Era passato da poco il '68 La combattività operaia dopo molti anni di dura repressione aveva ripreso respiro: la manifestazione di 100.000 metalmeccanici a Roma aveva dato un colpo serio a chi pensava ormai a un'Italia socialmente « pacificata » in nome del superiore interesse del profitto e del dominio borghese. Ma il 12 dicembre del 1969 una bomba diede il sc 5 nale di avvio a quella che venne poi chiamata strategia della tensione. Della bomba e degli attentati di prima e dopo vennero accusati i « rossi », magari nelle loro frange più deboli, i circoli anarchici. Pinelli fu suicidato, come ormai è noto anche se archiviato, Valpreda e altri anarchici finirono in g,1lera sotto l'accusa di strage. La classe operaia, la sinistra, gli antifascisti venivano puniti per avere riaperto la lotta ai padroni. Nel generale scompiglio, nella tragedia di tanti morti, nella paura di essere coinvolti « politicamente » molti non seppero rispondere a quell'offensiva. Si espressero dubbi su come la inchiesta era stata condotta, ma di fatto l'innocenza di Valpreda e di tutta la sinistra fu difesa con scarsa energia. Eppure l'istruttoria era stata condotta in modo talmente lacunoso, falso e contraddittorio, tanti erano i testimoni morti o scomparsi, che in confronto l'assassinio di Kennedy sembrava un quiz poliziesco da settimana enigmistica. Fu questa « latitanza » e questa scarsa fede innocentista che si inserl il primo libro serio di controinformazione: la Strage di Stato, primo e indicativo esempio di come si conduce una controinchiesta. Un collettivo di compagni, avvocati, giuristi, decise di far luce sugli avvenimenti, la loro -reale dinamica, le connivenze, la articolata strategia della tensione. Ne venne fuori un paphlet che non solo scagionava comp!erameme gli anarchici, ma gettava una Libri Aporteaperte La controinchiesta sul rogo di Primavalle ha trovato la sua conferma proprio nel processo concluso in questi giorni con l'assoluzione di Achille Lollo. Giaime Pintor luce illuminante sui circoli fascisti, sui loro appoggi negli apparati dello stato nei corpi separati. E si dovettero aspettare quasi quattro anni prima che, costretti non tanto dall'evidenza quanto dal mutato quadro politico, alcuni giudici riaprissero il caso di Piazza Fontana e altri ne chiarissero, mai completamente, I vera radice e le numerose ramificazioni istituzionali ed ex-istituzionali. Tutta la geniale ricostruzione della Strage di Stato fu verificata puntualmente con l'incriminazione dei fascisti Preda e Ventura, con il caso del 1\il.A.R., di Fumagalli, la rr..'.lggioranzasilenziosa di Degli Occhi, la Rosa dei Venti, il golpe Borghese, i campi paramilitari fascisti e nazisti ( valga per tutti Pian del Rascino), Miceli e le deviazioni (?) del S.I.D., l'appoggio degli industriali (Piaggio è solo uno) alla strategia della tensione. Qualcosa dunque, magistrati e polizia, avrebbero dovuto imparare. Avrebbero dovuto imparare, fra l'altro, che non tutti soon ancora disposti a tollerare indagir.: false e falsate, prove occultate, arrampicacure su specchi trasparentissimi, tentennamenti e indagini a senso unico. Anche perché la controinformazione cominciava a dare i suoi frutti. Divenne vitale, addirittura, fornirsi da parte dei movimenti democratici di sinisttja di una serie di strumenti/che controbbattessero le menzogne ufficiali, le menzogne di stato. Due libri recenti ic insegnano che molto si può fare in questo campo e che molto deve essere fatto: e perché 45 la controinformazione è soprattutto esercizio di libertà, diffusione delle idee (guarda caso sempre quelle giuste) e perché oggi nessuno può permettersi di ignorare che è in corso un attacco violento alla libertà dei singoli da parte di un potere troppe -,olte corrotto e corruttibile. Interessante quanto la Strage di Stato, per la ricchezza della documentazione, per la logica delle dimostrazioni è Primavalle: incendio a porte chiuse (Savelli-La luova sinistra - L. 1.900 pag. 284 ). Una controinchiesta e controistruttoria che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come l'accusa contro Lollo, Clavo e Grillo, fosse stata decisa a priori, solo perché si doveva trovare (dopo che i fascisti avevano ammazzato l'agente Marino a Milano) l'opposto estremismo. Il libro, più rapidamente della Strage di Stato, sta trovando la piena conferma nel processo che ormai volge alla fine e in cui appare chiara e lampante la estrene1tà dei tre di Potere Operaio e pesante invece da una parte la responsabilità degli stessi fascisti dall'altra quelle di polizia e magistratura mosse dal solo fine <li dimostrare ciò che s'era già deciso di dimostrare. Il libro è condotto con logica ferrea, mostra le accuse e le smantella naturalmente una per una, così che alla fine del fragile e mostruoso castello montato contro la sinistra, rimane solo l'angoscioso e opprimente quadro di un apparato poliziesco e giudiziario se non in malafede, certamente rozzo e incapace. Sempre nell'ambiro della controinformazione è La scienza contro i proletari ( Stampa Alternativa, collana controcultura, ed. Savelli - L. 1000 - pagg. 128). Interessante perché propone decisivi interrogativi e altrettanto decisivi mutamenti di ottica nel campo della scienza. Quale uso? Per chi? E quale ecologia, soprattutto: quella di coloro che piangono sugli orsetti Panda, o quella di chi sa che bambini, adulti, animali e piante muoiono continuamente per l'inquinamento della grande industria, per i medicinali avariati o dannosi, per i cibi alterati, per i prodotti chimici velenosi? Quale scienza: quella di chi crede che la scienza debba servire a rendere più felici gli uomini o quella di chi ne fa uso per aumentare profitti o, peggio ancora, per aumentare il proprio potere?? « E' naata la possibilità di ridurre l'uomo ad un auroma, a farne addirittura un robot che può essere governato a distanza ». Questa notizia che il libro riprende da Il Giorno dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che i rapidi sviluppi della scienza richiedono sempre più drammaticamente di sapere che della eserci razione il controllo su queste scoperte, da chi e come verranno usate. E dimostra anche muoversi in questa direzione non vuol dire fare gli « scienziati » ma anzi difenre in primo luogo la propria umanità. •
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