Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

Comunicazione visiva comeserviziosociale Nella comunicazione v1S1va, quando si parla di grafica, ci si riferisce quasi sempre alla grafica pubblicitaria, cioè al messaggio visivo concepito in funzione della vendita di un prodotto. li grafico è quindi collocato tra coloro che stimolano attraverso la propria creat1v1tà l'acquisto di un bene di consumo. In realtà l'opera del grafico abbraccia un vasto settore, la comunicazione visiva, molto più ampio di quello strettamente pubblicitano Chi è il grafico? qual'è la sua professione ancora cosl sconosciuta? che funzione ha attualmente e quale potrebbe avere nella società? Il grafico o graphic designer è un « creativo » con una preparazione molto vasta per quanto riguarda le strutture tecniche che concorrono alla progettazione e alla realizzazione di un messaggio visivo. La sua funzione nella società è condizionata alla realtà politica del paese in cui opera. Nei paesi a capitalismo avanzato la committenza è quasi esclusivamente di tipo pubblicitario, di conseguenza il rapporto del grafico con il fruitore risulterà mediato dalla logica del profitto e il suo intervento di comunicatore v1s1vo diviene un'intervento di « persuasore » visivo con le conseguenze che tutti conosciamo a livello di « linguaggio » pubblicitario cosl caro agli art director e ai copy d'agenzia, che sembra siano pagati per trasformare una corretta comunicazione v1s1va in un « carosello » di assurde idiozie. Perché, dicono, è questo ciò che vuole il pubblico. Ma in realtà il fruitore non « chiede » mai ciò che gli viene propinato e l'attuale degenerazione della comunicazione visiva pubblicitaria imperante nei mass media, primo fra tutti la Televisione, rispecchia solo ed esclusivamente l' intervento negativo operato da anni dalla maggioranza delle agenzie pubblicitarie. Va detto che non tutti gli interventi a Livello di grafica pubblicitaria sono di questo tipo. Esistono, fortunata38 mente, esempi di comunicazione v1S1va pubblicitaria estremamente corretta e ad altissimo livello qualitativo. E' comunque evidente che operare in pubblicità con chiarezza e correttezza significa già una precisa scelta ideologica. In questa civiltà dell'immagine la figura del creativo grafico non è più la vecchia figura del cartellonista che « inventava » immagini accoppiandole a prodotti da vendere. Oggi è innegabile che il tipo di comunicazione e il linguaggio adoperato a livello visivo e a livello parlato influiscono positivamente o negativamente anche sul comportamento sociale di un individuo. Questa consapevolezza, la consapevolezza del proprio ruolo nella società, propone oggi al grafico una chiarificazione della propria professione a livello politico. La « neutralità » di questa professione, tante volte citata a giustificazione del propno operato, pone il grafico in una pos1Z1onedi qualunquismo. Qual'è la speranza progettuale del grafico? Il riscatto della sua professione si avrà quando la sua opera diventerà parte organica della società, contribuendo al suo miglioramento. Quando il grafico potrà dedicarsi a campagne di interesse sociale, al teatro, al cinema, alla grafica politica; quando potrà occuparsi della comunicazione visiva per la scuola (preparazione e coordinamento per i libri di testo, audiovisivi, giochi didattici); quando potrà disegnare la segnaletica per gli ospedali, per la scuola, per gli aeroporti, per la città; e ancora editoria, musica, immagine coordinata per congressi, manifestazioni, ecc. Queste sono soltanto alcune delle possibilità di intervento di un grafico in una società diversa, dove la comunicazione visiva sia riportata finalmente alla sua originale funzione di servizio sociale. Ettore Vitale

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