Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

Terzomondo Corsan I giornali per emigranti portano all'estero una visione becera e distorta dell'Italia, i giorpali italiani per giovani si inventano un'America a immagine dei loro sogni impotenti e intanto affoghiamo nella peggiore sottocultura canzonettara. Sottocultura Un campo inesplorato della psicopatologia editoriale è quello della stampa italiana all'estero. Espressione per lo più dell'emigrazione ricca del Sudamerica, di quegli emigranti che arrivati laggiù sessant'anni fa con i cargos hanno fatto fortuna con le cotolette di manzo e i dadi da brodo, sono giornali che recano testate immaginifiche, « La fiamma », « La voce d'Italia », « La rondine», « Il pensiero», mass-media di chi ora ha il sigaro in bocca e la giacca a rigoni ma ricorda un paese agrario e arretrato sul quale aleggiavano i neologismi di D'Annunzio e le odi barbare di Carducci. Sono i portavoce di una borghesia rimasta al 1910, che in Cile appoggia Pinochet e in Brasile le dittature militari e che guarda all'Italia che va al compromesso storico con la devozione acida del figlio reietto e con la nostalgia esibizionistica del proprio riscatto sociale, riscatto tanto più grottesco quanto più la storia li sconfessa, grottesco quanto la mostruosità linguistica che coltivano, fatta di una miscellanea di spagnolo, dialetto e italiano aulico. Sono i giornali per i quali la guerra è ancora « fucina di uomini », il Carso « l'agone di metalli infuocati », per i quali i confini dell'Italia non sono le Alpi ma i Carpazi, per cui, lamentandosi per la perdita dell'« italianissima » Abissinia, si consolano che « mancò la fortuna, non il coraggio », come se, invece di dichiarare una guerra, fossimo andati a sfidare Churcill a zecchinetta. E' l'irredentismo cosmico. Colombo ha scoperto l'America? E' nostra. Galileo ha scoperto i pianeti? Mandia• moci un pizzardone, fanno tutti provincia di Frosinone. Perry Mason bravo? Non avete mai sentito Cicerone. Colonialismo Analogamente, si comportano i nostri fratellini di GONG, biscottini al Plasmon, il giornale che mostra la lingua (attenzione il dott. Malombra mi comunica: orecchioni in vista). Afflitti da un complesso di inferiorità etnico, ribaltano la loro condizione aggirandosi per le tipografie masticando gomma, sognando un mondo in scarpe da ginnastica dove, sapendo la lunghezza del naso di Dylan, sei assunto all'INPS. Figli della negazione dell' « indigeni tà », nella loro ricerca di un altro nazionalismo, danno vita a un « Daily American » musicale per americani che abbiano imparato l'italiano, quelli, per intenderci, con le macchine targa AFI, che si guardano in giro schifati, chiedendosi cosa aspetta il Presidente a buttare la bomba su questa terra di zulù. Così, come per il « Corriere di Caracas » la stampella di Enrico Toti si erge luminosa più di tutte le sequoie dell'Amazzonia in fiamme, i nostri amici ci informano fedelmente sulla catastrofe pompeiana seguita all'eruzione di un pedicello di McLaughlin o sull'eclisse solare che ha annunciato il primo dentino di Grace Slick. E' noto che perché il Corriere della Sera parli del Borneo deve succedere almeno che in Papuasia un boa, inghiottiti tre gemelli, poi morti d

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