Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

l'industria del rock, e della musica in generale, vuole i suoi figlioli... si ascolti « Soundtrack recording from the film Jimi », l'unico passo, in cui forse il sistema sia riuscito a mantenere intatta la figura del chitarrista senza manometterne i circuiti musicali ed umani, narrazione quindi vivace e pulita della storia hendrixiana, nel percorrere le strade di « Hear My Train A-Coming » eseguita acusticamente ... c'è chi ha detto che ]imi non era in grado di esprimersi all'acustica altrettanto pienamente che all'elettrica ed il fuoco esce anche da queste note semplici, fluide, ricche di quel sapore semplice e piano che dal blues e dall'essere nero deriva, ma che la vita « colored » sia l'espressione stessa di Jimi lasciamola alle sue parole ed alla sua carne, a bruciare, a sciogliersi dentro di noi come acidi che vagheggiano di etere e terra. La carne Rainbow Bridge ... indica Jimi con un gesto voglio essere lontano da quella città vecchia e sola e poi muove la lingua, senti il mio treno che sta arrivando, masturba la chitarra e se la mette fra le gambe, l'amore non è violento ed è l'unico mezzo per esprimersi, forse la prima possibilità di comunicazione tra esseri che abbiano in sé prima dell'anima il corpo, ed in ciò non far parte del gioco quotidiano del karma che ti esalta e ti umilia, del gioco di tutti i giorni che ti spinge a lavorare e soffrire, ad amare e godere in modo innaturale, tutto quell'essere conscio che in fondo non è realtà, semplice trasposizione razionale (ed in ciò sporca e perfida) di quello che di buono c'è in noi... mentre Jimi è allo scoperto ad ogni passo e non inganna chi lo ascolta, nel sorriso anche amaro, nella bocca, negli occhi è noi stessi portati a mille, è « In From The Storm » come ogni passo della nostra vita quando è la armonia del sistema a dirti quello che hai da fare, a fregarti ad ogni passo, ad indurti verso la tale strada ... pensate a quanto il gioco è falso, in realtà Hendrix lo ha mostrato con uno strumento in fondo semplice, lineare e logico come la chitarra mentre il suo del sistema va in frantumi e l'armonia della vita e della terra torna a vivere e Mitch Mitchell sorride e Billy Cox lavora il suo basso con amore filiale per Jimi ed in Jimi, mentre è la gente di Rainbow Bridge ad intonare l'OM della vita e della morte, della salute e di quello che non comprendiamo come logico e fonte di vita: la morte che in Jimi ha dato la vita, la morte che è un semplice transfert di passaggio tra uno stato di realtà subcosciente e quella cosciente... pensate alla morte di ]imi come ad una fonte di vita, cui abbeverarsi senza tema di essere smentiti dall'amico o dalla donna, senza la paura di quello che penserà la gente giudicandoci pazzi, senza il terrore dell'inconscio e dell'ignoto, perché da essi, in Jimi, nascono la conoscenza e la consapevolezza di non conoscere, nascono il sapere e la certezza di essere nulla, come in una Foxy Lady ripetuta allo spasimo, a lacerare carne e cervello sino in fondo e scoprire la dimensione umana di Jimi forse è facile, fa parte del gioco della morte: della vita. Guardare ... Guardare alle cose... Forse tutto lì. Purple Haze è nel nostro orecchio, e Jimi chiede ancora scusa per questo suono sporco ed irriverente, perché le sue frasi abbiamo giustizia nella storia, perché il suono non sia sepolto con lui, in mezzo alla gente, per la gente, per amore e per la vita. Purple Haze, nebbia intorno ai miei occhi, aiutami, scusa, bacia il cielo, aiutami. .. Vivi! Maurizio Baiata Mauro Radice Mario Schifano 26

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