Inchiesta E'unintellettuale: haletto quasi unlibro « Io a leggere mi annoio», « Mi va di andare al cinema», « Tex Willer perché mi fa passare il tempo». Sembra che cosl la pensino gli studenti sui piaceri della lettura, sopratturro i maschi e piè, negli istituti tecnici che nei licei, un po' per posa (a me non mi fregate con la cultura), un po' per davvero. Per non accontentarsi di informazioni cosl vaghe e uniformi i redattori de ,, Il pane e le rose » hanno deciso di girare per tre scuole milanesi: un liceo, un istituto tecnico e un professionale femminile, consegnando un questionario pieno di domande su che cosa leggono gli studenti. Ci rea 400 ragazzi per scuola hanno risposto e le battute che giravano sono risultate in parte confermate. Le percentuali di lettori di fumetti sono clamorose: sembra che i giovani si dedichino con entusiasmo maggiore alle gesta di Diabolik (o peggio a quelle di J acula, ecc. ecc.) che ~i testi sacri del marxismo (anche chi è di sinistra), per non parlare della letteratura, rimasta quella di venti anni fa e seguita da figli di borghesi, ragazzine e pierini che affermano di voler fare, adulti, i « grandi poeti ». 1aturalmente c'entra, e molto, l'estrazione di classe in tutto questo: la scuola non dà cultura, neanche più ormai, al livello discutibile dei prodotti culturali (libri, riviste), e chi ha una biblioteca in casa e un « papà che ha studiato», legge qualche libro in più degli altri. Sulla qualità dei libri è meglio soprasseclere: lo stupido e reazionario Monranelli, animatore di quel foglio parrocchiale che è il « Giornale nuovo », è più letto di Lenin, Love Srory, polpettone releromantico, raccoglie più consenti del vangelo hippy « Do it » di Jerry Rubin, resro non cerro fondamentale dal punto di vista della formazione culturale o politica, ma attuale, suggestivo, testimonianza di un momento della storia politica e di costume della nostra epoca. 49 A guidare queste scelte sembra essere una diffusa confusione, un vecchiume, una disinformazione generalizzata: militanti dei gruppi extraparlamentari e piccoli qualunquisti in nome non si differenziano, se una differenza esiste è nelle percentuali che riguardino direttamente il marxismo-leninismo (Stato e rivoluzione, Il manifesto del partito comunista). E' la sottocultura, lo asfittico vuoto della borghesia, la sua crisi complessiva di valori, la sua incapacità nel fare una proposta organica, la sua paura di fornire strumenti di comprensione della real rà. Gli studenti leggono quello che leggevano gli studenti dieci anni fa. Gli stessi poeti (Pre,crr), gli stessi scrittori (Pavese, con i suoi conflitti di intellettuale senza posto nella storia), ormai canonici nelle bibliotechine di classe. Niente è cambiato? Qual- :osa sl, le percentuali che riguardano l'informazione sono alte, i giovani leggono i quoridianini e questo è sicuramente il ~neficio della politicizzazione, spesso leggono anche i quotidiani della sinistra extraparlamentare e, comunque, rifiutano di abitare il sopramondo dell'infanzia, si informano, ormai definitivamente vivono nella società e nella politica. Quello che segue è solo un primo elenco di pubblicazioni autonome e autogestite di tutta Italia. Le esigenze e le istanze che hanno portato a questa eccezionale fioritura di testata sono talvolta diverse, ma mai contrapposte, lo sforzo comune è quello di contrapporre all'informazione falsa e incompleta dei mass media tradizionali, un'informazione di base, decentralizzata, fatta anche con mezzi di fortuna, ma efficacissima se ben distribuita, pubblicizzata, conosciuta. La nostra scelta di inserire nell'elenco vari tipi di riviste, da quelle serie ed affermate, a quelle più artigianali e forse meno rappresentative, non è solo una scelta unitaria, ma parte dalla convinzione di fondo che più sono le voci che si fanno ➔
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