conflitto presente nella società a tutti i livelli; da quello elementare del rapporto padre-figlio a quello più complesso dei contenuti politici. E' un conflitto che esiste anche tra gli stessi musicisti che spesso sostengono a tal punto la loro verità, in senso musicale da negare a priori le altre ». Basterebbe invece un po' di lucidità di analisi per accorgersi che è fin troppo scontato che il nuovo venga osteggiato e che questo è successo al 'free jazz' come, a suo tempo, successe al 'bebop'. Biriaco - « Purtroppo si tende a rifugiarsi in un mondo di certezze nel quale si rifiuta la novità artistica perché spesso arriva a mettere in discussione non solo certe idee ma addirittura un modello di vita ». Tommaso - « Il conflitto, comunque, è nell'ordine delle cose e può essere anche stimolante, così come può esserlo l'aggressività di chi, invece, propone delle cose nuove. Del resto anche all'interno del gruppo c'è stato un freno inibitorio, in alcuni casi, che ha volte è stato sopraffatto dall'entusiasmo, a volte è servito come uno strumento di verifica sull'esperienza che avevano intrapreso ». Un altro importante argomento da affrontare è l'aspetto discografico dell'esperienza del Perigeo. Esistono vari pericoli, infatti, per un gruppo di musica progressiva. Da un lato rischia l'isolamento se si affida a metodi di diffusione a carattere artigianale; dall'altro, ed è il caso del Perigeo, rischia di essere totalmente trascurato se non addirittura sabotato, dalla stessa grossa casa discografica che produce e distribuisce i suoi dischi. E in effetti questa è stata la sorte dei primi due dischi <lei Perigeo, ovviamente trascurati dalla RCA, che invece spendeva tutte le sue possibilità propagandistiche per i vari Baglioni, Patty Pravo ecc .... Biriaco - « Bisogna dire che per i primi due dischi c'è stata la totale assenza di qualsiasi tipo di promozione che deriva da una diffidenza di fondo nei nostri confronti da parte della RCA. Ora questo atteggiamento è nettamente cambiato e la RCA ci sta appoggiando moltissimo sia a livello promozionale, sia a livello distributivo ». Tommaso - « Il fatto è che noi non crediamo alla gestione artigianale del prodotto discografico e crediamo, che una musica valida, diventi tanto più importante quanto più è diffusa. Anche se ci rendiamo conto che normalmente le grandi case discografiche non hanno, malgrado la ricchezza di mezzi, gli strumenti adatti per la diffusione di musica qualificata. L'importante è restare se stessi, continuando onestamente il proprio discorso, anche se inseriti nei consueti canali del consurpismo di massa "· D'Andrea - « L'importante è rimanere consa- • pevoli di certe regole del sistema, altrimenti si viene schiacciati e estraniati nelle varie forme di schizofrenia o comunq4e di isolamento». A questo punto si arriva cop.sequenzialmente al vostro modo di intendere i rapporti tra musica e politica. Biriaco - « Sono cose che, evidentemente, si rimandano l'una all'altra, perché nelle scelte musicali è già implicito un certo modo di pensare. E la musica rispecchiando la personalità del musicista esprime anche, implicitamente la sua ideologia, il suo mpdo di vedere la vita ».. Infatti si possono dire delle cose importanti politicamente anche senza una precisa dichiarazione programmatica. Così çome paradossalmente Coltrane può aver contribuito maggiormente alla costruzione di un nuovo modo di pensare di altri che invece lo fanno in maniera più aperta e dichiarata. Tommaso - « In un certo senso la musica è il linguaggio delle cose non dette e può far capire molte cose anche senza dirle in maniera esplicita ». Gino Castaldo (Foto: Piero Togni) 59
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