Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

D. Perché non fai dei con• certi a Roma visto che sei qui? R. Ci sono problemi di or• ganizzazione; ci hanno chie• sto di suonare, ma il tutto si è svolto in maniera confusa; ognuno ci ha detto una cosa diversa. D. Il tuo ultimo disco « Where have I known you before » è molto ricco di idee stimolanti, ed è senz'al. tro un passo avanti rispetto a tutto quello che hai fatto pri• ma. Come vedi questo lavoro in prospettiva? R. Prima di tutto devo dire che « Where ... » risale alla scorsa estate e che tre setti• mane fa abbiamo registrato un nuovo album, con la stes• sa formazione ma ancora di• verso. Il nuovo album uscirà tra pochissimo in America e io lo preferisco al prece• dente. Quando scriviamo la musica e la mettiamo insieme, non pensiamo molto alle note, ma piuttosto a quello che sentia• mo emotivamente. Vogliamo essere sicuri che la musica comunichi con la gente. Comporre musica è molto fa. cile, oggi ci sono molti com• positori che fanno musica facilmente; quello che mi in• teressa è comunicare con la gente. E questo mi riesce grazie alla stabilità che c'è ora nel gruppo ( « Return to fore,ver »). Per questo non voglio smettere di suonare con loro. Per quello che vo• gliamo fare è una composi• zione molto giusta per riu• scire a comunicare in questo momento. D. Cosa pensi del rapidissi• mo sviluppo delle tastiere e• lettriche, che pur essendo strumenti relativamente nuo• vi, sembrano già essere ac• quisiti come se fossero più antichi di quello che real• mente sono? R. Il sintetizzatore viene suo• nato da dieci anni, e gran parte della sperimentazione è stata fatta, ma il primo passo è sempre tecnico. Do• po, qualcuno cerca di urna• nizzare questi strumenti. E' così anche per gli altri a• spetti della scienza. La prima cosa che viene fatta è la bom• ba atomica. Ma questo non è difficile. Il difficile è !'al• tra faccia del problema e cioè umanizzare questi strumenti. Il difficile, con il sintetiz. zatore, è ottenere gli stessi risultati che si possono ave• re con uno strumento acu• stico. D. Per te è lo stesso ora? R. E' una cosa nuova. Io suono il piano acustico da vent'anni e non mi è diffi. cile esprimermi con questo. Le tastiere elettriche le co• nosco da pochi anni e ho ancora bisogno di molto stu· dio per esprimermi ai mas• simi livelli. Comunque non sono molto interessato alla sperimentazione tecnica. Se imparo qualcosa la voglio usare subito. D. Ti interessa il modo di suonare di Sun Ra? R. No. Mi piace lan Ham• mer. E ci sono dei tastieristi che suonano gli strumenti elettronici in modo intelli• gente anche in alcuni gruppi rock; Keith Emerson per esempio. D. In questo momento riesci ad avere un buon rapporto col pubblico americano? R. L'America è il posto più facile. E' molto più difficile in Europa ed in Giappone. Il pubblico americano capi• sce molto velocemente le CO· se nuove. I giovani, special• mente; ma è normale che i giovani, e questo avviene in tutto il mondo, capiscano le nuove cose della cultura me• glio degli altri. D. Come ti sembrò il concer· to di Milano dello scorso anno? R. E' stato buono. Pazzo. Era parecchio tempo che non facevano concerti a Milano e venne molta più gente di quella che poteva entrare. Così quelli che rimasero fuo. ri si arrabbiarono e comin• ciarono a rompere tutto. Ma la gente che era dentro reagì molto bene al concerto. D. Nel disco « Hymn of the seventh galaxy » c'era un pezzo chiamato appunto CO· sl. In « Where ... » c'è un pezzo chiamato « Beyond the seventh galaxy ». Questa 14 Intervistacon ChickCorea

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