Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

Emerson, Lake&Banco Sullo scenario suggestivo della laguna ... Veramente di laguna ne abbiamo vista ben poca: la mattina dal vaporetto e la sera camminando al teatro e ritorno mentre il tempo in mezzo veniva occupato da una siesta prolungata per ammortizzare la levataccia della mattina. Meno ancora di noi ne hanno vista i ragazzi del Banco del Mutuo Soccorso che hanno passato tutta la mattinata ad aggiustare la strumentazione per lo spettacolo del pomeriggio. I sei di Marino sono sembraci molco grati alla fortuna che li ha presi di buon occhio dopo canti anni di duro lavoro e hanno voluco ricambiare con tutta la professionalità possibile il pubblico benevolo concedendo ben tre bis. La cerimonia segnava l'entrata in vigore del contratto che il BdMS ha stipulato con la Manticore, la casa discografica di Emerson, Lake e Palmer e l'uscita del nuovo 33 per l'estero che comprende tutti brani già noti agli entusiasti del gruppo come Non Mi Rompete, L'Albero del Pane e Dopo ... Niente è pit1 lo stesso, tutti fedelmente cradocci in inglese. Luci basse per l'inizio con una traccia acustica suggerica da flauto dolce e chitarra classica e poi uno spot su Francesco Big in abito bianco completo di panciotto che si è prodotto in un recitativo da un palchetto sovrastante la scena. Lo spettacolo si è da qui in poi dipanato agevolmente culminando nel corso della serata in vari crescendo ad opera specialmente dei due Nocenzi fratelli tastieristi. Il pubblico è stato eccezionale specialmente dopo i recenti fatti occorsi per quasi tutti gli ultimi concerti: ovazioni a scena aperta continuate. Forse per quesco e forse perché Keith Emerson, ospite d'onore tra il pubblico è arrivato con un'ora buona di ritardo (sembra che avesse preso il treno per Vienna invece che per Venezia), il concerto del Banco è sembraco prolungarsi un po' oltre i limiti del prevedibile con una durata complessiva di quasi due ore. Quando abbiamo fatto notare la cosa a Vittorio Nocenzi, aurore delle musiche del gruppo, ci ha risposco nel suo accenco romano avallando la nostra tesi che con un pubblico così non avrebbero mai smesso di suonare e sono stati anzi felicissimi di offrire tutti i bis richiesti. Il BdMS continuerà per cucco aprile la tournée italiana per poi partire in un giro d'Europa col materiale del nuovo LP inglese. Il concerto era stato aperto da una nuova formazione italiana, Libra: distribuita 8 all'estero dalla Mocown (il terzo complesso dopo PFM e BdMS a firmare un contratto di distribuzione con l'estero). La band, alla prima esibizione in pubblico, è apparsa piuttosto spigliata offrendo quattro' brani dal suo LP Musica e Parole di prossima uscita in Italia registrato sia in italiano che in inglese. Strano che il cantante (e autore delle canzoni) Federico D'Andrea abbia scelto la versione inglese per presentare la sua fatica a Venezia ma evidentemente si sente più a suo agio nella musicalità di questa lingua e in realtà il suo è un gruppo che si basa un po' su un'impostazione ritmata d'impostazione lacin rock e le liriche in italiano costituiscono spesso un ostacolo per l'espressione di certi ritmi nati per una musicalità differente. La serata è terminata con la classica abboffata fra giornalisti e musicisti cui hanno fatto seguito rocchi salottieri fino verso le cinque del mattino. Ospite, oltre Mr. Emerson che si è allontanato quasi subito, David Zard in versione Grande Gatsby con un gessato grigio e un'aria contrita, si aggirava per la sala come l'ombra di Banko? Shakespeariana. Comesiu.s.a. lamultivisione C'era una volta una « controcultura » americana che viaggiava a velocità incredibile su bianchi cavalli ... ma è arrivata a Milano sulla groppa di un cammello, rovesciando immagini fisse nel tempo. Alla Besana di Milano dal 3 al 18 marzo c'è stata una mostra di « Artevideo e Multivisioni » realizzata per :onco della Carnei Award (la stessa delJe sigarette) e ospitata dal comune. Sociologi e « artisti » finanziati dalla Carnei hanno dato una rappresentazione di ciò che è l'unica vera cura alternativa: quella americana. Il lavoro più importante di tutta la mostra è stata la multivisione realizzata dal gruppo Intermedia 43, formato da Aldo Ricci, Paolo Giunchi e Gianni Lo Scalzo, ma oltre a questa c'erano anche 60 nastri video-tape di artisti americani ed europei, tutti di difficilissima interpretazione e troppo sperimentali, al punto da poterli considerare più dei giochi dei vari artisti che dei video-tapes per il pubblico. Il lavoro dell'Intermedia 43 ha voluto portare un contributo alla conoscenz;i di ciò che lo stesso Ricci considera l'unica forma autentica di cultura alternativa, cercando di trasmettere ciò che è la realtà americana. Forse è cosl, dalla multivisione tutto è uscito, ma non l'alternativa americana. In primo luogo la considerazione più immediata è l'assoluta staticità e mancanza corale di stimoli per una partecipazione che rompesse minimamente il soli co rapporto opera-pubblico, che cioè cercasse di essere « alternativo » anche nella rappresentazione del programma. Niente di tutto ci6, neanche un briciolo di fantasia e creatività. La multivisione è stata fatta unicamente in funzione di quelli che l'hanno realizzata, assorbendo e anzi spingendo al massimo tutte le nuove e vecchie tecniche visive nella ricerca di effetti spettacolari e raffinati privi di qualsiasi contenuto sia politico che culturale. Per realizzarla sono state usate circa 2.000 diapositive su 12.000, 24 proiettori carousel per la proiezione simultanea in dissolvenza, 3 proiettori per la proiezione continua di immagini fisse, e il controllo automatico mediante una

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