la musica come un momento nuovo e non marginale della lotta. I 50.000 di p.ua Navoni
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