Muzak - anno III - n.01 - aprile 1975

Innanzi tutto è bene parlare di quanto avveniva in Italia più in generale. L'accrescersi dell'interesse per la musica popolare, interesse tutto economico e di calcolo politico, provocava strani e repentini cambiamenti nello geografia dei cantanti e musicisti italiani. Mentre la « cucina rustica », gli abiti contadineschi, l'aneddotica e le ambientazioni letterarie agresti diventano merce preziosa e nuova italica cultura cominciando la Berti e la Cinguetti a cantare canzoni di cui neppure conoscono il significato, molti fra gli operatori della ricerca e della genuina riproposta della musica popolare sono costretti a dure scelte: alcuni vengono irretiti dalle allettanti proposte del nuovo mercato, altri si chiudono in dignitoso ma sterile silenzio o si affogano nei ricordi mentre altri ancora continuano, con difficoltà sempre crescenti, per la loro strada. In questo periodo il nostro gruppo vive una storia tutta sua: dall'incontro con alcuni vecchi amici che nel frattempo hanno sviluppato esperienze diverse nasce una nuova formazione e accanto ai tradizionali strumenti compaiono basso e chitarre elettriche, sassofoni e batteria. Per prima cosa si attacca uno studio intensivo delle forme e i modi che il Canzoniere nella sua prima esperienza aveva acquisito adattandole alle sonorità dei nuovi strumenti. Le esperienze di quelli di noi che vengono dal jazz e dal rock servono come nuovi modi di interpretazione mentre ritmi e armonie restano quelli originali. Si sviluppa moltissimo l'improvvisazione. La musica che ne scaturisce non è una versione in chiave rock-jazz di temi popolari, ma piuttosto una nuova musica tutta basata sulla reinvenzione su schemi tradizionali. Passare da un gruppo di quattro persone a uno di sette in un anno cosl difficile per gli operatori della musica da ascolto ha certamente aumentato le difficoltà del gruppo (dagli inizi il C.d.L. si è mosso sul piano professionale). Tuttavia anche l'attività del nuovo Canzoniere del Lazio è stata in tensa: siamo tornati nei vecchi posti, nelle feste di piazza, nei teatri di città e l'impatto è stato positivo: anzi un nuovo pubblico si è aggiunto a quello già nostro, un pubblico fatto di gente come noi interessata al discorso musicale oltre che a quello politico. In situazioni come il festival di Re Nudo a Milano, nelle scuole dove abbiamo tenuto concerti, ci siamo sentiti dentro una musica attuale e nostra. Perché in fondo nonostante le varie etichette che molti ci hanno voluto asse11:nare.auello che 11 facciamo è in sostanza molto semplice, almeno negli intenti. Come il rock nasce dal blues e il blues dai canti di lavoro del proletariato nero americano, sviluppando le tradizionali forme musicali rispetto al modo nuovo di lottare, cosl si propone di fare la nostra musica, non pretendendo di essere altro che un contributo allo sviluppo di nuovi modi di comunicazione e di vita collettivi verso una liberazione totale dai bisogni e dai ruoli. Non ci va affatto di diventare nuovi simboli o oggetti di consumo, magari rivoluzionari, e non ci troviamo più a nostro agio in dimensioni di oceaniche adunate, tipo l'ultimo concerto al Palasport di Roma per il voto a 18 anni, dove è del tutto impossibile qualsiasi momento non isterico di comunicazione. Vogliamo suonare molto ma in situazioni dove chi suona e chi ascolta si riconosce, fa musica insieme, trasmette esperienze. Come nelle feste di paese dove chi suona non è artista per missione divina, ma serve per stare insieme, per ballare e rinsaldare i vincoli affettivi della comunità. Francesco Giannattasio Piccola biografia del C.D.L. Nasce - Primavera 1972: Piero Brega (voce e chitarra); Francesco Giannattasio (voce, organetto e percussioni); Sara Modigliani (voce, flauto); Carlo Siliotto (voce, chitarra e violino). In questo periodo il C.d.L. svolge una certa attività con il Nuovo Canzoniere Italiano e assieme partecipano a rassegne, spettacoli collettivi e festivals. Nell'Inverno '73 insieme a Giovanna Marini, Elena Morandi, Gianni Nebbiosi e alcuni componenti di Alberomotore danno vita allo spettacolo « Fare musica». Le felici repliche dello spettacolo rafforzano quelli del Canzoniere nel proposito di tentare una fusione con altri modi musicali. Nasce una nuova formazione per l'album Lassa Sta' La Me Creatura e agli originali componenti meno Sara Modigliani si aggiungono: Pasquale Minieri (chitarra elettrica e basso); Luigi Cinque (sax tenore, soprano e clarino); Gianni Nebbiosi (sax soprano e clarinetto); Giorgio Vivaldi (percussioni). La formazione attuale è la stessa ma senza Nebbiosi e con Pietro Avallone alle percussioni. Discografia Quanno nascesti tune - Dischi del sole - DS 1030/32 Lassa sta la me creatura Intingo - Ital 1400:

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