Muzak - anno III - n.03 - giugno 1975

addirittura, a quello che sente nella sua condizione un'occasione di riscatto generale. Ma è indubbio che esso, per la generosità delle si tu azioni particolari mostrate e descritte, possa avere influsso su note,voli strati di giovani magari d'estrazione soitoproletaria o piccolo-borghese (magari nei piccoli centri) che, vivendo in condizioni di perenne angoscia per una situazione di cui non vedono lo sbocco, porrebbero approfittare di queste « esperienze » racconta te a buon mercato. (A difenderli un po' c'è il prezzo proibitivo di quel giornale). Il gioco è più sottile: accanto ai soliti stivaloni e giacconi di pelle, ai falli smisurati e alla descrizione sognante, folsa e razzista di paesi esotici (Marocco, Oriente} e antichità di perfetta gioia omosessuale:, rende a p:.ssare una ideologia: quella dell'omosessualità come malattia da compatire e, se non vi fa troppo schifo, accettare che esista. Nel 1975 con movimenti gay rivoluzionari o radicali in tutto il mondo, con un F.UO.R.I., dalle molte idee e molta intelligenza, c'è ancora chi prega i « normali » di non essere sbattuto nei campi di concentramento! E tutto ciò con lamentele di vario tipo, costruzione di una sottomorale e una sottocultura che tenta di fa. re il verso al suo modello: la sottomorale e sottacultura eterosessuale • borghese . maschile. E così un occhi°o ai sequestri e uno ai denari, completamente strabici, questi giornali passano dai giovani efebi « nature », alle più scalmanare orge omosessual-sado-masochiste, dalla esaltazione dell'amicizia greca, a una posta demente e delittuosa (se è vera), da scialbi raccontini di avventureltc di vacanza e d'amore e morte secondt• i canoni del romam:etlo d'appendice, agli annuci per cuori solitari sotta cui, probabilmente, si ,ìascondono in parti uguali « marchettari » e agenti della buoncostume. Ma sarebbe sciocco se, nella panoramica della stampa a sfondo sessuale, ignorassimo i due filoni colti e borghesi riconosciuti: la stampa per soli uomini overground (Playman e Playboy, fra le maggiori) e quella, per sole donne, altrettanto overground (Cosmopoli tan, Duepiù, Libera}. E non tanto perché questi giornali siano « pornografici », non lo sono di certo nell'accezione del codice penale. Quanto perché essi sono l'altra faccia, americana, della sottocoltura psicopatologica della stampa sessuale. La volgarità, da questi giornali, è bandita non tanta perché è volgarità, quanto perché non sta bene, perché la parola d'ordine di questi giornali è « razionalizzazione », cioè il sesso come gioco della borghesia. Le esigenze, una volta di più, stanno le mille miglia distanti. Femminismo è parola sconosciuta, l'omosessualità è per lo più femminile (socialmente più accettata) ed è rolleraca o blandamente incoraggiata come bisessualità. In un'atmosfera apparentemente calma, pacata e scientifica (si sa, la scienza giustifica tutto) e con venature cui turai-poli tiche progressiste, si cela in realtà una nevrosi da « ultimi giorni di Pompei ». Per cui non è il raggiungimento del sesso liberata la molla di questi giornali, ma la spasmodica ricerca di emozioni sempre nuove, in una spirale per cui, teoricamente, esaurito il Kama-sutra e il Kraft-Ebing, bisogna partire alla conquista delle galassie per trovare nuove eccitanti teorie sulla sessualità. E in tutta passa infine li'deologia sottile del sesso come mercato, della reificazione dei propri sentimenti, divenuti « cose », semplici elementi di un puzzle abbastanza asettico che ricostruito mosrra la faccia corrotta e selvaggia della totale e progressiva alienazione ed espropirazione di sé. C.P 41 Donne ,dipingere Da tre millenni nel Mithila, nel nord dell'India, tutte le donne e soltanto le donne, dipingono. Nel nord dell'India esiste un paese grande come la Sicilia (un reame fondato 1500 anni prima della nostra era dalla razza degli Aryani), che marca l'estrema avanzata della razza bianca ver,o l'est. Questo paese è separato dall'Asia solo dal Bengala. Il paese ha conservato il suo genio e il suo mistero, forse perché non ha mai cercata di nasconderlo a nessuno. Il Mithila fu sempre aperto a tutti. Rimane questo interrogativo: perché le donne, solo le donne, dipingono? Attraverso di loro passa una tradizione sacra. I dipinti sono impregnati di tantrismo, una credenza remota che lega l'uomo al cosmo. Dopo essere entrata in uno staro di Yoga, la donna del Mithila svela le forme che trova nel fondo del suo raccoglimento. Secondo un costume famigliare, certe donne disegnano mentre altre coprono le figure con i colori: l'inventiva sembra infinita. I CO· lori sono pres; dalla natura: acqua di riso per il bianco, fuliggine per il nero, sterco di bue asciutto per il marrone, sandalo per il giallo, indaco raccolto nei campi per il blu, ella compone sia rnn le dica, sia con un filo bagnato nel colore, disegni elaboratissimi, che riempiono a poco a poco turca la superficie precedentemente delimitata. Questi disegni sono fatti sulla terra per il buon compimento dei lavori domestici, sui muri e le te;·razze sostenute da colonne assimetriche, sugli oggetti ed anche sui visi. Dappertutto le donne disegnano e dipingono la storia sacra della loro civilizzazione. Queste immagini sono il segno ed il linguaggio del cuore popolare e sapiente: di queste opere anonime nessuna è destinata ad essere conservata. I dipinti sui muri sono subiro slavati dalla pioggia e schiariti dal sole. Quelli fatti con tanta pazienza sui grandi fo. gli posati a terra sono destinati a servire da imballag- • gio: è l'atto creatore che conta. Questi disegni sono fatti come preghiere in un momento di armonia eccezionale; di comunicazione con Dio, forse, ma anche con loro stesse e con tutta la comunità. Nancy Ruspali

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