Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

Art. 222 C.P.M.P. « Il militare che percuote altro militare, se dal fatto non deriva una malattia del corpo o della mente, è punito co11 la reclusione militare fino a sei mesi ». (E' chiaro che se si tratta di un militare che colpisce un superiore il reato è di insubordinazione e la pena è ben più grave). Abbiamo riportato questi due articoli del codice per sottolineare i principi che difendono la persona e la vita del militare. Dal marzo '70 all'ottobre '72 sono 185 i militari che perdono la vita, a cui vanno aggiunti i casi di suicidio, tanto frequenti da far emanare una circolare apposita nel 7 3. Troppi sono gli esempi che dovremmo riportare. Di naja si muore nelle esercitazioni inutili e massacranti per gli ufficiali che giocano alla guerra (un triste primato lo detengono gli alpini), si muore per le epidemie di meningite e le malattie che « non esistono », per la mancanza di servizi igienici, per i controlli medici poco o niente acurati. Le inchieste aperte dagli organi competenti sono sempre « rigorose » e « segrete ». Erwin Spechtenhauser, 20 anni abitante a Bolzano, cameriere del Circolo Ufficiali, 4 mesi di isolamento nella vita di caserma, reso terribile dal fatto che parlava solo il tedesco, a pulire gabinetti e piatti, dopo due mesi di permessi rifiutati, non si congederà con noi. .. alcuni compagni l'anno trovato cadavere nei gabinetti del circolo alle sette della mattina del 15. Aveva usato per impiccarsi il filo della lucidatrice ». (Da una lettera a « Se la patria chiama » Febbraio '74). La disciplina « Io da voi voglio tre cose: ordine, disciplina e scattare come molle di fronte ai comandi. La mia compagnia si deve distinguere per l'alto militarismo che mostrerà. Quindi ripeto che agli ordini si scatta senza chiedersi se sono giusti o sbagliati o ponendosi altri problemi di sorta. Il vostro unico dovere sotto le armi ora e sempre è esclusivamente di obbedire ». E' il discorso tipo che ogni capitano che si rispetti tiene almeno una volta alle reclute. L'essenza della disciplina militare sta nella subordinazione completa e nella cieca obbedienza. « Art. 173 ». Il militare che rifiuta, omette o ritarda di obbedire a un ordine attinente al servizio o alla disciplina intimatogli da un superiore è punito con la reclusione militare fino a un anno». « La disciplina deve diventare un'abitudine che, conservata dal cittadino al suo ritorno alla vita civile informi sempre la sua condotta al sentimento dell'ordine della solidarietà, del dovere ». (Art. 5 del regolamento di disciplina). Esiste una fioritura incredibile di articoli, paragrafi, opuscoli sul « modo di comportamento corretto » che il soldato deve tenere dentro e 24 fuori la casermmaa. Sono regole di vita ormai completamente fuori dalla logica a cui si è abituati nella vita civile. Per tutti valga un esempio accaduto nel febbraio '74 a Piacenza. « ... reduce da una licenza di convalescenza e vessato da continui e gravosi servizi( lo artigliere si lamentava di ciò presso l'ufficiale di giornata e veniva per questo punito. Portato all'esasperazione reagiva lanciando il basco verso il superiore; ci6 provocava l'intervento di un secondo ufficiale, a questo punto il militare, in piena crisi di nervi reagiva con uno schiaffo». Rischia fino a 5 anni di reclusione. Conclusione Le testimonianze raccolte non sono che una minima parte, i temi tratati non sono completi. Manca tutto ciò che riguarda i corpi speciali (Parà Lagunari ecc.) la repressione religiosa (Messe e

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