Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

fanfara dei soliti militari impalmati sotto i riflettori della televisione, ma una trasmissione da lotteria di capodanno in costume, di raro pregio e di raro effetto. Si tratta, non c'è dubbio, di un momento importante per la Rai, ma anche per l'esercito italiano rappresentato questa volta dai soldati che vanno sempre al trotto o in bicicletta. Una rivoluzione nella storia radiotelevisiva di viale Mazzini. • Fino ad oggi il militare era stato sempre trattato con quel distacco e quella deferenza che si usano, giustamente, per una divisa a cui si concede un ossequioso rispetto, anche tenendo conto che rappresenta pur sempre la patria. Questo militare appariva quasi sempre con l'occhio avvilito e il volto stanco di uno costretto a fare una militanza che gli ruba gli anni migliori della vita. E gli ascoltatori se ne accorgevano. I trombettieri che sono apparsi recentemente sul teleschermo avevano invece l'occhio vispo, il volto sorridente, il dente biricchino, la gioia di vivere si, ma anche di servire la patria. Gli ascoltatori non avevano mai visto tanta gioia di vivere nel volto di tutti gli altri corpi militari. Non che gli altri corpi pon la servono la patria, ma la servono, non c'è dubbio, con meno gioia e lucentezza. Sarà stato l'effetto delle luci e dei riflettori della televisione, ma le piume non erano le solite piume nere di gallina padovana o di gallo cedrone. Erano infilate, è vero, un po' alla rinfusa, su quei capellini da prete sghembi, ma lambivano il collo, le spalle e baciavano il volto dei soldatini con tale grazie e voluttà, come diceva la canzonetta (e, se non è irriverente l'accostamento, un po' di sesso) da lasciare quasi senza respiro. Stupenda poi l'interpretazione del soldato Cleto che ha intonato « Piume baciatemi » con tale dolcezza e virile passione che gli occhi 33 dei parenti e invitati in studio, anziani e antichi commilitoni di Enrico Toti e del caporal maggiore Mussolini, si sono riempiti di lacrime. Sembrava un bambino, ma un bambino, come dicevano le parole delle canzoni, che va a immolarsi e può morire per la patria da un momento all'altro. Gli ascoltatori che hanno visto i bersaglieri sono tutti d'accordo nel dire che mai avevano assistito in televisione ad uno spettacolo più allegro e giovanile, nella sua commovente intensità da prima linea. Una trasmissione di rara qualità canora che poteva far pensare ad uno spettacolo di beneficenza, però in stile moderno, delle dame della crocerossa e delle madame di san Vincenzo in alta tenuta con la medaglia del marito sul petto, durante la prima guerra mondiale negli ospedali da campo nelle retrovie del Montello e del monte Grappa. Sergio Saviane

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