15 ottobre 1973: s1 inaugura fra la grande generale curiosità il Centro femminista « La Maddalena » nome deliziosamente ironico, ma preso dalla vicina omonima strada; si trova nel cuore di Roma a Piazza Campo Marzio ed è composta di vari vani tutti comunicanti fra loro da movimentate scalette e passaggini: in una di queste stanze c'è la redazione del mensile «EFFE», in un'altra una libreria fornita di tutto ciò che è stato scritto dalle donne e sulle donne, compreso introvabili riviste underground italiane e straniere, in un'altra anco_ra, un po' più grande, varia nelle sue curve e cavità c'è un teatro. Questo, della Maddalena, è l'unico teatro femminista che c'è in Italia. I tre gruppi sono autonomi ma si riuniscono spesso, per deliberare azioni in comune, varare dichiarazioni, manifesti ecc., in assemblee affollate, concitate, allegre vivacissime, dalle quali sono severamente esclusi gli uomini. Una sera un poverino di sesso maschile si affacci6 nella sala durante una di queste riunioni e con una espressione candida e innocente disse: « cosa fate cosl tutte sole solette? volete compagnia? » « Noi sole?, sbottò, una, siamo in tante! sei tu solo soletto come un coglione! » lmpallidl e fuggl. Per lui, senza di lui, eravamo niente. Poveri uomini, ogni sera alla Maddalena Teatro c'è un festino imbandito per loro: in ogni spettacolo si enumerano e si denunciano i loro difetti, i loro sbagli, le loro ingiustizie verso la donna, a cominciare da dio e il suo Momento creativo!!! E' la risposta femminista a 2000 anni di cultura misogina. Durante le assemblee vengono letti i testi proposti, e approvati a maggioranza. Spesso sono testi scritti collettivamente, spesso la regia è di gruppo: sono testimonianze in prima persona, sono canzoni, vengono affrontati sul piccolo palcoscenico ''Siampiii dellametà" :.'.·, ~-•••:." .• \ .• -· 36 i Grandi Temi sulla condizione della donna e spesso, dopo, segue un dibattito che trova sempre una grande partecipazione di donne e uomini, a preferenza, giovani che intervengono vivacemente e attivamente, confermando quello che è lo slogan femminista: « Il nostro privato è il nostro politico ». Il Teatro « La Maddalena» si è esibito anche nelle borgate e nelle piazze, è andato a trovare le donne sui loro posti di lavoro, fuori degli uffici, dei grandi magazzini, è andato nelle strade e nei mercati; in questo anno due volte: per 1'8 marzo con uno spettacolo sul lavoro femminile e con il « Teatro del NO » in occasione del referendum. Fra le manifestazioni divorziste, questo « Teatro del NO » è stata certamente quella più vivace e sentita; fatta da un gruppo di femministe con la regia di Scilla Finetti e Laura Di Nola la rappresentazione era piena di comunicatività e coinvolgeva emotivamente ma anche razionalmente il pubblico femminile. Parecchi pomeriggi sono stati dedicati ai bambini con « Biancaneve chi la beve? » e « Lo sciopero dei giocattoli ». In ordine cronologico: si inaugura dunque con « Mara, Maria, Marianna », il primo spettacolo nasce dalla vita vissuta di alcune donne, la siciliana, la baraccata romana, la donna sterile vessata da un marito viriloide che esige un figlio, la ragazza madre, la proletaria che diventa una compagna ma trova ugualmente difficoltà a risolvere i problemi con il suo uomo sempre condizionato anche se compagno, dal ruolo maschile; testi raccolti da varie scrittrici, regia di Marida Boggio. Segue « Eguaglianza e Libertà » di Annabella Cerliani; è la storia di due sorelle, figlie di un operaio socialista, bambine nel 1922: storia del fascismo e dopo-fascismo nella condizione della donna italiana, siglata dalle canzoni,
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