Muzak - anno III - n.04 - luglio 1975

musicali. Forse proprio per questo mi sento più influenzato dalla musica americana che da quella inglese ». ROBERT FIX: « Ed è certamente per questi stessi motivi che il mio background americano non mi impedisce di trovarmi a mio agio nel contesto della musica che facciamo insieme ». Mi sembra importante chiari re ora in base a tutto ciò che è stato detto quale è il ruolo del musicista e la funzione del suo messaggio artistico. GIGI DE RIENZO: « Con queste premesse sufficientemente chiare, o perlomeno così mi sembra, è difficile cadere in certe teorie del- /' arte prettamente borghesi. Il compito di comunicazione che in un certo qual modo ci si assume scegliendo la musica è soprattutto quello di storicizzare e di attualizzare certe situazioni, informando e soprattutto denunciando. E questa operazione è comunque passibile della libertà di interpretazione alla quale non vogliamo rinunciare. Gli ambienti che noi evochiamo sono il tentativo di oggettivizzare i campi di del iniziane entro i qtfali si possono muovere le singole possibilità espressive. Arrivando ad una comunicazione più libera ed immediata possibile, ma non per questo più fraintendibile. E' quindi la ricerca di un linguaggio libero, in quanto originale ed aperto a tutti gli stimoli, ma mai astratto ed astruso anzi, quanto più possibile concreto e aderente alla realtà». Napoli, nella musica di Tony Esposito, è trasfigurata, tradotta in successive proiezioni, e viene evocata sia come riferimento diretto sia come presenza di realtà popolare, di vita spontanea storica nella musica; significa avere la consapevolezza di inventare suoni che traducono essenzialmente fatti popolari. E non a caso a Napoli la musica ha un ruolo fondamentale; la musica che è uno strumento di conservazione della dimensione collettiva, che serve a comunicare, e quindi ad unire e non a disperdere. Funzione assolta in particolar modo dalle percussioni, l'elemento ritmico cioè, che con più immediatezza scandisce il tempo seguendo il quale ci si trova uniti. Ed è proprio la dimensione collettiva della musica popolare, ricreata nella dimensione di gruppo della musica di Tony Esposito, che in un certo senso fa da ponte col rock e con il jazz nei cui esempi migliori si crea, tra musicisti e pubblico, uno spazio magico di comunicazione che rende tutti partecipi alla creazione di quello che « avviene ». Sta poi all'ideologia del musicista far si che questa « comunione » avvenga non su elaborazioni fini a se stesse, ma su contenuti che del mondo popolare ripropongono non solo l'esteriorità formale, ma anche e soprattutto le realtà della lottn e della ribellione e il bisogno di libertà. Ph. Piero Togni •

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