Fiatlex Nuova legge sull'uso e commercio di sostanze stupefacenti Nella legge proposta dal P.R., le differenze fra consumo e traffico, fra droghe pesanti e leggere, fra piccoli spacciatori e trafficanti vengono chiaramente stabilite e legate a criteri quantitativi. Droghe leggere (canapa e suoi derivati) - Non è punibile la detenzione in privato di quantitativi destinati all'uso personale fino a 30 g), né la distribuzione in privato di piccoli quantitativi a persone maggiorenni. La detenzione (fino a 30 g.) o l'uso in luogo pubblico è punita con una multa. La detenzione di quantitativi superiori a 30 g., la cessione a minorenni, lo spaccio e il traffico sono puniti con la reclusione da 1 a 8. Droghe pesanti - La detenzione di piccoli quantitativi per uso personale (fino a tre dosi per non-tossicomani fino a] fabbisogno di due giorni per tossicomani in stato di dipendenza) è punita con una multa. La detenzione di piccoli quantitativi che possono far nascere il dubbio di intenzione di spaccio (fino a dieci dosi per non-tossicomani, fino al fabbisogno di una settimana per i tossicomani) è punita con la reclusione fino a 3 anni. Lo spaccio, l'impostazione e la esportazione di piccoli quantitativi sono puniti con la reclusione da l a 8 anni; la pena è aumentata se la droga è spacciata a minorenni. La prescrizione senza necessità da parte di medici (salvo i casi in cui il soggetto è in stato di dipendenza) è punita con la reclusione da 3 a 8 anni. La detenzione di quantitativi superiori a quelli definiti piccoli, il traffico, l'importazione, l'esportazione, ecc., sono puniti con la reclusione da 3 a 20 anni; nel caso di traffico organizzato, valgono le aggravanti previste dalle leggi vigenti. Giancarlo Arnao Adesioni Hanno aderito alla campagna, lanciata da Muzak, per la depenalizzazione della marijuana e contro le droghe dure: Pdup per il comunismo Lotta continua Partito radicale Fuori! Lega del 13 maggio Circoli ottobre Il pane e le rose Ombre rosse Stampa alternativa Loc Il partito radicale « « Fumerò uno spinello in pubblico. Dicono che sono un esibizionista: ma sono state le mie chiassate a dare spinte decisive alla legge per il divorzio, a quella per l'obiezione di coscienza, alla legge Valpreda. Non sono stati i digiuni dei radicali a far marciare il voto ai diciottenni, il diritto di fa. miglia, la riforma Rai-Tv? Noi vogliamo che si allunghi la lista dei morti per eroina, mentre il parlamento e governo si bloccano con le buone intenzioni. Per questo per la depenalizzazione della M. e la lotta alle droghe pesanti abbiamo steso una proposta di legge e se sarà necesario fare del rumore per farla prendere in cosiderazione lo faremo». Marco Panne/l.1 Lidia Menapace Es. Naz. del Pdup per il comunismo Giova al potere, soprattutto alle sue espressioni più ciniche e delinquenziali, che sulla questione della droga, come su altre, non vi sia un discorso articolato e ,azionale: che tutto sia ]asciato nell'illegalità serve infatti solo ai grandi spacciatori, consente di manovrare il piccolo spacciatore e di ricattarlo (anche per fini di polizia, infiltrandolo, magari, nelle forze politiche). Per questa ragione innanzituttÒ, siamo favorevoli a un discorso preciso sulla questione, come quello che, tra gli altri, fa il vostro giornale: un discorso cioè che dichiari guerra alla droga pesante, all'eroina, e colpisca severamente gli organizzatori della sua diffusione; che consideri tuttavia i tossicomani dei malati e non dei delinquenti e quindi li curi e non li incarceri; che inoltre chieda la depenalizzazione della droga leggera, proprio per potere, su questa depenalizzazio15 ne, impostare il tema più importante, cioè una vera ed efficcae campagna contro la droga come sostituto dei rapporti sociali. Noi siamo convinti che la diffusione della droga denunci un fatto reale, cioè la condizione emarginata e dipendente dei giovani, la mancanza di prospettive e le difficoltà di rapporti umani; crediamo che a questi problemi la droga, quella leggera e « socializzante», non dia una risposta efficace e che l'eventuale uso della droga (come delle sigarette o del vino) possa avere un significato politico indifferente, solo quando non serve a mascherare la rinuncia a costruire altre e più significative soluzioni. In sostanza noi siamo favorevoli a che questo problema venga dibattuto in tutta la sua portata politica, una volta rimossa la coltre di quelle ipocrite complicità che impediscono di giudicare in modo razionale. E questo perché vogliamo che col dib'artito si apra un confronto scrio sulla condizione giovanile, sulle prospettive di questa società, si scatenino forme di lotta. si costruisca un progetto complessivo: con questo animo e intendimento appoggiamo la vostra campagna. e questo respiro generale intendiamo portarvi come nostro specifico contributo. Lotta Continua Sulla droga pesante il giudizio è drastico e inequivocabile: si tratta di un'arma micidiale, strumento di una offensiva antipopolare e antigiovanile, diretta dalla Democrazia Cristiana, gestita dai fascisti e dai corpi armati dello stato per aggravare ulteriormente la miseria della condizione di alcuni strati giovanili all'intero della società capitalistica. LQ nouz1e sulla « riconversione produttiva » dell'industria della droga con la sostituzione delle droghe pesanti - a prezzo ridotto - in luogo delle leggere, sono confermate quotidianamente da quanto apprendiamo, da moltissime città. Ma riteniamo sia giunto il momento di passare dalla propaganda e dalla denuncia a concrete iniziative di lotta. E' possibile che il movimento degli studenti, come sçttore organizzato del proletariato giovanile, si assuma questo compito di salvaguardia dell'identità politica, sociale, culturale delle masse giovanili e della loro incolumità fisica e biologica. La controinformazione di massa sul traffico e lo spaccio della eroina a partire dalle scuole e dai quartieri popolari, l'autodifesa nei confronti degli spacciatori, la loro epurazione: ecco alcune iniziative praticabili da subito. L'inchiesta svolta dai compagni di Milano dimostra come la mappa dei luoghi e dei trafficanti di eroina corrisponda minuziosamente aJla toponomastica dei gruppi fascisti e dei locali eia essi frequentati. E' un lavoro questo che deve essere fatto ovunque. Rispetto alle droghe leggere, una volta accertato il carattere innocuo di esse, il discorso diventa più complesso. Come organizzazione rivoluzionaria che lavora all'interno del proletariato giovanile e ne conosce le esigenze e le manifestazioni, ci dichiariamo a favore della depenalizzazione delle droghe leggere, perché l'illegalità in cui vengono accomunate a quelle pesanti è l'incentivo fondamentale per il passaggio al consumo dell'eroina: non quindi una presunta (e dimostratasi falsa) dipendenza fisica, ma una di tipo psicologico, manovrata e guidata. Detto questo, però, i nostri compiti non possono considerarsi esauriti. Esiste una « ideologia della droga leggera», all'interno anche di settori del movimento che va dialetticamente affrontata e battuta. E' quQIJa che inierpreta e pratica ]'uso della droga leggera come risposta - pur se riconosciuta parziale - alla propria volontà di comunicare, e il « fumo collettivo» come surrogato o incentivo di rapporti umani non alienati e non logori. Ritengo questa una tesi profondamente sbagliata. Il vasto e arduo terreno della costruzione di rapporti liberati e emancipatori all'interno delle organizzazioni rivoluzionarie, delle masse, e quindi della nostra vita quotidiana non può essere affrontato con soluzioni fittizie e, in sostanza, regressive. La volontà, l'energia, l'intelligenza e l'umanità riversata nella pratica comunitaria del « fumo» tra compagni potrebbero essere indirizzate, piuttosto, verso l'impresa - certo faticosa - di una rifondazione delle nostre relazioni collettive e interpersonali. E' a questo livello che si vince e ci si emancipa. Il che presuppone, evidentemente, una battaglia politica, culturale e ideale nel proletariato giovanile, all'interno delle organizzazioni politiche e degli organismi di massa, evitando rigorosamente gli atteggiamenti di sufficienza, le ipocrisie e i moralismi, ma anche l'opportunismo giovanilista e codista. La battaglia per una « rivoluzione culturale» nei rapporti interpersonali e per una nuova idea e una nuova pratica della morale, della sessualità, dell'amicizia, dell'amore, della maternità, non è certo cosa nuova né facile; molti ci si sono misurati e, generalmente, con poveri risultati. Non è una buona ragione per rinunciarvi definitivamente o per ricorrere ad espedienti e a scorciatoie. Luigi Manco11i
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