Quante volte vi sarà capitato di pensare ad un suono ad una musica ricorrenti nel vostro cervello e, per forza di cose, da oggettivare in parole, magari in lettere scritte e chiare per un amico od altri; e quante volte a questa domanda avrete risposto inconsciamente di lasciar fare ai poveri cuccioletti del corriere dei piccoli del pop... così sia ed il nostro compito di uomini, soprattutto!, va a farsi fottere sulle belle paginette e nei pensieri dei decadenti. Il gioco va facendosi duro ed incalzante per tutti: la Musica è di tutti perché tutti la portiamo dentro di noi, ma non sappiamo esternarla il più delle volte perché non si sa tenere uno strumento in mano, e la Musica è sempre Il contrabbandata contraffatta bugiarda ignobile e ricca per la gioia di grandi e piccini. Quello del pop italiano è davvero il grande gioco della musica libera resa schiava teorizzata e messa in biblioteca, apri lo scaffale e scegli la scatola preferita ed il muzak ha successo dentro di te ed i tuoi amici ti guardano ammirati. .. Lou Reed non suona allora picchia strappa e decapita la tua immaginazione lascia il tuo cuore puro dentro un palasport di cartone ed entra nel grande gioco figliolo ci penseranno i pÒsteri e le case discografiche e la maggioranza pensante! Questo il quadro e la desolazione che ti appaiono chiari al momento di scrivere di questo o quello, dei Can poi! E l'impulso resta lo stesso, rabbioso e di anni di mandare tutto al diavolo e partire lasciando gli altri a scornarsi, mentre sono in verità la musica e l'amore che a lei porti che ti spingono a continuare, niente altro, se questo vuol dire essere più vicino a te stesso e la libertà di esprimersi. In fondo l'unico essere lihero di questo mondo è l'artista, se lo è almeno per un momento lo sarà per la vita, libero ed artista sino in fondo, prendi Jimi ad esempio ed ancora il suono ... questo dei Can poi! Guarda quanto è facile scrivere chi sono da dove vengono che cosa fanno, guarda come è facile dirti che sono sinceri non contrabbandano le loro idee ed hanno studiato con Stockhausen, guarda come è semplice lasciare immaginare anche quello che faranno, scegli invece la rua Via e segui l'intuizione ed anche la tua Musica e la loro appariranno giuste in qualche modo. Parigi novembre 1973 La prima ed unica volta in cui i Can hanno avuto rapporti umani con il sottoscritto, sotto forma di inviato « speciale » all'Olimpia e presence la critica dei vari Paul Alexandre-nini e rockfolkiani vari. Una sera in cui Damo Suzuki, un folle che ha smesso di far vibrare la sua voce con i Can a causa della moglie gelosa, era già in via per l'Oriente ed il suono del gruppo era ridotto a quattro elementi semplici e rockistici sino al midollo, belli e puri nelle linee elettroniche... Holger Czukay e baffi addosso mi squadra con aria strana, io che non ho ancora appreso il concerto di felicirà nella libertà lo guardo concentratissimo e tutto teso a capire da dove escano le note del suo basso... poi il joint lento e sacrale ed il gesto sulla cassa e sulle tastiere, ancora mi sforzo di capire. Interminabile introduzione al concerto con circa venti minuti di musica concreta, resa ad acchiappare il rock e le vibrazioni un tantino più in là, ed io cerco ancora di capire, di afferrare qualche cosa di razionale che si scampi nel cervello e non sfugga... poi le ritmiche del basso e della batteria prendono corpo insegreto e di silenzio: Michael Karoli e chitarra 38 Can:liberazione Il critico, talvolta, è coinvolto oltre il lecito nella musica che deve giudicare: è il caso di questo articolo sui Can, il gruppo tedesco cosrpico d'avanguardia, da cui il redattore è stato evidentemente scosso. E' comunque ammesso non essere d'accordo.
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