Muzak - anno II - n.13 - novembre 1974

La figura di Gasparazzo, immigrato meridionale, è da tempo uscita dalla pura agitazione politica per porsi come campione di un modo nuovo di fare fumetti in Italia. Gasparazzo è un operaio del sud immigrato a Torino: la sua esperienza è quella quotidiana e concreta del lavoro, della lotta, dei problemi familiari, della visione pratica e della critica spietata delle istituzioni, dei miti, della borghesia. Nulla, dunque, della raffinata filosofia dei Peanuts ma nemmeno della critica feroce ma « oggettiva » di Chiappori. Gasparazzo: già il nome, dispregiativo dalle oscene ri- •me è un capovolgimento di valori, un'ottica nuova che vede nel diseredato il riscattatore, che « dribbla » felicemente e ironicamente il senso stesso delle parole. Un personaggio dalla dimensione dilatatissima, tanto da assumere un vero ~~ proprio ruolo corale. Ma non solo nell'essere, Gasparazzo, emblema, simbolo della classe operaia, quanto proprio all'interno del fumetto di essere sempre « portavoce » di un coro di cui si avverte la presenza. Già visivamente Gasparazzo è spesso, nelle trattative con i padroni o nelle manifestazioni di piazza, circondato da mille teste di compagni: egli però spicca fra tutti a simboleggiare non già preminenza ma omogeneità, grande blocco, grandi masse combattenti. Spesso ancora la strip cominciata dal singolo personaggio termina invece con visioni d'insieme: moltiplicare è la rabbia e la voglia di reagire. In questo senso, credo, Gasparazzo è molto più •che spicciola agitazione e diviene modello: un modellp di come enunciare grandi cose usando mezzi immediati e incisivi un modello di bravura e genialtà messe al servzio di una causa. E Zamarin questo lo ha dimostrato nei fatti: è morto, quasi due anni fa, mentre andava con la automobile a portare le copie di Lotta Continua al nord. Il suo impegno era cioè militante e non settario, non chiuso nella logica dell'intellettuale. G.P. COMICS ITALIAN

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