tro il fagocitamento bianco esercitato dal cool jazz californiano: forse la proposta dello hardbop iniziò il 29 aprile 1954 con la registrazione di W alkin', polemico sia perché riprendeva la forma dei blues negri dopo le complessità sinfoniche di stampo europeo praticate dai compositori bianchi del cool jazz, sia perché già nel titolo riproponeva il mondo folkloristico negro, con l'uso consapevole del dialetto inteso ormai come manifestazione di orgoglio nazionalistico. Non c'è dubbio che lo hardbop come rivolta dei musicisti negri andò di pari passo col Movimento di Liberazione d'America, in quel primo momento ancora riformista quale lo aveva proposto la non violenza di Martin Luther King (il cui boicottaggio degli autobus avvenne infatti nel 1956) o ancora teso nell'estremo tentativo di integrazionismo scolastico (gli avvenimenti di Little Rock ebbero luogo nel 1957); ma and6 anche di pari passo con le varie rivolte che avvennero in Africa per l'abolizione del colonialismo, e infatti in molti titoli di musiche negre di America, dal 1954 in poi, cominciarono a comparire sempre più frequenti gli accenni alle rivolte africane. Mentre alcuni titoli si concentravano su veri e propri temi africani, in un filone forse iniziato dalla composizione Airegin, o, letta al contrario, Nigeria, del sassofonista Sonny Rollins, che poté incidere il disco per l'aiuto di Miles Davis e fu considerato con Davis e Coltrane un leader simbolo dello hard/funky/soul jazz, altri si concentravano su temi afroamericani (esperienze religiose o orgogliosi manifesti razziali o riferimenti alla storia negra d'America o panegirici dei leaders della liberazione negra), fino a entrare nel proselitismo politico: nel Fire Music di Archie Shepp la canzone « Malcom Malcom - Semper Malcom » non è soltanto una delle prime commemorazioni musicali del leader asassinato ma è la dimostrazione che almeno una parte della musica afro-americana, o jazz che sia, a un certo momento è diventata una vera e propria estensione del movimento nazionalista negro. Il canale del nazionalismo musicale negro si andò precisando all'inizio degli Anni Sessanta preludendo alla radicalizzazione politica con temi e proposte sempre più intrecciati alla rivoluzione: il disco di Max Roach e di sua moglie Abbey Lincoln The Freedom Now, inciso nel 1961, diede nome nel 1964 al partito negro nazionalista Freedom, scatenando se ce ne fosse stato bisogno l'aggressione dell'opinione pubblica al « razzismo alla rovescia » sia del musicista sia del partito. Non c'è dubbio che la connessione tra il nazionalismo negro della musica e della letteratura con quello dei ghetti negri creato dalla Nazione di Islam (enorme prima della scissione tra Malcom X e Elijah Muhammad), diventò anche più stretta, dopo l'assassinio di Malcom X con la costituzione per le elezioni 1964 del partito Freedom Now solo per negri e poco dopo con la diffusione delle Pantere Nere. Non è a caso che le Pantere Nere nacquero leggendo una poesia di rivolta: tra la élite dei musicisti (come degli scrittori) negri e la vasta comunità negra c'è sempre stato un rapporto spesso ignoto invece alle varie élites culturali o economiche bianche nei riguardi delle loro comunità. Anche il precorritore bebop, che per tutta la durata della guerra e nell'immediato dopoguerra rimase underground si accentò intorno al Blues di Parker Now's the Time. E' venuto il momento, connesso coi problemi sociali del momento. Now's the Time veniva ascoltato più o meno mentre i lavoratori afroamericani organizzavano una marcia su Washington per raggiungere negli impieghi la parità di diritti coi bianchi, o mentre avevano luogo le sommosse di Harlem e di Detroit o mentre nelle caserme si protestava sempre più violentemente contro la discriminazione Jim Crow, e cosl via; e dunque voleva significare che era venuto il momento di abolire razzismo, discriminazione, segregazione, oppressione. La protesta underground del bebop, contemporanea per intenderci alla protesta precontestataria di Allen Ginsberg e Jack Kerouac, venne soffocata dal Cool Jazz, che però venne soppiantato attraverso Miles Davis dallo hard bop e subito dopo dal funk/ soul movement, che a sua volta fece da punto di partenza ai musicisti del nazionalismo negro in senso poli, tico; e via via che la musica negra sall da underground sulla superficie, sall upground, diventò sempre più chiaro che allo stesso modo che i vecchi blues erano serviti a diramare da una piantagione all'altra, da un campo di lavoro all'altro, la voce della protesta e della speranza degli schiavi, la nuova musica non si limitava a divulgare la creatività negra ma si faceva veicolo di una protesta sempre più dura. Quando la nuova musica tentò di definire il jazz, ripeté l'antico credo che è nato dall'oppressione e dalla schiavitù, ma ne dedusse che dunque si rivolge alla liberazione non soltanto dei negri ma di tutti i popoli; e per esempio prese posizione contro la guerra in Vietnam e a favore della Rivoluzione di Cuba. Fernanda Pivano
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