Ciboperlamente Trattorie, ristoranti, club e self service vegetariani e macrobiotici sono all'ordine del giorno in tutta Europa ormai. Londra straripa di iniziative del genere e un pubblico foltissimo accorre ogni sera a consumare i prodotti genuini della terra finalmente senza additivi e coloranti, spesso noncurante del sapore delle sbobbe somministrate. Iniziative del genere hanno naturalmente cominciato a svilupparsi qui da noi ma forse per un proverbiale amore nazionale per la buona cucina oltre la scelta dei prodotti ci sembra qui anche curata quella dei sapori. Il concetto è che la dieta macrobiotica o vegetariana farà pure tanto bene ma se applicata troppo strettamente disgusta subito ammazzando le migliori intenzioni dell'intossicato da fertilizzanti desideroso di redimersi. Proprio tenendo presente questo assunto sono nati ultimamente a Roma due « ristoranti » dove è possibile consumare un pasto alternativo al tipico «pastasciutta e bistecca » spendendo poco, mangiando cibi cresciuti senza fertilizzanti chimici e resi appetitosi nei limiti di una dieta rigorosa senza essere spartana. Uno a via della Lungara, il Pan, l'altro, Seme e Foglia, a Campo de' Fiori: i due alternativi romani si trovano un po' nel triangolo della cucina tradizionale romana a base di pastasciutta e braciole a scottadito. Il Pan - via della Lungara, 41 Impostato e organizzato da Paolo e Paola con uno statuto da club privato offre tutti i giorni piatti nuovi, dedotti e parzialmente improvvisati da nuove ricette vegetariane raccolte da libri e tramandate dalla cultura contadina di cucinare appetitosamente i cosidetti « cibi poveri ». Si paga 1500 lire a pasto (più una tessera annuale di 500 lire) con cqi si ha diritto ad un piatto unico vegetariano, la frutta ed il tè base da pasto Bancha. Con poche centinaia di lire extra si può bere dell'ottimo vino di campagna (lesi, S. Giovese) o succhi organici 52 fatti su richiesta e ma giare torte genuine. Ambiente amichevole. Seme e Foglia - Campo de' Fiori ( riconoscibile per una porta verde dipinta a fiori) Diretto e organizzato da Luigi, Betta, Diana. A differenza del Pan questo è un ristorante macrobiotico dove però sono ammesse delle eccezioni come il bicchiere di vino a pasto, genuino anche questo (anche se loro tentano di convincerti discretamente che il vino fa male). Diana, la cuoca; ha imparato a cucinare durante le sue permanenze in Oriente: cucina originale quindi rielaborata da un palato nostrano. Si paga anche qui 1500 lire (più la tessera annuale ARCI) con cui si ha diritto ad un antipasto di tartine macrobiotiche, una zuppa o riso integrale, uno sformato di verdura, dolce o macedonia e naturalmente il tè chiaro da pasto in abbondanza. Chi ha molta fame può richiedere (senza abusare) il bis. D.M.
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