Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

the Hoople: bei giardini di fiori del male che cantano con passione compassata, suoni solleticanti, frasi musicali che 'arredano' la vostra serata, ma qua e là ...odore di dissolutezza tutta kitsch che ammicca nell'aria del disimpegno, della rivoluzione graziosa. Non ci sentiamo rivoluzionari con la coscienza a posto ma d'altro lato non possiamo prescindere da certe nostre esperienze nel dare un giudizio critico e ci rimane assai difficile apprezzare la scelta dell'impoliticità a tutti i costi. Detto per inciso non ci sono mai piaciuti i << giovanisti », coloro che fanno del conflitto fra le generazioni il loro unico punto di lotta. Qui il discorso dovrebbe allargarsi ad ?.hi gruppi e scopriremmo come sia strano che le punte di diamante di tanti fenomeni in questo ambito, di tutti diremo, hanno da tempo passato la teen age e in alcuni casi (clamoroso quello di Gary Glitter che manda al manicomio le ragazzette di quindici anni) si tratta di ultratrentenni che giocano coi sogni dei propri fratelli minori. Nel caso degli Hoople però la musicalità e la dimestichezza col media rock 'n roll fa rimpiangere in più episodi un impegno meno mondano da parte della band. Che fine ha fatto il sogno dei teenagers? Nottate al Lyceum dalle dieci di sera alle cinque del mattino cinquanta pence e tanta musica: Canned Heat, Who, Artur Brown ... e poi la mattina con una busta di latte e un pacco di biscotti al cioccolato (McVitties Digestive) a St. James Park 'seduti in un giardino inglese aspettando il sole ( ...)' e se il sole non veniva prendevamo una abbronzatura di pioggia inglese. Sono l'uomo uovo? No! tu sei l'uomo uovo, io sono il tricheco! Psichedelie ingenue e gonfie di senso del divertimento: ancora poca e niente pretenziosità. Nottate insonni per vivere la vita fino in fondo, in giro nelle albe 41 viola e verde penicillina. Sono passati degli anni dall'epoca della prima Londra patria del suono nuovo e il mercato ha ormai arraffato l'arraffabile così i giovani sono oggi in genere più preparati musicalmente ma spesso meno disposti a pensare e diventano nuovi dandys della musica ricercatissimi nella rozzezza apparente di un rock intontito e qualche volta anche graffiante. Dolce Jane ... il ritmo formato da tanti suoni semplici separati che un po' anticipa lo stile degli arrangiamenti di Lou Reed, la voce leziosamente tagliente come un rasoio su un cuscino di velluto: Mott diventa convincente, riesce a trasmetterci l'impressione di uno stile nuovo, l'odore di una nuova epoca ... anche se è chiaramente un'illusione, una costruzione fantasiosa qua e là rafforzata con la cartapesta di uno stile da teatro di posa. Il rock decadente, si sente, per i Mott è una vocazione, l'unica possibilità presente di esprimersi è portare la maschera di un autoironia dimenticata poi nel momento caldo del contatto col pubblico e che rischia di prendere il sopravvento sulla propria immagine-specchio: un giorno l'autoironia scompare del tutto per lasciare tutto il potere all'immagine artificiale e la personalità del musicista sembra sfai. darsi (vedi i dischi a solo di Mick Ronson) e la tendenza al protagonismo si propaga come un'infezione. Tutti vogliono il proprio solo e Mick Ralphs lascia il posto a Mick Ronson, già sfiancato dalla breve carriera solistica e infine anche Ian Hunter, la personalità più marcata del gruppo, decide di abbandonare gli Hoople. Lo sfaldamento oggi in seno al rock decadente riproduce in scala esasperata le situazioni nevrotizzate dell'area musicale in genere così gli anni che impiegarono i Beatles a saturarsi diventano ormai stagioni sempre più brevi per i nuovi divi. E' triste che non sia una volontà di rinnovamento a provocare questi cambiamenti continui ma piuttosto una ricerca spesso esasperata di modi di esprimersi che dà sempre più spesso risultati sterili e gli esempi sarebbero troppi. Bisogna stare però attenti a non spogliare di qualsiasi validità i tentativi più appassionati solo perché la loro vita è breve. Per gli Hoople non si può certo parlare della più grande band di rock di tutti i tempi ma il loro esperimento è stato senz'altro, non sappiamo del futuro, fatto con l'entusiasmo (un po' ghiacciato) di ricordare un'epoca che magari più che storica è nella testa di certi eredi di Oscar Wilde. Ali the young dudes ... Tutti i giovani nuovi dandies-gigolo bisessuali fantasiosamente ornamentali e inutili, dove siete col vostro culto del suicidio sociale? Vi voglio vedere, voglio parlare con voi. Danilo Moroni

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