PERUSARE LAMUSICA LACULTURA EALTRECOSE LUGLIO1975 LIRE500 SPEDAB8 POST 11710 --
Collettivo redazionale • (Via Alessan• drla, 119 • 00198 Roma • Tel. 8448483). Glalme Pintor (direttore). Lidia Ra• vera (vice direttore). Carlo Rocco (capo redattore). Danilo Moronl (ca· po servizi musical. Maurizio Baiata, Goffredo Coppola, Chicco Ricci, Ange· lo Camerini, Collettivo di via Anfossl di MIiano, Fernanda Plvano, Roberto SIivestri. Renzo Ceschl. Antonio Bel• monte, Gino Castaldo (Jazz). Sandro Portorelll (folk). Mauro Radice (pop), Danlel Calmi & Gianfranco Binari (Hl•FI). Coordinazione editoriale: Lydla Taran• tlnl - Impaginazione e grafica: Etto• re Vitale - Fotografia: Piero Tognl - llluatrazlonl: Laura Cretara. Posta Contrappunti ai fatti Inchiesta sulla droga Folk • L'altra america Hanno collaborato: Gianni Nebbiosi, Giovanna Marini. Lo· rena e Francesco. Filippo La Por• ta. Circoli Ottobre, Teresa Tartaglia, Giorgio Conti (da Londra). Roberto Lanari (dagli Usa). Agnese De Dona• to, Gianfranco Glagnl, Davld Grleco, Camlllo Coppola, Sergio Dulchln, En· rlco Facconl. Stefano Ruffini. Terenzio Mamlanl. Goffredo Foti, Nancy Ruspoll, Mario Schifano, Simone Dessi. Cosa è rimasto della West Coast Nazi Rock Al tramonto del Soul Tony Esposito Storia del jazz - Elllngton Muzakconcerto Planet Waves Parco Lambro • Intervista a Valcarenghi Le comuni rivoluzionarle Vecchi miti • Zappa Dischi La cattiva coscienza Fabrizio De André Fumetti • Marlowe L'asino La pagella Il Giro d'Italia Garzoncello scherzoso Teatro Cinema ...e l'ultima rimase zitella !I sesso salvato dal ragazzini Sparate a vista L'Eco del paradosso L'Intervento del • Fuori! • nelle scuole HI-Fi 3 Edizioni: Publlsuono • Via A. Valen• zlanl, S • 00184 Roma • Tel. 4956343· 3648 - Ammlnlsrtzolone: Patrizia Ot• tavlanl - Pubblicità Lydia Tarantini - Segreteria editoriale: Elvira Sallola - Direttore responsabile: Luciana Pensuti - Abbonamenti (12 numeri) Lire 5.000 ccp n. 1/55012 intestato a: Pu• bllsuono - Via Valenzianl. S • Roma. Un numero Lire 500, arretrato lire 800. Diffusione: Parrlni & C.• Piazza Indi· pendenza, t 1/b • ijoma • Tel. 4992. Linotipia: Veiox • Via Tiburtina, 196 • Roma - Fotolito e montaggi: Cfc • Via degli Ausoni, 7 • Roma - Stampa: Agi (Arti grafiche della Lombardia) gruppo Mondadorl IMI), Muzak non accetta pubbllcità redazionale. Gli articoli, le recensioni, le immagini e le foto di copertina sono pubblicate a unico e indlpenden• te giudizio del collettivo redazionale. Registrazione Tribunale di Roma nu• mero 15158 del 26•7-1973. 7 Giaime Pintor 9 Lidia Ravera e Danilo Moronl 1O Sandro Portelli 16 Mauro Radice 19 Maurizio Baiata 22 Danilo Moroni 24 G.C. 26 Gino Castaldo 29 L.R. Fernanda Pivano G.P. Simone Dessi S.D. Carlo Rocco Corrado Sannucci Agnese De Donato Glalme Plntor Lidia Ravera Agnese de Donato Goffredo Fofl G.P. Gianfranco Binari 31 33 35 37 39 40 45 46 47 48 49 50 51 51 52 54 55 56 57 58 61
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Posta Spett. Direttore indirizziamo la presente perché informi l'opinione pubblica di situazioni anomale ultimamente verificatesi nella nostra città frutto chiaramente di manovre politiche rendenti a rafforzare un potere politico messo in crisi dai risultati delle ultime elezioni. Dopo il clamoroso fallimento del processo montato ai danni di esponenti della sinistra sarda I caso Pilia), che contrariamente alle previsioni delle autorità giudiziarie è servito soltanto a mettere in luce le camorre di quelli che da 30 anni detengono il potere, si è in questi giorni dato il via ad una vasta operazione repressiva, con uso ed abuso di metodi pi,1 o meno legali, ai danni di quella parte di giovani « diversi » ( per la società benpensante) il cui unico torto è quello di rifiutare apertamente determinati schemi e valori imposti da una società sfacciatamente ipocrita e sostanzialmente marcia. Questi i fatti: una settimana fa la polizia è riuscita, con un'abile manovra preparata da lungo tempo, a mertere le mani su due ragazzi trovati in possesso di due etti e mezzo di hascish (di cui il 70%, per ammissione della stessa polizia, è risultato non essere sostanza stupefacente) i due sono stati fermati con il solito sistema dell'agente infiltrato. I giovani, 17 e 22 anni, venivano interrogati e successivamente tradotti, dietro mandato di cattura per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, alle carceri giudiziarie di Buoncamino. A questo punto la magistratura di Cagliari, particolarmente reazionaria, con l'aiuto della stampa locale sfruttava politicamente il caso portandolo a livelli di traffico internazionale e divulgava notizie (accompagnate da minacce) tendenti ad impressionare e spaventare l'opinione pubblica mostrando come unico possibile tutore dell'ordine e difensore della morale il solito sistema politico che da trent'anni gestisce il potere. Il caso nel frattempo subisce sviluppi clamorosi malgrado l'inconsistenza di fatti e prove in mano della polizia fino ad arrivare all'arresto arbitrario {avvenuto questa mattina) di altri due giovani ( 16 e 2 l anni), arres10 basato esclusivamente su testimonianze, oltre che chiaramente dist0rte, estorte con la violenza, dato che le perquisizioni effettuate alle case ed alle persone degli ultimi due arrestati, sono risultare assolutamente infruttuose. Ci risulta inoltre da fonte certa ( il legale di uno dei due primi arrestati) che i ragazzi mostrano segni evidenti di violenza (ematomi ed escoriazioni). Arrivati a questo punto, e prevedendo ulteriori simili a6usi, chiediamo l'appoggio delle forze democratiche pt:rché la Sardegna cessi di essere palestra per le e7 sercitazioni repressive, rampa di lancio per giovani magistrati assetati di potere e valvola di scarico delle personali frustrazioni di alcuni tutori dell'ordine. Ringraziamo pregandola di pubblicare la presente al più presto e confidando nel vostro tempestivo interessamento. Comitato di co11troi11/ormazione Giaime Pintor si diverte con molta leggerezza a dare etichette, a far finta di commentare film, riducendoli in realtà a sketh giornalistici. Cosl Sweet Movie è reazionario ma non si spiega perché. Ci si può divertire a scherzare sul diabete o sul mal di pancia, ma dover distruggere un film solo perché ha azzardato alcune critiche non soltanto alla società borghese, è il colmo del dogmatismo rivoluzionario. Tanto Sweet Movie critica in modo violento con una satira, sempre allegorica, ma pesante anche la nostra società: dalla morale sessuale alla mercificazione dei rapporti; dal virilismo maschilista ai medici borghesi. Ma a difendere questo film si passa per eretici anticomunisti o maniaci della rivoluzione pornografica. Invece Sweet Movie cerca di capire quanto il nostro essere comunisti è conragiato da definizioni mitologiche, sterili schemi, atti contrari a noi stessi. Non è paura della rivoluzione che ti ammazza ma volontà-di-andareavanti, visto che le rivoluzioni, quelle che ci sono state, sono ben lontane da quello che avrebbero dovuto essere in teoria. Anche le scene di Katin, al di là dei vostri cavilli sui nazisti e sugli eccessi di pacifismo, sono la giusta condanna di un sistema politico, lo stalinismo, che si regge sulla burocrazia e sull'autorità e questo non è cerro, secondo noi, il comunismo. Può darsi che ci sbagliamo, ma spiegateci i motivi, non raccontateci sempre barzellette. Franco, Giuliano e Marcello Pi111orè assuefatto alla polemica, drogato. Quando ha una penna in mano 11011si riesce a governarlo. Usa le parole come 11110schermitore il suo arsenale di colpi segreti e finché non vede registri, attori, scrittori e poeti, rantolanti chiedere pietà 11011si ferma. A parie questi vizi, però, il film è e resta secondo noi, completamente ambiguo. /11/atti a voi è sembrato intento alla sinistra, a un m11icomio addiritlura roba da rivoluzione culturale, a Pinlor reazionario e stomachevole, a mia zia, fervente anticomunista, perennemente incerta fra Cavallina e Solge11itsi11, quando è uscila dal cinema mi ha de/lo, radiosa, « Vedi? te l'avevo detto che i rossi sono /utli assassini». Sto percorrendo in bicicletta il tragitto di ritorno. Sono fuori, respiro l'aria {inquinata). vedo la luna (conquistata), vedo il verde (artificiale) e cerco di vedermi regista di un film con la musica di Stockkausen. Penso, vedo, sogno, paesaggi spaziali ... la mente spaccata... l'ego partito in saccapelo ... e tutto il pianeta terra ritornato in Libertà ... Lucky Praw Ogni tanto abbiamo l'impressione che le lettere siano 1111pretesto per far finta di essere poeti. Poeti finti natura/men/e quelli che si occupano preferibilmente di spazi siderali, vibrazioni, saccapeli e altri tmdersimboli di 1110110suono e poco significato.
CANZONIERE DEL LAZIO: al Festival Pop di Re Nudo al Parco Lambro di Milano, il Canzoniere del Lazio presenta il suo LP « Lassa stà la me creatura• (lntingo-lTGL 14003) Questo numero speciale di Muzak è uscito in occasione del concerto di P.zzaNavona e distribuito solo a Roma. Per riceverlo basta inviare L. 500 (L. 200 + 300 di spese postali) in francobolli a: Edizioni Suono S.r.l. Via Flavia, 104 - 00187 Roma Contiene un manifesto a colori Sommario: La musica non si vende Fuorilegge il frascati? Cultura è stare Insieme ... Intervista a Steve Hlllage La scuola di Canterbury La Virgin Discografie e articoli su: Robert Wyatt. Henry Cow. Gong Articoli sulla festa e sul significato della campagna per la depenalizzazione della marijuana 8
Contrappunatiifatti Pocofumo emoltiarresti Giaime Pintor Mai come in questi ultimi tempi abbiamo assistito a una diffusione così capillare, organizzata delle droghe, quelle vere, quelle che ammazzano. E mai come in questi ultimi tempi la stampa i corpi repressivi dello Stato, la nostra tragicamente ridicola TV strombazzano incoscientemente di terribili droghe come hashish o marijuana. Se il nostro codice non funzionasse a senso unico (in difesa dei potenti contro gli oppressi) ci sarebbe di che far partire molte denunce per diffusione di notizie false e tendenziose. Non ultimo, data la sua restaurata funzione di espressione del perbenismo ipocrita, arriva il Corriere della Sera, che dando notizia del lavoro svolto nell'anno passato dalla Guardia di Finanza cita: sono stati « sequestrati nove chili di cocaina, un chilo e mezzo di hashish, otto chili di olio di hashish fa (la terribile droga comparsa un anno fa sul mercato clandestino) ». E l'eroina? E nove chili di cocaina, la droga dei ricchi, vi paiono un gran successo? E chi, in quale . parte del mondo, quale scienziato che non sia offuscato nelle sue ricerche dal desiderio di far felici i suoi padroni, ha mai detto che l'olio di hashish è terribile? Ma a chi giova tutta questa confusione, questo far leva sulle paure viscerali, questo stato di ignoranza? A chi giova questa legislazione, che definire barbara è poco, che manda in galera piccoli fu. matori d'hashish come grandi spacciatori, poveri ragazzi drogati (nel vero senso della parola) che avrebbero bisogno di cure e agenti della mafia internazionale? E anzi, cifre alla mano, che manda in galera i primi ma, guarda caso, non riesce mai a mettere le mani su chi muove questo traffico, su chi alza con indifferenza centinaia di miliardi ammazzando giovani sconcertati, ignoranti, deboli, indifesi, posti ai margini di una società senza valori e senza morale (quella vera, non quella bigotta)? Ecco dov'è il nodo da sciogliere. Sono solo tre punti, in_nocui, a modifica enorme di una legge che difende, di fatto, l'omicidio organizzato, a modifica sostanziale di una piaga sociale. 1) Lottare senza mezzi termini e con tutte le armi, prime, naturalmente quelle della vigilanza di massa, della solidarietà umana, contro le droghe vere, dure, fasciste, comunque le vogliate chiamare, i derivati dell'oppio, per intenderci: eroina, morfina, cocaina. 2) Distinguere seriamente fra spacciatori e consumatori di droghe dure colpendo seriamente i primi, curando altrettanto seriamente i secondi. 3) Depenalizzare, non liberalizzare, le « droghe » leggere (che droghe di fatto non sono), i clerivati della canapa indiana, psico-stimolanti blandi, il cui uso è fatto personale su cui lo Stato non ha alcun diritto di intervenire, cosl come interviene sull'alcool, sulle sigarette, sugli psico-farmaci. Sono tre punti di un programma che richiede una 9 grande mobilitazione. Tre punti collegati: non si batte l'eroina se non si distingue fra spacciatori e consumatori e se non si smette di perseguitare, a volte a scopi politici più che sanitari, chi vuol farsi lo spinella con gli amici. E' nelle scuole, nei quarneri (soprattutto nei ghetti proletari e sotto-proletari), nelle occasioni di socializzazione dei giovani che la vigilanza deve essere massima. Deve essere battuto il tenta tivo di far passare le droghe dure, magari togliendo dal mercato quelle leggere, e agendo sui più deboli e esposti (qualcuno dimentica che un quattordicenne è morto di eroina da pochi giorni?). Qualcuno ci accusa di non fare il nostro lavoro, di usare questa battaglia a sproposito, di non cogliere la difficoltà che ci si mobiliti su queste parole d'ordine. Ma si può, ci chiediamo e chiediamo a questi « sepolcri imbiancati », assistere indifferenti a un omicidio continuato come questo, a un fenomeno così massiccio, a una serie di fatti tristissimi che ci colpiscono ogni giorno e da vicino? Non siamo pro- . feti di sventure: siamo però coscienti che le nuove forze giovani, che tante prove positive hanno dato e continuano a dare, non meritano di essere colpite in questo modo, non lo permetteranno. Con la coscienza della limitatezza delle nostre forze non conduciamo nessuna battaglia « privata », ma come giornale di massa e popolare invitiamo chi ne ha la forza di farsi carico del problema, a portarlo avanti, a farne il centro di una battaglia civile e umana. Ancora una volta non è su le zampette corte di qualche movimentino, gruppetto, comitato o - peggio - giornale che deve camminare questa lotta, ma su quelle ormai robuste e capaci di tutto il movimento, gestita unitariamente dalle organizzazioni di massa e dai giovani in prima persona. e
Inchiesta Unmorto al giorno: strage distato? Lidia Ravera Regalano eroina, scompare la marijuana dal mercato, regalano ancora eroina, poi i prezzi salgono. Ma le vittime sono già segnate: compreranno. I trafficanti di morte sono gli stessi che vendevano il fumo. Uguali sono i rischi che corrono, gli anni di galera, l'illegalità. ~ono assassini lorQ, e assassina la legge che penalizzando il consum~ di marijuana, costringe trecentomila giovani « fumatori » ai pericoli del mercato clandestino. (Droga, uno) Si incomincia per noia e ribellione, per sentirsi contro, per sentirsi strani, originali, diversi, per fare una cosa proibita, per insoddisfazione, per identificarsi gli uni negli altri e ritrovare un « gruppo », la sensazione di appartenere a un piccolo clan con un suo linguaggio, un suo comportamento, un modo d'essere, dei valori, una specie di grande famiglia da sosriruire a quella odiata, messa in crisi, rifiutata del padre e della madre. In genere è uno spinello, tabacco e hashish, passato di mano in mano sentendo un disco: la musica acquista suggestioni nuove, si ride di niente, si parla di più, ci si sente più intimi, quasi complici, più amici. La solitudine, l'isolamento, il vuoto di affetti a cui la società ci ha condannati con l'individualismo, la formalità di rapporti alienati sembra quasi sconfina si ha voglia di mangiare panna, di fare l'amore. L'illegalità, il disprezzo-paura dei benpensanti aggiungono sensazioni di eroismo e di avventura. Così la pianta della canapa iQdiana (dalla resina si ottiene l'hashish e dai fiori la marijuana) diventa l'albero della felicità proibita: in realtà nessuna sostanza, né chimica né naturale, fa miracoli, anche se i giornali la presentano come una pozione magica, ad un tempo vizio-degradazione e piacere-oziosesso-gioco, contribuendo a trasformare un consumo discutibile come tutti i ~onsumi, in religione, costruendo cioè la sottocultura della droga. « La stampa ha detto che ogni droga, in ogni dose in ogni circostanza è cattiv~. I fumatori di Marijuana hanno provato di persona che quella droga non è cattiva. Hanno perso fiducia nella credibilità della stampa e hanno rovesciato la regola: ogni droga, in ogni dose, in ogni circostanza è buona » dice Guido Blumir, sociolo'. 10 g~ e autore di tre saggi sugli stupefacenti, « Cosl si è creato il ghetto, il ponte fra hashish ed eroina, fra uno spinello e una siringa ». Da un punto di vista farmacologico, infatti, l'ipotesi che l'uso della canapa indiana determini un passaggio alle droghe pesanti non ha nessun fondamenio. Da un'indagine americana è risultato che il 50% degli eroinomani ha un passato di marijuana, ma anche di alcool e di tabacco: è l'unico dato e dimostra ben poco. Di marijuana non si muore e se si muore non è colpa della marijuana ma è colpa della società Non si conoscono casi di morte per marijuana. L'intossicazione acuta prevede vomiro, sensazioni di panico, capogiri ed è, comunque rarissima. La dose letale è stata calcolara in laboratorio: 20 chilogrammi, cioè 40 mila volre la dose abituale. Non esistono tossicomani da marijuana: si può smettere di fumare in qualsiasi momento, anche se si fuma da anni. Sul piano fisiologico, infatti, non si crea nessuna dipendenza, si creano semmai aspetrarive di ripo psicologico, ma allora bisogna metrere sottoaccusa la miseria della condizione giovanile, una società senza valori una scuola senza contenuti, un futuro precario o la competizione, lo squallore della borghesia. Bisogna mettere sottoaccusa conclusione a cui è pervenu'. ta anche la comm1ss1one Wootton (comitato di indagine sulla dipendenza dalle droghe formato sll emanazione del governo britannico e presieduto da una baronessa non cerco psichedelica), la inclusione della canapa indiana e dei suoi derivati nella lista delle droghe illegali, che mette i consumatori di marijuana a contatto col mercato clandestino. « La prima volta che ho sniffato eroina era un periodo che a Milano non si vedeva più fumo, il settembre del1 'anno scorso, io frequentavo la piazzetta dietro l'ospedale a Niguarda, vicino a Milano e Il compravo hashish. E' stato quello che me lo vendeva di solito che un giorno mi ha detto: ti faccio provare una cosa meglio e te la regalo, perché sei un amico e se non ri va tanto non hai speso niente. Era un terzo di grammo di eroina. L'ho presa, è stata una botta in testa. Per tre ore pensieri velocissimi non facevi a tempo a ferr:iarne uno e non riuscivi mai a ricordare, ti scappavano tutti ed era come se si bloccasse il cuore», è S.V., diciotto anni, capelli selvatici, magrissimo, occhi spersi e gesti nervosi, parla lentamente ma muove in continuazione le mani: la sua storia è la storia _di tutti: prime dosi, abitudine, costretto a rubare per procurarsi la roba quando lo spacciatore, considerandolo corto a puntino, gli ha alzato di colpo il prezzo a 60 mila lire al grammo. Arrestato mentre rubava una radio da un automobile, peggiorato in galera dove le droghe pesanti vengono fatte circolare per fiaccare nei detenuti ogni volontà di sopravvivenza all'istituzione e annullarli definitivamente. Tornato in libertà è ormai un drogato secondo lo stereotipo borghese: emarginato, malato, ladro, isolato, impegnato esclusivamente nella ricerca affannosa di una sostanza che è ormai tutta la sua vita. La società non lo cura, né renra di punirlo, ma lo usa. E' la spia della polizia che incastra gli amici in cambio dell'immunità, per soldi, per droga. E' il piccolo specciatore che inizia altri all'eroina diventando a sua volta venditore di morte per guadagnarsi la possibilità di mantenersi in vira, 50, 60, l 00 mila lire al giorno, perché le dosi necessarie diven-
tano più massicce coll'aumento dell'assuefazione. Eroina e Cocaina, un'Impresa che garantisce il 2000 per cento di profitto Le droghe pesanti sono l'unica merce che garantisce clienti fissi indipendentemente dalle variazioni di prezzo, dalle leggi di mercato, più che clienti schiavi. In Italia oggi ci sono cirea 5 mila tossicomani, ciascuno spende in media 30 mila lire al giorno, è un affare da 150 milioni al giorno, 50 miliardi ali 'anno ed è garantita una moltiplicazione geometrica perché ciascun nuovo tossicomane costretto a diventare spacciatore inizia altri alla tossicomania. Per la nostra società basata sul profitto e sullo sfruttamento, ottenere contemporaneamente miliardi e individui ridotti a larve in cerca di droga, incapaci di ribellarsi, di avere coscienza, di lottare, socialmente schiavizzati e ricattabili è l'affare ideale. A questo affare ideale è funzionale la confusione legislativa, la disinformazione premeditata degli organi di informazione, 5500 arresti di consumatori di Marijuana dal 1968 al 1972, che nelle patrie galere, spesso, hanno la loro prima esperienza di droga dura. Chi regge i fili Finora l'Italia era un mercato di transito, in posizione strategica fra paesi produttori e paesi consumatori ( i paradisi liberalizzati del nordeuropa). Adesso, dopo una campagna iniziata nel 1970 con l'introduzione di oppiacei da farmacia, amfetamine, oppio, barbiturici, sonniferi (metaqualone), tranquillanti e altri modelli politossici, una seconda· fase, durata dal 1972 al 197 ➔, di diffusione di droga pulita a basso prezzo e contemporanea scomparsa strategica delle droghe leggere, il terreno è pron- +
to per la sostanza che consente i massimi guadagni: l'eroina. Quasi tutti i giorni si legge sui giornali di giovani morti per « overdose ». I giornalisti, tranne quelli dei quotidiani apertamente fascisti all'avanguardia dell'imbecillità, sono costretti a riprodurre le distinzioni fra cannabis e oppiacei. Le grida d'allarme si moltiplicano e le tavole rotonde con sociologi e psicanalisti sostituiscono la caccia alle streghe. Ogni nuovo sedicenne assassinato dall'eroina si porta dietro un coro di buoni propositi, socialisti e radicali arrivano ad azzardare proposte di legge. Ma il governo non sembra aver fretta: per ogni morto che impressiona Rischio Rischio Rischio di abuso Rischio di di di assuefa- dipenzione <lenza fisica psichica Alcool sl alto alto Anfetamine discusso alto alto Caffè no moderato raro Marijuana no scarso raro Oppiacei sl alto alto (eroina, morfina, codeina, oppio) Sigarette (tabacco) no alto moderato Sonniferi sl alto alto (barbiturici, ipnotici) Tranquillanti discusso notevole notevole Rischio di assuefazione fisica Alcool • Anfetamine • Caffè o Oppiacei (eroina, morfina, codeina, oppio) • Sigarette o (tabacco) Sonniferi (barbiturici, • ipnotici) Tranquillanti • aumento delle dosi sl sl sl no sl sl sl sl Rischio di dipendenza psichica •• o • • • • Effetti nocivi (nei tempi brevi) Effetti noc1v1 (a lungo termine) diminuzione delle facoltà di giudizio, dei riflessi e del controllo. forme di pesante farmacodipenden- ,a. Danni irreversibili al fegato e al cervello. nausea, mal di testa, nevrosi, irritabilità, palpitazioni cardia- perdita di peso, psiche. cosi tossica scarsi insonnia, nervosismo. Farmacodipendenza. Danni cromosomici. scarsi normalmente nessuno. diminuzione delle fa. costipazione, perdita coltà di coordinazio- di peso; temporanea ne. impotenz~. scarsi cancro ai polmoni, malattie cardiache, tosse, ecc. Forte farmacodipendenza. diminuzione delle fa. irritabilità, assuefacoltà di giudizio, dei zione con gravissime riflessi e del con- malattie da astinenza. trollo. disorientamento, ri- la sindrome d'astiduzione della memo- nenza, in seguito a ria. brusca interruzione, Rischio di abuso •• o • o • • Rischio di aumento delle dosi • • • • • • • simile a quella di alcool. Effetti Effetti nocivi {nei nocivi {a lungo tempi brevi) termine) • • • • o • o • o • • • • • (le due tabelle sono state trat• o PARI PERICOLOSITA': stesso grado di pericolosità della marijuana. te dal rapporto del prof. Joel Fort alla .. commissione sullo • PIU' PERICOLOSO: maggior grado di pericolosità della marijuana. abuso delle droghe • all"ONUJ. 12 e fa piangere la mamma di Italia elettrice democristiana e delude i maniaci da carosello sulle gioie della gioventù, si allarga il numero di giovani proletari e sottoproletari sottratti alla vita, alla politica, alla rivoluzione. Per molti è il manicomio, lo elettroshock, l'annientamento. Dovrebbero essere curati con somministrazione di vitamine B12, tranquillanti, per diminuire la frequenza e la portata delle crisi da astinenza (epillessia, collassi), metadone (una specie di droga minore che rende graduale la disintossicazione). Non costa molto e non è impossibile, basta seguirli 24 ore su 24 perché l'angoscia non li spinga a ricadere o a uccidersi. Si preferisce scaricarli, sosistituendo la punizione alla cura. Si dovrebbe colpire i grossi spacciatori, quelli che mai si sono drogati e mai si drogheranno perché la loro droga è il denaro, e che nelle pene previste dal codice subiscono lo stesso trattamento dei fumatori di marijuana: da tre a otto anni di reclusione per una pipa incrostata di hashish, da tre a otto anni di reclusione per l'importatore di eroina, quotidianamente responsabili del reato di tentata strage. Anche qui i nomi si sanno: « sono una ventina di personaggi a Roma, protetti dal Nucleo antidroga dei carabinieri - dice un ex-spacciatore - gente come Roberto Trina, grosso trafficante di morfina, denunciato nel 197 3 da un tossicomane e arrestato soltanto due anni dopo quando il suo lucroso giro comprendeva ormai anche lo spaccio di eroina ». Oggi in Italia si contano circa 300 mila consumatori di marijuana (il 37% degli studenti medi ha fumato almeno un paio di volte) molti di loro sono potenziali futuri eroinomani, molti di loro potrebbero morire, se la marijuana continua a essere illegale. e
Droga Diogni erba unhascisc Dantlo Moroni Perseguitati come viziosi, descritti come rachitici, suicidi e schizofrenici i fumatori di marihuana dal 1940 sono costretti alla clandestinità. Ma l'emarginazione è la strada più breve per la tossicomania. Oggi l'uso della marijuana in America, il paese dove si accese circa quarant'anni fa il primo campanello d'allarme contro la nuova piaga sociale, è quasi legale. Nulla naturalmente può essere « quasi legale » e non ostante il dispiegamento di uomini della narcotici necessari per controllare il commercio d'eroina, qualcuno continua ad essere arrestata anche 11per i soliti due grammi di hashish. Furono i coloni della Nuova Inghilterra a portare in America le prime piante di Canapa Indiana di cui si servivano per fare corde, olio da vernici, fertilizzante e mangime per uccelli. Quando verso la metà degli anni trenta il problema cominciò a tormentare il sonno dei castigatori del costume c'era gente, e furono i primi ad essere arrestati, che coltivava ancora la marijuana nel giardinetto di fronte casa, come aveva imparato dal nonno messicano. Il primo coltivatore di canapa che si ricordi nella storia degli Stati Uniti è George Washington come egli stesso confida nei giorni 12 e 13 Maggio e 7 Agosto 1875 del suo diario, eppure una certa diffu. sione a livelo popolare del fenomeno doveva arrivare soltanto negli anni quaranta. Accanto alle droghe legali: alcool e tabacco esistevano allora i vizi diabolici consistenti in un paio di innominabili perversioni sessuali e nel fatto di fumare la droga. Erano gli anni in cui la dolce « Mary Jane » era conosciuta come « Assassina Della Gioventù » e il consumatore veniva descritto come un'essere zompettante dagli occhi sempre umidicci, rachitico, moralmente corroso e pazzo criminale. E' un fatto che a quei tempi le autorità attribuivano tranquillamente all'incremento dell'abitudine di « fumare » l' aumento della criminalità nei vari stati. In quei giorni essere arrestati per « droga » drammatica a giudicare dall'espressione di Gene Krupa mentre sale sul cellulare, arrestato per detenzione di marijuana, e dalle parole tragiche di Robert Mitchum a sua volta arrestato nel '48: « Be', questa è l'amara fine di tutto - la mia carriera, la mia casa, il mio matrimonio. Sicuro, fumo la marijuana da quando ero ragazzino. Credo che ho sempre saputo che m'avrebbero preso ... ». Nessuno pensava che esagerasse a quell'epoca. Krupa e Mitchum sono un po' i pionieri di una nuova epoca, di una battaglia silenziosa e passiva che i consumatori di « erba » hanno portato avanti per anni in difesa della propria abitudine considerata aliena. Le Fumate Storiche Degli Anni '60 Negli anni '60 l'ascesa degli idoli di carta musica ad una popolarità mondiale portava alcuni esponenti della nuova generazione di « testefumose » ad una posizione di considerevole potere, tanto da potersi permettere azioni esemplari fino a qualche anno prima impensabili. Fu il caso dei Beatles al tempo della loro nomina a baronetti del Regno: in quella occasione, dichiara nel 1970 Lennon al National Enquirer, i Beatles avevano fumato una sigaretta riempita nella toilette di Buckingham Palace. In quella stessa occasione John rivelò anche le scene del primo film Help che erano venute meglio erano in realtà quelle in cui i quattro non ce la facevano a muoversi dal pavimento per la quantità d'erba che avevano fumato. Nello stesso periodo la antropologa americana Margaret Mead faceva il punto della questione affermando: « La marijuana non è nemmeno lontanamente dannosa quanto l'alcool... non fa male a meno che non venga assunta in dosi enormi. Stiamo danneggiando il nostro paese, la nostra legge il rapporto tra giovani e adulti con questa proibizione ». Nel frattempo la Canapa faceva l'ingresso in un altro mondobusiness fondamentale: in più di una scena di Easy Rider, Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson fu. mavano vera« erba ». « Sicuro », Nisholson, ormai beniamino delle signore di tutto il mondo « abbiamo fumato vera marijuana nel film. Eravamo in campagna e non c'era nessuno per arrestarci li ». E' stata una cosa insignificante dato che fumo marijuana da dieci dodici anni. Del resto ormai tutti " fumano " no? Almeno tutti quelli che conosco io ». Naturalmente queste ammissioni da parte di personaggi pubblici come quelli citati hanno contribuito a smitizzare per la grande massa il personaggio ributtante di fu. matore d'erba creato dalla stampa degli anni quaranta e nello stesso tempo molti hanno cominciato a essere meno timidi nell'ammettere la propria abitudine e addirittura sono cominciate a fiorire le industrie intorno al fenomeno. In ogni Drugstore di Londra troverete oggi uno stand appositamente adibito ad articoli da « fumo » come cartine, pipe ad acqua, pinzette per tenere la cicca senza bruciarsi e cose simili. La Rizla, nota casa francoinglese produttrice di cartine per sigarette, ha iniziato l'anno scorso la fabbricazione del modello King Size, molto più lunghe e larghe delle standard, che servono senza alcun dubbio da parte di nessuno ad arrotolare i joints (sigarette più grosse del normale per permettere a quattro o cinque persone di fumare insieme), eppure, mentre la Rizla fa legalmente i soldi col nuovo prodotto, la gente continua ad essere fermata e multata (se non altro li si limitano a una multa) per possesso di Canapa Indiana. « Già quattordici nomi di fabbrica per sigarette di marijuana sono stati depositati in caso di legalizzazione... » confidò il Governatore della California Ronald Reagan: evidentemente il sistema sta solo aspettando di aver mes• so a punto i macchinari per ..
ricavare il massimo profitto dall'affare prima di cambiare parere sull'argomento. L'industria alternativa col relativo « advertising » continuano nel frattempo a fiorire in un clima ibrido in cui si puèi anche pubblicizzare la macchinetta per separare le foglie dai semi: basta non nominare il nome della pianta i cui semi devono essere separati dalle foglie. Oltre alla utilizzazione che ha già da qualche anno in gioielleria, la fatidica pianta ha dato vita recentemente ad un altra impresa, fondata da Jerry Mc Gregor e Warren Ziebarth, incontratisi in Messico dove erano andati a farsi un paio di mesi di marijuana intensa, la produzione di piante di è nata una fabbricchetta per plastiche, imitazioni realistiche. « Queste piante sono sfortunatamente costruite c!i un materiale plastico indistruttibile e che non scolorisce. Ci scusiamo con quelli che le preferirebbero fatte di di un materiale più combustibile « ha detto Gerry Mc Gregor, vogliamo che questa bellissima pianta entri in ogni casa, che tutti possano conoscerla. Prima della legge sulla marijuana del '37 essa era conosciutissima come pianta da giardino. Forse iniziative come questa, accanto alla grafica underground e non, contribuiranno alla nascita di una nuova generazione, la prossima, per cui marijuana non significhe- • rà più droga. Quando i bambini avranno familiarità fin da piccoli con questa che non è altro che una pianta della natura da cui, come dall'uva il vino, si estrae una sostanza che fumata (o bevuta nel té) sviluppa un senso di socievole euforia che in certi momenti aiuta gli adulti a superare la freddezza di certe situazioni da metropoli, allora sarà forse possibile responsabilizzare la coscienza dei giovani sul fatto che la « droga vera » porta effettivamente alla morte e che è meglio lasciarla perdere subito. e Candy Barr (15 anni per u10 marlJuanaJ Poter Fonda (da E11y Rlderl • Cannone • al Powder Rldge pop festival L'trrHlo di R. Mltchum (1948) v1r1 arrestati per dr<>i• # o a O< ISMOKMEARIJUANA • lo fumo marijuana • Nlxon Innu11 un panetto
Fiatlex Nuova legge sull'uso e commercio di sostanze stupefacenti Nella legge proposta dal P.R., le differenze fra consumo e traffico, fra droghe pesanti e leggere, fra piccoli spacciatori e trafficanti vengono chiaramente stabilite e legate a criteri quantitativi. Droghe leggere (canapa e suoi derivati) - Non è punibile la detenzione in privato di quantitativi destinati all'uso personale fino a 30 g), né la distribuzione in privato di piccoli quantitativi a persone maggiorenni. La detenzione (fino a 30 g.) o l'uso in luogo pubblico è punita con una multa. La detenzione di quantitativi superiori a 30 g., la cessione a minorenni, lo spaccio e il traffico sono puniti con la reclusione da 1 a 8. Droghe pesanti - La detenzione di piccoli quantitativi per uso personale (fino a tre dosi per non-tossicomani fino a] fabbisogno di due giorni per tossicomani in stato di dipendenza) è punita con una multa. La detenzione di piccoli quantitativi che possono far nascere il dubbio di intenzione di spaccio (fino a dieci dosi per non-tossicomani, fino al fabbisogno di una settimana per i tossicomani) è punita con la reclusione fino a 3 anni. Lo spaccio, l'impostazione e la esportazione di piccoli quantitativi sono puniti con la reclusione da l a 8 anni; la pena è aumentata se la droga è spacciata a minorenni. La prescrizione senza necessità da parte di medici (salvo i casi in cui il soggetto è in stato di dipendenza) è punita con la reclusione da 3 a 8 anni. La detenzione di quantitativi superiori a quelli definiti piccoli, il traffico, l'importazione, l'esportazione, ecc., sono puniti con la reclusione da 3 a 20 anni; nel caso di traffico organizzato, valgono le aggravanti previste dalle leggi vigenti. Giancarlo Arnao Adesioni Hanno aderito alla campagna, lanciata da Muzak, per la depenalizzazione della marijuana e contro le droghe dure: Pdup per il comunismo Lotta continua Partito radicale Fuori! Lega del 13 maggio Circoli ottobre Il pane e le rose Ombre rosse Stampa alternativa Loc Il partito radicale « « Fumerò uno spinello in pubblico. Dicono che sono un esibizionista: ma sono state le mie chiassate a dare spinte decisive alla legge per il divorzio, a quella per l'obiezione di coscienza, alla legge Valpreda. Non sono stati i digiuni dei radicali a far marciare il voto ai diciottenni, il diritto di fa. miglia, la riforma Rai-Tv? Noi vogliamo che si allunghi la lista dei morti per eroina, mentre il parlamento e governo si bloccano con le buone intenzioni. Per questo per la depenalizzazione della M. e la lotta alle droghe pesanti abbiamo steso una proposta di legge e se sarà necesario fare del rumore per farla prendere in cosiderazione lo faremo». Marco Panne/l.1 Lidia Menapace Es. Naz. del Pdup per il comunismo Giova al potere, soprattutto alle sue espressioni più ciniche e delinquenziali, che sulla questione della droga, come su altre, non vi sia un discorso articolato e ,azionale: che tutto sia ]asciato nell'illegalità serve infatti solo ai grandi spacciatori, consente di manovrare il piccolo spacciatore e di ricattarlo (anche per fini di polizia, infiltrandolo, magari, nelle forze politiche). Per questa ragione innanzituttÒ, siamo favorevoli a un discorso preciso sulla questione, come quello che, tra gli altri, fa il vostro giornale: un discorso cioè che dichiari guerra alla droga pesante, all'eroina, e colpisca severamente gli organizzatori della sua diffusione; che consideri tuttavia i tossicomani dei malati e non dei delinquenti e quindi li curi e non li incarceri; che inoltre chieda la depenalizzazione della droga leggera, proprio per potere, su questa depenalizzazio15 ne, impostare il tema più importante, cioè una vera ed efficcae campagna contro la droga come sostituto dei rapporti sociali. Noi siamo convinti che la diffusione della droga denunci un fatto reale, cioè la condizione emarginata e dipendente dei giovani, la mancanza di prospettive e le difficoltà di rapporti umani; crediamo che a questi problemi la droga, quella leggera e « socializzante», non dia una risposta efficace e che l'eventuale uso della droga (come delle sigarette o del vino) possa avere un significato politico indifferente, solo quando non serve a mascherare la rinuncia a costruire altre e più significative soluzioni. In sostanza noi siamo favorevoli a che questo problema venga dibattuto in tutta la sua portata politica, una volta rimossa la coltre di quelle ipocrite complicità che impediscono di giudicare in modo razionale. E questo perché vogliamo che col dib'artito si apra un confronto scrio sulla condizione giovanile, sulle prospettive di questa società, si scatenino forme di lotta. si costruisca un progetto complessivo: con questo animo e intendimento appoggiamo la vostra campagna. e questo respiro generale intendiamo portarvi come nostro specifico contributo. Lotta Continua Sulla droga pesante il giudizio è drastico e inequivocabile: si tratta di un'arma micidiale, strumento di una offensiva antipopolare e antigiovanile, diretta dalla Democrazia Cristiana, gestita dai fascisti e dai corpi armati dello stato per aggravare ulteriormente la miseria della condizione di alcuni strati giovanili all'intero della società capitalistica. LQ nouz1e sulla « riconversione produttiva » dell'industria della droga con la sostituzione delle droghe pesanti - a prezzo ridotto - in luogo delle leggere, sono confermate quotidianamente da quanto apprendiamo, da moltissime città. Ma riteniamo sia giunto il momento di passare dalla propaganda e dalla denuncia a concrete iniziative di lotta. E' possibile che il movimento degli studenti, come sçttore organizzato del proletariato giovanile, si assuma questo compito di salvaguardia dell'identità politica, sociale, culturale delle masse giovanili e della loro incolumità fisica e biologica. La controinformazione di massa sul traffico e lo spaccio della eroina a partire dalle scuole e dai quartieri popolari, l'autodifesa nei confronti degli spacciatori, la loro epurazione: ecco alcune iniziative praticabili da subito. L'inchiesta svolta dai compagni di Milano dimostra come la mappa dei luoghi e dei trafficanti di eroina corrisponda minuziosamente aJla toponomastica dei gruppi fascisti e dei locali eia essi frequentati. E' un lavoro questo che deve essere fatto ovunque. Rispetto alle droghe leggere, una volta accertato il carattere innocuo di esse, il discorso diventa più complesso. Come organizzazione rivoluzionaria che lavora all'interno del proletariato giovanile e ne conosce le esigenze e le manifestazioni, ci dichiariamo a favore della depenalizzazione delle droghe leggere, perché l'illegalità in cui vengono accomunate a quelle pesanti è l'incentivo fondamentale per il passaggio al consumo dell'eroina: non quindi una presunta (e dimostratasi falsa) dipendenza fisica, ma una di tipo psicologico, manovrata e guidata. Detto questo, però, i nostri compiti non possono considerarsi esauriti. Esiste una « ideologia della droga leggera», all'interno anche di settori del movimento che va dialetticamente affrontata e battuta. E' quQIJa che inierpreta e pratica ]'uso della droga leggera come risposta - pur se riconosciuta parziale - alla propria volontà di comunicare, e il « fumo collettivo» come surrogato o incentivo di rapporti umani non alienati e non logori. Ritengo questa una tesi profondamente sbagliata. Il vasto e arduo terreno della costruzione di rapporti liberati e emancipatori all'interno delle organizzazioni rivoluzionarie, delle masse, e quindi della nostra vita quotidiana non può essere affrontato con soluzioni fittizie e, in sostanza, regressive. La volontà, l'energia, l'intelligenza e l'umanità riversata nella pratica comunitaria del « fumo» tra compagni potrebbero essere indirizzate, piuttosto, verso l'impresa - certo faticosa - di una rifondazione delle nostre relazioni collettive e interpersonali. E' a questo livello che si vince e ci si emancipa. Il che presuppone, evidentemente, una battaglia politica, culturale e ideale nel proletariato giovanile, all'interno delle organizzazioni politiche e degli organismi di massa, evitando rigorosamente gli atteggiamenti di sufficienza, le ipocrisie e i moralismi, ma anche l'opportunismo giovanilista e codista. La battaglia per una « rivoluzione culturale» nei rapporti interpersonali e per una nuova idea e una nuova pratica della morale, della sessualità, dell'amicizia, dell'amore, della maternità, non è certo cosa nuova né facile; molti ci si sono misurati e, generalmente, con poveri risultati. Non è una buona ragione per rinunciarvi definitivamente o per ricorrere ad espedienti e a scorciatoie. Luigi Manco11i
AJtramerica Ilcanto chedai ghetti... Sandro Portelli Mentre l'underground ormai ridotto a prodotto di consumo celebra i suoi riti fuori dal mondo, sta rinascendo negli Stati Uniti la canzone politica, opposizione cantata all'oppressione americana. I protagonisti non sono più gli hippies e i ribelli del benessere ma portoricani, giapponesi, indiani, cinesi, donne e operai. Il tredici senembre 1973, tornando a New York dopo un giro nel Sud, chiesi ad una compagna americana notizie del golpe avvenuto due giorni prima in Cile. « Abbiamo fatto una magnifica manifestazione », mi rispose entusiasta. « Pensa, eravamo quasi in mille!» New York ha quindici milioni di abitanti. Dov'erano le migliaia che avevano manifestato per il Vietnam fino a due anni prima (ed erano arivati ad essere 200 mila davanti al Pentagono), che avevano cantato « Om » con Allen Ginsberg tra una manganellata e l'altra alla convenzione democratica di Chicago? Ma adesso i giovani hanno capito la sterilità della protesta politica, hanno capito che fare politica è stare nel sistema. Adesso i ragazzi stanno più avanti, adesso sono fuori del tutto». Mi ha risposto soddisfatta. Tutto bene. Ma almeno centonovantanovemila dei duecentomila di Woodstock se ne stavano a casa a sentire The Mothers of Invention e non si rendevano conto che quello che succedeva in Cile stava cambiando anche loro, molto dentro e molto in profonlità. Che ne è dunque della sinistra americana, del dissenso USA che per venti anni ci si è proposto come modello di stili di vita, che ha fornito i vestiti, i consumi, le parole d'ordine, la musica a tanti ragazzi anche da noi? Possibile che si sia dissolta davanti alla· durezza dei campi di concentramento e alla flessibilità della corruzione nixoniana, che sia spenta davanti alla continuità del regime, alla capacità onnivora del capitalismo americano? O che sia bastata l'inflazione, la paura della disoccupazione, la chiusura degli sbocchi professionali per rimettere in riga tanti ragazzi che fino a poco tempo prima erano nemici giurati del capitalismo e dell'imperialismo? Forse c'entra tutto questo. Ma c'entra anche la incapacità della sinistra e in genere del " movemcnt » americano di costruirsi una alternativa culturale nel senso pieno, capace di resistere ai momenti difficili e non soltanto di aggredire i borghesi con la sua carica provocatoria di novità. Oggi, quello che resta del « movemenr » - o almeno, quella parte del movimento che ancora pensa che sia necessaria un'opposizione politica - attraversa un momento di riorganizzazione, di ripensamento, di consolidamen10. La riscoperta del marxismo, scartato dalla generazione anni '60 che lo aveva scambiato con il dogmatismo staliniano, è uno strumento centrale di questa fase. Cosl anche la ricostruzione di un rapporto con la classe operaia, assai meno integrata e soddisfatta di quanto 16 non la dessero i sociologi del benessere, e oggi sempre più bersaglio della politica di disoccupazione e aumento del costo della vita di tutti i presidenti americani. Certo, questo recupero non avviene senza pagare prezzi. Le dimensioni limitate del movimento impediscono un rapporto di massa con cui verificare linee politiche e proposte operative. I germi dell'antico dogmatismo dei marxisti americani sono tutt'altro che morti, e i gruppi seguono la solita trafila di scissioni e faide settarie che ha caratterizzato nei suoi momenti più negativi anche la nuova sinistra italiana. Anche sul piano della cultura i prezzi non sono stati indifferenti. L'underground ha perso ogni rapporto con questa opposizione politica; si è scavato un'isola di tolleranza e Il svolge i suoi riti, contento che lo si lasci stare e senza fare male a nessuno. Il movimento della musica popolare, che tanto aveva voluto dire fino al 1965 (e soprattutto prima, negli anni '50 della repressione maccanhista, in cui attorno ai gruppi ed ai cantanti popolari come Pcte ceger si era riunito quel poco che restava di opposizione in America) è stato come svuotato di linfa dal successo commerciale. I « folk-festivals » che erano anche momenti di confronto politico oggi sono poco più che rassegne di «curiosità» folkloristiche e di pseudo-divi, spesso francamente reazionari. Forse solo Pete Seeger resta ancora, dopo 35 anni, sulla breccia, con il coraggio di schierarsi politicamentee dalla parte giusta, e facendo ancora della musica che non è inutile ascoltare. Dov'è dunque la canzone di protesta, la musica politica di oggi in America? Evidentemente, riflette la nuova composizione del movimento. Non a caso uno dei nuovissimi gruppi che si muovono nel circuito della sinistra rivoluzionaria si è scelto il brutto ma coraggioso nome di « Socialistics ». Ne fa parte, fra gli altri, Jim Collier, che era stato negli anni '60 tra gli autori di canzoni che riflettevano la condizione afro-americana dei ghetti urbani del nord, un livello di consapevolezza forse un passo più avanti di quello del movimento meridionale dei diritti civili. Adesso fanno una musica molto influenzata dal « rhythm and blues», ma che non ha rinunciato all'eredità della canzone politica degli anni '60. Una componente del movimento che sta producendo cultura e musica in modo rilevante è quella femminista. Tutta una serie di gruppi - la New Haven Women's Liberation Rock Band, la Chicago \Ylomen's Liberation Rock Band, ed altri ancora - hanno fatto un disco collettivo piacevolissimo, assai provocatorio, stimolante. La musica è, ovviamente, rock contemporaneo, ma l'influsso della musica country tradizionale si sente fin dal titolo del disco ( « Mountain Moving Day »). E d'altra parte il fatto che si tratta di canzoni politiche dà ai testi un'importanza maggiore per capire il rapporto con la problematica attuale del movimento: « Secrerary », « Abortion Song »... Un altro gruppo che nasce dal movimento femminista ma è composto anche da uomini è quello messo su da Beverly Grant, e che si chiama The Human Conditicn. Beverly Grant ha seri 110 delle canzoni straordinarie, e le canta con una voce tagliente e aggressiva, che ha imparato le lezioni principale della « country music ». « Janie's Song », dice: « Prima ero Janie di papà, poi ero Janie di Charlie, ma adesso sono Janie di Janie, appartengo a me stessa e nessun altro». Alcune canzoni di Beverly Grant trattano del modo in cui la nuova coscienza femminile deve servire ad una presa di coscienza anche degli uomini. « Jonny's Ali Alone » parla di un uomo che è rimasto solo perché la moglie lo ha lasciato portandosi via i bambini. « Johnny è rimasto solo e cerca di na• scendere il dolore, perché non può farsi vedere a piangere dagli amici; ma comincia a chiedersi il perché di tutto questo, e pensa che forse Janie aveva ragione quando diceva che i re non possono esistere senza schiavi, e che quando gli schiavi ne hanno abbastanza e scelgono di lottare, allora è sempre il re quello che paga». Forse un limite del disco sta nel « sound » certe volte un po' troppo dolcificato del gruppo, che modera l'aggressività straordinaria di Beverly Grant. Altri gruppi e cantanti si rapportano al movimento in generale, con temi antimperialisti, femministi e sulla condizione delle minoranze. Per esempio, The Red Star Singers, che sono attivi sulla costa occidentale (California), hanno un repertorio che va da canzoni sulla guerra del Vietnam ( « Vietnam Will Win! ») a canzoni legate all'attualità della politica interna ( « Four more years of Richard Nixon », prima delle elezioni del '72; « Pig Nixon »), canzoni femministe, ed anche canzoni in spagnolo rivolte alla componente « chicana » della popolazione proletaria della California. Il loro stile è decisamente ibrido, influenzato dal rock e dal jazz; ma una canzone come « Pig 1ixon »
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