Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

Unfilminsuper8 Enrico Facconi Superare il caricatore girato senza né capo né coda, su obiettivi e senza storia, penso che sia l'intenzione di tutti coloro che si rivolgono al Super 8 vedendo in esso la possibilità di esprimersi. In questa rubrica cercheremo appunto di orientare in questo senso, ovviamente il nostro primo argomento sarà la cinepresa: se l'occhio è un prolungamento esposto del cervello, la cinepresa deve diventare per chi la usa un ulteriore prolungamento di questo, quindi la sua importanza è evidentemente essenziale. Potremmo dividere le cineprese in 3 categorie: quella mediana è quella a cui deve rivolgersi il neofita. Elementi essenziali nel giudicare una cinepresa sono lo zoom (adatta nel nostro caso una ampiezza 4X l0X) e la varietà di cadenze possibili. Molto importante avere tre cadenze 18, 24 e 54 fot/ sec, quest'ultima cadenza si impiega nelle riprese al rallentatore. Secondario, ma non certo inutile, il dispositivo macrozoom per riprese ravvicinatissime. A questa categoria, diciamo media, possiamo ascrivere alcune macchine come: la Bell and Howell 1316, reperibile a 150/170.000 lire, obiettivo di luminosità 1,9 (la luminosità va per valori decrescenti) zoom 6X, un po' limitata nelle cadenze 18/54 fot/sec. La Cannon AZ 518, 180.000 lire, zoom sui 5X, anche questa a due cadenze: 18/54 fot/ sec, luminosità 1,8. Sempre della Cannon, ma più pretenziosa, la 512 XL elettronica ad alta luminosità: 1,2. E infine la Y ashica Electro CD 4, abbastanza economica per le sue prestazioni: 140 mila lire, luminosità 1,8, zoom 4X. Esiste poi una gamma di interessanti accessori; da quelli indispensabili: come impugnatura, treppiede (elimina quel fastidioso traballìo carattensuco di tante riprese Super 8), custodia, paraluce. A quelli più sofisticati, come: il treppiede di tipo più complesso (ottimo il Linhof Rekord profilato a 2 movimenti di testa). Il cam brak, dispositivo per riprese da un autoveicolo in movimento, rende solidale il complesso macchina da presa-automobile, riducendo di molto i movimenti parassiti di una ripresa manuale. Il portalampada (a lampada alogena) che si inserisce a baionetta eliminando automaticamente il filtro di conversione, usato nel super 8 per riprese a luce solare. Le lenti addizionali, da avvitarsi ali'obiettivo per diminuire la distanza minima di una ripresa e infine i filtri. Distinguiamo tra i filtri ad effetti speciali, come il Sotton per ammorbidire l'immagine (è una tecnica molto usata in fotografia) o il Cross Screen per dare brillantezza all'immagine e ancora la lente multipla e i filtri per ottenere rese cromatiche differenti. Una gamma che va dal rosa pallido all'ultravioletto. Finita questa panoramica sul ferro del mestiere alcuni chiarimenti tecnici su di esso. In particolare sullo zoom, nome che si sa spesso cosa rappresenta, ma di cui sovente si ignora il funzionamento. La caratteristica dello zoom è data dal rapporto tra la distanza focale massima e quella minima. Un esempio: uno zoom di ampiezza l0X avrà focale minima 7 e massima 70. Lo zoom è un obiettivo a focale variabile tra la massima e la minima, costituito da un sistema di lenti di cui quelle mobili determinano con il proprio movimento rispetto al gruppo fisso la focale variabile lasciando immutata la posizione dell'immagine. Ovviamente zoomando in avanti, la focale (distanza tra le lenti) aumenta e l'angolo di campo (cioè la parte dello scenario che risulta sulla pellicola) diminuisce. Zoomando all'indietro, l'oggetto si allontanerà, 88 il campo aumenterà, diminuendo invece la focale. Altro elemento importante della cinepresa è la cellula fotoelettrica. Definita in gergo EE (electric eye) questa è situata dietro l'obiettivo, da cui mediante un piccolo prisma riceve la luce che in quel momento esiste nell'ambiente esterno. A questo punto l'EE, sensibilissima alla luce, comanda l'apertura utile al diaframma, con cui è collegata, evitando cosi che la pellicola riceva più o meno luce del necessario. Il funzionamento intimo della EE è complesso, ad ogni modo si basa sulla variazione della resistenza elettrica, in funzione della luce che la investe. Chiariti questi due elementi magici della cinepresa, di cui tutti parlano sempre e forse troppo, finisco con un consiglio al principiante: agli Canon 518 Beli and Howell

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