si andava convincendo che lo showbiz lo aveva incanalato insieme ai suoi Experience in una sorta di routine per cui avrebbe continuato ad essere per sempre il fenomeno che suonava la chitarra coi denti. Sulla scia delle nuove esperienze e in reazione all'immagine che di lui aveva fermato il pubblico Jimi cominciò a diventare più introspettivo e quando il suo nuovo album Electric Ladyland venne fuori sembro a molti un'esagerazione senza senso nell'autocompiacimento del virtuosismo puro. In realtà la musica cominciava ad acquistare una scioltezza nuova insieme ai progressi tecnici sullo strumento che diventava ::mimatodurante le esecuzioni. La chitarra era un semplice strumento prima che Jimi la imbracciasse: da quel momento in poi essa era un prolungamento della sua personalità e la tecnica pure prodigiosa era sempre nulla di fronte al potere emozionale dell'interpretazione. Come in uno stato di semiincoscienza la sua mente sembrava trasmettere alle dica e alla gola i colori e la profondità delle proprie impressioni più intime. Il riflettore si spostava dalla sua persona fisica sulla sua anima le cui attitudini tutte venivano prese in scrupolosa considerazione, dall 'esalrazione della creatività stimolata chimicamente alla delusione infantile del risveglio freddo. Proprio questo suo mettersi fisicamente in secondo piano a tutto vantaggio delle immagini musicali non piacque troppo al pubblico che meno maturo voleva ancora vederlo scatenarsi selvaggiamente. « La cosa che mi da veramente fastidio » diceva Jimi « è che la gente si aspetta da me troppe cose visuali. Io non ho mai voluto essere uno spettacolo visivo fino a questo punto ». La pittura sonora Zappa ha altre volte parlato di film per le orecchie: nel caso di Hendrix si potrebbe parlare di « quadri sonori ». In lui non hanno eccessiva importanza i personaggi con le loro azioni ma piuttosto la descrizione del paesaggio sensoriale che corrisponde a ciascuno di essi. Come amava nel suo tempo libero studiare la natura i~- corno a sé e dipingerne i contorni così la sua musica è il frutto di una esplorazione accurata di sé attraverso la conoscienza amorosa dello strumento tecnico. La sensualicà che traspare da ogni frase non è casuale ma è il segno di un amore vero e più forte della propria vita. Il suo nuovo scopo era di scavalcare l'immagine che il pubblico si era fatta di lui e sostituir la con le immagini di cielo e terra che avrebbe lui stesso dipinto con le sue note. Voleva che il pubblico si appoggiasse allo schienale cogli occhi chiusi e seguisse mentalmente quanto accadeva senza preoccuparsi dei movimenti fisici che avvenivano contemporaneamente sul palco. Il suo ultimo progetto fu quello di creare uno spettacolo audiovisivo per film ed orchestra: Jimi era stanco di suonare e voleva che altri suonassero la musica che lui aveva scritto ancora una volta mettendo la musica davanti al mito di sé. E' inutile pensare a quello che avrebbe facto se non fosse morto: forse avrebbe trovato un equilibrio o forse sarebbe diventato lo spettro di un'era sorpassata ... Il 18 settembre 1970 si trovò coinvolto in una storia di morte tragica e accidentale anche se aveva già spesso considerato la necessità paradossale di morire perché il mondo si accorgesse veramente di quanto valeva. « E' buffo » aveva detto una volta « come quasi tutti amino la morte. Una volta morto sei pronto per la vita. Devi morire prima che la gente creda che tu valga qualcosa ». Danilo Moroni
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