Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

Contrappunti aifatti I negri d'Italia Il recente scoppio del casoaborto (anzi: della tematicaaborto) ha riproposto con forza il problema del movimento in Italia e delle battaglie per i diritti civili. Un movimento non preformato e dunque non un partito o un gruppo, ma capace di formarsi e di lottare volta per volta su problemi sostanziali, di riscatto degli oppressi, di liberazione reale, di preparazione a una società più giusta. Un movimento pero, anche se eterogeneo, non generico, una lotta che individua sempre il nemico e la qualità vera dell'oppressione. Un movimento e una lotta che mettono ogni volta in luce che esistono anche in Italia, anche da noi, nel « civile » paese della tolleranza e del sole, i negri: essi hanno nome pazzi, carcerati, emarginati, donne, giovani, omosessuali. Dei negri che però hanno la pelle bianca e che dunque sono apparentemente meno identificabili. Ma in questo sta la forza del movimento: esso li identifica, li sorregge, li rende protagonisti della loro liberazione. E' stato interessante ed esaltante, in questi giorni, seguire le manifestazioni e i comizi abortisti: si vedevano le donne gestire in proprio la questione, e attuare, attraverso la pratica di autodenuncia una delle forme di lotta più imbarazzanti per il sistema repressivo: si può arrestare Spadaccia e Adele Faccio, ma è ben difficile arrestare le migliaia di persone, donne e uomini, che 8 si sono autodenunciate spontaneamente. Ma non arrestarle è reato: omissione d'atti d'ufficio! Ecco un sintomo della novità di queste lotte e del loro non essere subordinate, non aspettare mediazioni ad alto livello, non essere gestite in modo paternalistico e, alla lunga, inefficace e improduttivo. I diritti civili, la difesa delle minoranze. Due argomenti che ci hanno fatto, anni fa, invidiare nuovamente la grande America. E come allora in America il movement univa alla difesa delle minoranze un'analisi impietosa della piccola borghesia puritana e fascista, e un'analisi economica che individuava nel bisogno di mano d'opera supersfruttata l'apartheid razzista, così oggi in Italia il movimento deve saper risalire alle ragioni politiche ed economiche della sopravvivenza della legislazione fascista. Perché anche se oggi se ne parla, viene spesso dimenticato che il nostro codice penale è ancora quello del fascismo, e che l'aborto è punito non con motivazioni cattoliche ma in difesa della razza e in nome della politica demografica del fascismo mussoliniano. Cosi come sempre in nome del codice fa. scista vengono puniti i reati di vilipendio (chiaramente anticostituzionali), molti reati di istigazione, il reato di plagio (formula con la quale si può agevolmente perseguire l'omosessualità, altrimenti non configurata come reato) e via incriminando. Su queste scadenze, sulla riforma del diritto di famiglia, sul voto ai diciottenni, sulla riforma della Rai, il movimento sarà chiamato a pronunciarsi nei prossimi mesi. Su queste battaglie i negri d'Italia dimostreranno s1.1llascorta della vittoria del 12 Maggio di non essere pronti a tornare, miti e rassegnati, nei ghetti che si chiamano casa, manicomi, carcere, scuola, dandes tini tà, in cui la reazione cerca di ricacciarli e i falsi avanguardisti sperano che rimangano per continuare a « difenderli >>, a compatirli e dunque a sopravvivere. Giaime Pintor

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==