Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

uscita ricca di ritmi africaneggianti e poco santaniani, in qualche modo particolari, e per un certo senso di ingenuità, di lepidezza delle composizioni. Qui il suono è divenuto professionistico e routinesco, comunque le armonie si sono placate enormemente, divenendo circolari ed inutili come una song di Perry Como ... e si tratta del miglior al... Lucifer's Friend: Banquet (Vertigo) M. B. Serietà: non ci capiamo nulla, non comprendiamo soprattutto perché la casa distributrice italiana si ostini a pubblicare questa roba ... grossa big band pseudo rock jazzistica, almeno nell'organico, demodéé quanto basta per galvanizzare il cervello a paillettes dei decadenti angloitaliani, Lucifer's Friend è una formazione tedesca fi. glia degenere, in qualche modo, dei Wallenstein e dei Joy Unlimited ma con restrizioni cervicali, molto, molto maggiori. Captain Beefheart: Blue jeans and moon beans (Virgin) M. B. Quando si parla per la prima volta di una band magica e pazza, filiazione quasi diretta della Invention zappiana, andava di corsa concretizzandosi il mito di Captain Beefheart, suo allucinato creatore. Ed il mito, ché di leggenda impropriamente si è parlato a lungo, riusciva con il passare del tempo a mostrare quale fosse il reale contenuto del suono da cui traeva origine: il blues più sporco e dissacrante che mai abbia visto luce. Ad anni di distanza quest'espressione circolare ed in troversa, forse ricca di simbolismi che sempre, purtroppo, ci sfuggiranno, è divenuta levigata e concreta, pur conservando l'idea e l'impeto nello smuovere le note, nel dar loro consistenza rabbiosa ed iconoclasta ... Bluejeans e Moonbeans è un altro capitolo della narrazione beefheartiana, ormai intimamente e completamente legata alla personalità del primo protagonista, venuti ormai a mancare Zoot Rollo Homo, Antennae Jimmy Semens, Rockette Morton, Maskara Snake ... e con loro il « Dachau Blues » infernale, « Elia Guru », « Moonlight in Vermont» che hanno flippato migliaia di sprovveduti. E qui sono presenti ancora piccoli gioielli... « Bluejeans e Moonbeans » e « Same Old Blues » su tutti. Love: Real to real (RSO) M. B. L'ennesima inutile ricostituzione di un centro d'energia spompato; musica piatta ed informale, fatta giusto per riesumare un mito del passato ... Da Capo e simili cose sono coperti da uno strato di inutile durezza, una volta ogni tanto riappare la lucidità. In fondo, fra tutti i capitoli riaperti a forza una nota, almeno, di sincerità e di dritta modestia. M. R. 45 Gritty Dirt Band: Will the circle be unbroken (U.A.) Country suonato con vera convinzione e si sente. Anche se non ci sono proposte che fanno saltare per ari~, il feeling è presente in ogni riga, l'album triplo urla alla miseria ma bisogna sentirlo da un amico magari con una birra davanti o due perché certe cose fanno star bene e basta. Will the Circle ... è una di quelle, e Ride on, cavalca il suono... M. R. Mick Ronson: Play don't worry (RCA) Stimato chitarrista dell'oltretomba . decadente » inglese il Ronson di quest'occasione è vicino al suo maestro David Bowie e ne condivide tristezze e dolori musicali, proprio per giustificarsi davanti all'ultima generazione di esaltati inglesini. Lo strumentista c'è e si vede nella tecnica solida e discorsiva, nella vo:e e nel timbro di una chitarra che non riesce a toccarti se non epidermicamente ... storie da dimenticare in fretta se si ha voglia di luce, favolette per bambini impazienti e golosi di un po' di avanspettacolo (ed un grazie anche a Claudio Baglioni). Don Mc Lean Homeless Brother United Artists M. R. Le ultime notizie dirette che avevamo avuto di Mc Lean erano state a Londra dopo un suo disastroso concerto. In quell'occasione i critici lo avevano insultato affermando che pretendeva di tenere l'attenzione del pubblico con insulsi piagnistei poetici mal corrisposti dalla veste musiraie che gli aveva architettato intorno. Che Mc Lean abbia attraversato un periodo di crisi dopo il travolgente successo di American Pie non è più un segreto per nessuno ma in questo album ha evidentemente trovato un momento di calma per confezionare un prodotto. Come dice la nota al disco esso è stato realizzato in un tempo a cavallo tra il passato e il futuro: non è quindi una continuazione del discorso di American Pie e non rappresenta nemmeno il nuovo approdo di Don. Da queste premesse si potrebbe facilmente arrivare alla conclusione di un album nè carne nè pesce ma non è nemmeno cosi. In realtà i momenti ispirazione non mancano come nell'accattivante ballata The Legend of Andrew Mc Crew e anche se il livello non è proprio strepitoso il risultato finale è una atmosfera di distensione rilassante. A parte l'assassinio evidente di ·Crying in the Chapel perpetrato col solo aiuto di un coro vocale l'insieme è accettabile e può essere fruito come musica d'ascolto o di sottofondo a fitte chiacchiera te nel cuore della notte ... D.M. Bob Dylan Blood on The Tracks CBS La CBS può andare orgogliosa per essere riuscita a riaccaparrarsi Bob Dylan che dopo un album decoroso con la Asyum ritorna in pieno

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