centralina con il comando di tutto il programma registrato su nastro magnetico perforato, e (paga la Carnei) due tecnici fatti venire apposta da... gli U.S.A. of course. Ci si poteva quindi aspettare qualcosa di appetibile e se non altro tecnicamente su livelli americani, ma, purtroppo o per fortuna?, niente di tutto ciò, anche sul piano tecnico-visivo è stato fatto di meglio con molti meno soldi in Italia. Gli argomenti trattati saltavano senza nessun senso logico dai campus alla creatività alternativa, dai comics ai murali, dal divismo alla droga dagli indiani e blacks alla musica e underground, il tutto accompagnato da musiche vecchie e mai legate a situazioni del movement degli anni '60. Doveva essere insomma un contributo per meglio capire dov'è e cos'è l'alrernariva americana ma è stara semplicemente 1~ rappresentazione dell'amerikanizzazione del gruppo Intermedie -O che evidentemente soffre ancora di un complesso d'inferiorità se per muovere le apparecchiature ha avuto bisogno di chiamare due tecnici made U.S.A. La cosa più interessante la si è vista la sera dell'inaugurazione della mostra, quando, presenti assessori, sociologi, psicologi e artisu van, una trentina di persone ha pensato cli farla anziché vederla questa benedetta cultura alternativa. Con strumenti a percussione e una breve azione teatrale inventata al momento hanno rotto il grigiore della serata, animandola e portando un messaggio di creatività in chiara contrapposizione ai video-rape e multivision non in quanto rali ma in quanto portatori di un di corso rutto tecnico ed elitrario che relega l'uso di questi strumenti d'intervento a pochi artisti che « si sono fatti due palle cosl » ma che hanno perso il gusto di creare per comunicare. li vol~ntino firmato « Consulta milanese cli cultura alternativa », a cui hanno aderito vari gruppi teatrali e politici, distribuito nel corso di questo « fuori programma » denuncia la gestione culturale del comune di Milano che « offre spazio e soldi ad esponenti di una cultura parassi tari a e non rappresentativa della realtà» e chiede la stessa possibilità di intervento per « le esperienze prodotte dalla alternativa cittadina, visto che quella americana è entrata nei circoli ufficiali ». Sicuramente dati i temi della mostra alla Besana l'intervento della « Con su I ta » è stato quello più centrato rispetto ad un'alternativa di vita e di espressione. Per favore pagatemdiimeno Per tutti coloro che, suonatori, menestrelli o popparoli più o meno rotali, chiedono cifre pazzesche e da capogiro. Per coloro che senza il 9 cachet (non quello per il mal di testa ... ) si rifiutano di sollevare la propria chitarra. Per tutti coloro, alternativi e compagni, che guadagnano per serata (da soli e senza strumenti) una cifra che un apprendista prende in un anno. Per quegli individui certi della loro intangibilità e tanto alternativi che credono che l'arte (cosl la chiamano, anche se poi si riduce a vendutissimi inni di squadre calcistiche neanche tanto brave), essendo un valore spirituale, vada strapagata come i tartufi in dicembre e le ostriche a capodanno. Per tutti questi raccontiamo una storia. E' la storia di Enzo del Re, musicista spontaneo, libero « battitore » della musica di protesta, con una vena satirica popolare, con la certezza che la musica serva e che, se non serve a nulla, tanto vale non farla. Non entriamo nel valore di merito di questa musica: altri potrà più agevolmente scoprire quanto del Re si inserisca nella tradizione menestrellistica, o in quella dei cantastorie. E' certo che quella che egli rappresenta, reinventa, ricuce è una cultura povera, come tale strettamente legata alle situazioni reali, alla lotta, al\a presa di coscienza, ai problemi dei poveri e degli oppressi. Non vogliamo essere populisti (questa accusa è sempre Il pronta sulla lingua dei cosiddetti « operatori culturali ») e non diremmo, quindi, che le ballate di del Re sono un fatto di rinnovamento o di nuova cultura: un ponte verso l'avvenire, verso una cultura non più merce ma di nuovo espressione e comunicazione. Cerro si è che il modo di essere musicista di Enzo è più vero, più autentico, più alternativo (se vi piace questa parola sputtanata dall'industria culturale) di chiunque altro, o di molti altri. Esiste un unico disco, Il Banditore, che Del Re si è inciso per conto suo, pagandone tutte le spese e che vende in contrassegno a 1.500 ( miilecinquecento) ( 1). E' un disco diseguale, con difetti abbastanza seri di registrazione, ma è un esperimento che ci deve far riflettere. La musica di Enzo non ha bisogno nella sua semplicità di strumentisti, e nemmeno di strumenti. Lo porrete vedere, nel corso dei suoi molti concerti in giro per l'Italia e in circuiti non tradizionali, con un semplice sgabello di legno o una sedia. Alrri strumenti: la bocca (che sa far suonare in mille modi) e la voce. Certo, il suo arsenale percussionistico non è quello di Stomu Yamash'ta, ma è impressionante lo stesso. Ma l'altra cosa impressionante· è il succitato cachet. Enzo del Re prende, indipendentemente dal luogo e dall'incasso, la paga sindacale (L. 9.500), un forfait che lui chiama per le medicine (una sorta di cassa mutua, di L. 3.000) il rimborso del viaggio di andata (quello di ritorno diviene, nella sua attività febbrile, un viaggio di andata verso un altro concerto). In un recente concerto organizzato dal Comitato Vietnam di Milano, i compagni stupiti dalla richiesta di circa 20.000 lire gliene hanno date 30.000. Lui le ha prese, poi ha versato 10.000 lire per la sottoscrizione. Ma non si creda, ciò svilirebbe la sua figura, che del Re faccia ciò per parti ro preso o per snob. Egli è integralmente questo personaggio: mangia poco, dorme dove capita, e si agita continuamente per I' [calia, assicurando la sua presenza dovunque appena appena gli sia possibile. A questo punto che dire? Che del Re è un pazzo? Forse. e certamente questo diranno i padrini della controcultura ufficiale. Ma rimane il fatto che fra i pazzi di quesra specie e i furbi di quell'altra noi, maledettamente ingenui, continuiamo a preferire i pazzi, che poi sono le uniche persone con le quali si riesce a ragionare. (I) li disco può essere richiesto a: Circoli 011obre, via Mameli, 51 - 00156 Roma.
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