Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

dizionale queste cose belle ed apparentemente pure; se cioè non sia servita semplicemente come rilancio per una cultura non cultura che andava tragicamente avvizzendo, o se viceversa sia stata la chiara dimostrazione di come il sistema, nelle sue spire, sappia mangiare il fegato già roso degli artisti più liberi, magari con la promessa di un pezzo di pane che mai si era visto. Ed ancora: , la gente, se ha compreso la musica di « Tubular Bells » perché non viene influenzata da David Bedford, perché acquista Oldfield assieme a Klaus Sdmltze (che con l'inglese ha un bel niente da dividere) cioè acquista Soft Machine (gli ultimi) come scatolette di latte condensato, di musica messa in barattolo, davanti alle porte di massaie e studenti, di imprenditori e di freaks, di medici e di operai... la gente viene ancora una volta violentata ... la gente apre gli occhi. E l'indagine sociologica dei fatti, detta fin qui, la lasciamo perdere. Piuttosto un'ultima considerazione, questa di carattere più specificamente tecnico, riguarda i mezzi per arrivare a questo tipo di affermazione: ci sembra che la Virgin abbia saputo cogliere in Tubular proprio il vantaggio del!'apparecchiatura perfezionata, lo sfruttamento completo del mezzo tecnico di avanguardia (ed in fondo il linguaggio elettroacustico non è che ai primi passi) giusto per fornire il combustibile necessario alla farraginosa macchina del rock come fusione di matrici musicali diverse, un rock che necessitava di una patina sicura ed incisiva di bellezza e di eleganza, proprio quanto era stato fatto in precedenza dai Pink Floyd e, poco più avanti, dai King Crimson delle prime espressioni. Ecco allora la nuova musica elettronica per il popolo ... eccone le contraddizioni, ecco l'opera, piacevole quanto si vuole, ma creata in laboratorio e, in quanto parte artificiale di una mente altamente tecnicizzata, priva in ultima analisi della forma libera, disinibitrice ed affascinante della musica delle libere vibrazioni. L'alternativa inglese, tra forme di innata purezza (jazz e suono di Canterbury ad esempio) coglieva a questo punto il magnetismo della produzione tedesca, ed il fenomeno dell'elettroacustica subirà in ciò un salto quantitativo notevole ... inizierà la procesione verso i « cosmi intergalattici »: come dire che tutti sono bravi e puri, come dire che gli inglesi, per l'ennesima volta sanno farsi prendere in giro, con molto humour. La Germania d'oltre Manica La Virgin ha scelto i nomi più significativi dell'ultima produzione elettroacustica europea, in particolare tedesca, dando a questi il mezzo tecnico per un'affermazione su larga, o più estesa scala 19 e soprattutto l'ambiente lavorativo più giusto. La scelta degli uffici di Portobello Road ed il castello di Manor, adibito questo a studi di registrazioni, a centro di raccolta di materiale, a luogo di incontro, di scambio tra gli artisti sono fra i caratteri da cui dipende la politica produttiva della etichetta: ritrovarsi al Manor, fumare, vivere in comune, respirare assieme a cani e bambini mentre si lavora è qualcosa di ispirazione westcoastiana (le comune dei Jefferson e dei Grateful ad esempio) e propriamente tedesca (Amon Duul ed 0hr), ma più propriamente è la scelta precisa di una regola di vita nella quale l'artista, il complesso, il manager ed il promoter sono a contatto di gomito con i tecnici, le segretarie, i presunti dirigenti (giovanissimi)... ed in ciò si ha forse qualcosa di rivoluzionario. Accanto a questa struttura organizzativa, il materiale umano è rappresentato dall'incontro delle « controculture » musicali inglesi, francesi e tedesche, nei nomi guida di Oldfield, Wyatt, Bedford, Coxhill ed il jazz londinese, Gong « da un'altra parte », Faust, Tangerine Dream, Klaus Schultze ancora ... insomma il meglio di quanto si va esprimendo al di là del '70 in Europa, e nel senso preciso di una consapevolezza artistica che può e deve prescindere dagli sporchi giochi con le case discografiche, dalle leggi di interesse e di commercio della musica popolare in generale. La scelta è stata accurata: si è iniziato con i Faust, gli iconoclasti del suono elettronico ed alla Zappa, gli artisti forse più strani, più difficilmente etichettabili dell'ultima Germania. La cronaca parla di un'ambiguità politica ormai divenuta storica, il gruppo apparentemente filonazista costituisce un pericolo per sé e per gli altri dinanzi al pubblico (notizie queste non confermate ndr.), resta intatto di loro il suono spesso, pesante ed eccitante di ogni passaggio: « Faust Tapes » e « Faust IV·», assieme al bellissimo « Tony Conrad With Faust » inciso per la appendice Caroline della Virgin. Sono queste le testimonianze più immediate di una musicalità multiforme: la prevalenza schiacciante della pazzia sulla melodia lineare, ed una musica apertamente elettroacustica, nelle idee, nel disegno, nell'applicazione musicale. Nota: i Faust incidono per quasi tre anni per la Polydor anglo-tedesca e ne ottengono l'ombra più assoluta, per quanto le loro prime due uscite fossero stupende. La Virgin li immette sul mercato giocando la difficile carta del!'offerta speciale: gli albums sono in commercio a circa una sterlina al pubblico... una musica disastrosamente irrazionale entra in classifica in Inghilterra e resa a lungo nelle charts dei settimanali specializzati. Chi credette fino in fondo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==