Muzak - anno III - n.03 - giugno 1975

Per grazia di Dio e nostra fortuna il neofascista è analfabeta. Logico, si dirà: la proprietà di linguaggio scaturisce dalla chiarezza di idee e la cultura è tale solo se sostenuta da attenzione, come prensione e recezione di realtà altre da noi, del contributo e del pensiero degli altri. Il fascismo, essendo per antonomasia esaltazione di stupidità, negazione di idee, irrazionalità che si cela dietro il mito, non può che produrre un linguaggio simile a sè. Il che, staccato come è oggi (almeno per il momento) dal sostegno organico del capitale, in un contesto sociale che ne sottolinea il carattere delirante e anacronistico, si ritorce tout-court contro i suoi esponenti-propagandisti. Persino il lettore assolutamente privo di granum salis, il demente mongoloide educato nella scuola taliana gentiliana, decisamente scisso dalla famiglia patriarcal-mammista, definitivamente nullificato dalla TV, legge una pubblicazione fascista, e scappa. « Abbonati e fai abbonare i tuoi amici - scrive con piglio degno di tempi migliori La Sfida, settimanale della « giovane destra » - darai un contributo alla divulgazione delle nostre tesi e dei nostri problemi ». Ora non si capisce perché il lettore, per quanto picchiato in testa tanto da comperare il suddetto settimanale, dovrebbe entusiasticamente provvedere a farsi carico dei « problemi », certo gravi, di quel foglio. Non ne ha già di suoi? Ché, se poi tra i problemi della rivista c'è - come certamente c'è anche quello di battere cassa presso petrolieri e zuccherieri onde ottenere contributi indispensabili per la sopravvivenza del giornaletto, non si fa che invadere un campo già ampiamente battuto da ministri e partiti vari continuamente bisognosi di versamenti su c/c. Questi ultimi potrebbero seriamente seccarsi dell'inflazione causata da postulanti alla ricerca querula di abbonamenti corredati di problemi. Ma errare è umano, come dicono i sostenitori del senatore Fanfani dimenticando che perseverare è diabolico. Ancorché sgrammatico, il linguaggio della destra rivela in realtà una profonda conoscenza della natura umana. Esso ricalca quel tipo di messaggio pubblici tario rozzo e primitivo che rifugge da sottigliezze, corteggiamenti alla lontana, tortuosità, sottili evocazioni di memorie e desideri rimossi ... (X, lo amaro per l'uomo forte, e giù una manata sul tavolo, per dire). Il linguaggio neofascista preferisle lo slogan secco, che va diritto allo stomaco come un pugno: « credere, obbedire, combattere », appunto. Le raffinatezze le lasciano alla DC. Sul Candido, per esempio, si parla così, a proposito del1'assassinio di Claudio Varalli ucciso dal fascista Braggion (pezzo non firmato): « ... una tale Marcl Matteucci ragliava in prima pagina ... Dalle parole di questo emerito farabutto degno in tu ttO e per tutto degli altri mascalzoni che gli hanno fatto eco nella redazioneletamaio del Corriere d'Informazione ... » E più avanti « Non uno di questi figli di cane (sono sempre i redattori del Corriere d'Informazione e del Corriere della Sera, ndr) ha scritto l'unica ineccepibile verità: se un branco di teppisti comunisti (etc.) non avesse aggredito in piazza Cavour un giovane che si faceva i fatti suoi, non gli avesse sprangato (? ndr) la testa, questo giovane, per un sacrosanto atto di legittima difesa (etc.) non avrebbe bucato la zucca di un aggressore » ( si intende che questo linguaggio brutale si affianca a pagine di autocommiserazione, pianti, dichiarazione di buona fede incompresa etc.: i toni convivono esattamente come Fascisti Achiilridicolo Anoi! Fra la retorica patriottarda degli e.-ni,ci Balilla, l'astio delirante del Candido e l'autocommiserazione, il fascismo è anche imbecillità e sottocultura. convivono l'Almirante parlamentare e quello che in piazza incica i suoi scagnozzi all'omicidio politico). Meno sicuro di quello del fa. scismo a cui si richiama - « Tu! camerata devi leggere questo libro », ordina un manifesto del '25 - il tono dei neofascisti trova forza e sicurezza in se stesso attraverso la volgarità pura e oscena. Incapace di rassicurare il suo pubblico, sia pure a livello meramente verbale, metafisico, emozionale, !EDEREO tf1 Raduno fascista si muove ancora sul piano del mettere paura: suscita angoscia, senza essere capace di esorcizzarla, diffonde la propria mania di persecuzione. E in questo senso si trovano punti di contatto anche col nazismo anni trenta. Sono questi gli aspetti più osceni, ma anche più noti, della comunicazione della ideologia fascista. Ma, per qu;,.nto assolutamente privo di sfumature e di articolazioni, come si è detto, nel

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