Muzak - anno III - n.02 - maggio 1975

tari che questi sforzi produssero nelle comuni a sfondo rurale ecologico; e altrove parleremo delle proposte di una tecnologia alternativa, sempre viste in funzione dell'autonomia economica. Ora, come in un omaggio, vorrei ricordare i pionieri di dieci anni fa che per mesi hanno preferito leggere alla luce del kerosene piuttosto che servirsi della luce elettrica e rendersi complici dell'inquinamento dell'aria provocaro dai generatori di energia elettrica studiati dal Sistema. Uno dei problemi centrali di quegli anni, tra quelle minoranze seccessioniste, fu proprio quello di trovare fonti di energia elettrica non inquinanti. I pionieri del disinquinamento trovarono nelle biblioteche manuali ingialliti di ditte (come la Le-Jay) che negli Anni Venti avevano prodotto mulini a vento, nei cimiteri dei macchinari trovarono vecchie, arrugginite ruote Pelton ad acqua, nelle tradizioni non scritte studiarono il modo di sfruttare il metano contenuto nel concime animale per azionare generatori elettrici; ma soprattutto si impegnarono a produrre elettricità sfruttando l'energia solare direttamente, su basi puramente ecologiche, immagazzinandola sia per scaldare l'acqua sia per scaldare le case. La prima comune a procurarsi il 75% del riscaldamento necessario con un generatore di energia prodotta direttamente dal sole fu Drop City, fondata il 3 maggio 1963 nei dintorni di Trinidad in Colorado da un gruppo di artisti, scrittori e designers che volevano sperimentare l'uso delle cupole geodesiche di Buckminster Fuller (delle quali perle remo altrove). Fu un successo imprevisto e per molti imprevedibile, confortaro da antichi tentativi (forse conosciuti, forse sconosciuti dai nuovi sperimentatori): i primi tentativi di riscaldamento solare risalgono, credo, al 1949, quando Maria Telkes e Eleanor Raymond progettarono la Casa di Dover, nella quale l'energia solare veniva assorbita da una vasta zona di lastre di metallo annerito coperte da doppie lastre di vetro, il calore veniva trasportate dall'aria che circolava tra le lastre di metallo e veniva immagazzinato chimicamente in grandi serbatoi dai quali l'aria calda veniva sospinta da un ventilatore. Un progetto successivo fo quello del 1959 di Harry E. Thomason che nella sua casa di Washington coprì il· tetro con uno strato di materiale isolante, coprendolo a sua voita di lastre annerite di alluminio ondulato e coprendo poi queste di uno spesso strato di vetro. Il calore veniva trasportato dal tetto mediante acqua corrente (incanalata nelle ondulazioni dell'alluminio e raccolta nella cantina) e convogliata in grandi bidoni pieni di pietre dai quali un ventilatore lo sospingeva in forma di aria calda in tutta la casa. Sono due esempi. Si potrebbe parlare del progetto dell'architetro francese Jacques Miche!, che ideò un muro di cemento coperto da un doppio strato di vetro sul fianco della casa: di giorno l'aria entra tra la parete e il vetro, si alza via via che è scaldata dal sole e rientra in casa, mentre di notte la superficie interna della parete irradia nella stanza il calore immagazzinaro durante il giorno. Si potrebbe parlare degli esperimenti fatti nel Massachusetts con un forno solare, dove un grande numero di specchi puntati sul sole hanno provocato una temperatura di 5000 gradi centigradi sufficiente a fondere l'acciaio. Si potrebbe parlare del forno solare di Monr Louis, in Francia, dove è srara prodona una fonte di energia di 75 Kilowatts. Si potrebbe parlare delle lenti Fresncl usate nelle ricerche dell'Università dell'Arizona per convogliare la luce solare in un tubo d'acciaio e di lì pomparla in un centro di immagazzinaggio. Si potrebbe parlare degli esperimenti di Aden B. Meinel e Marjorie P. Meinel, due scienziati dell'Università dell'Arizona che usando il sistema delle lenti Fresnel hano calcolato di poter costruire un centro di energia solare di 1000 megawatt. Si potrebbe parlare di Peter E. Glaser e della sua ditta Arthur D. Lirtle, col suo progetro di mettere in orbita sopra l'Equarore un pannello di cellule solari di 7 chilometri quadrati, la cui energia si potrebbe trasformare in radiazioni di microonde orientare sulla terra. Si potrebbe parlare della casa di Rickmanswonh progettata nel 1956 da Ed Curtis, diventata un modello britannico; si potrebbe parlare della casa di Milton Keynes in Inghilterra o delle case sui Pirenei, dove dal 1956 il

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