Muzak - anno II - n.13 - novembre 1974

(~ __ ,_ .. _,_,. __ ) DIARIO DI UN PAZZO Di Giorgio Bandini da un racconto di Gogol. Regia di Gioroio Bandini. Scene e costumi di arioM Zonta e Paola Bevio/- ni. Musiche di Vittorio Gelmetti. Interprete unico: Flavio Bucai. Teatro Belli. Roma. Giorgic Sandini e Flavio Succi, rispettivamente regista e interpnete, non sono stati i primi e non saranno gli ultimi a soggiacere alla tentazione di portare su un palcoscenico questo ~pler1dido racconto di Gogol. Specialmente per un attore quale gratificazione maggiore può darsi dell'intrattenere per un'ora e passa il pubblico intenpretando un personaggio che lascia spazio alla più ampia gamma imma.ginabi,le di finezze mattatoriali? E Flavio Succi è bravo dawero. Della folle creatura di Gogol ci res!ltuisce tutte le sfumature, daMe frustazioni di infima rotella di un mastodontico apparato burocratico, ai sogni d'amore, ali' inestinguibile solitudine e bravamente ci ,porta per mano fino all'allucinazione finale in cui Il .pazzo si orede re di Spagna, questa strana Spagna In cui Il sovrano è sottoposto a bastoG1aturee doccfe gelate, questa $paigna che si chiama manicomio. E su Succi niente da dire. Forse allora a Sandini (ma come si fa a di,stinguere regista e intenprete in questo tfpo di spettacoli?) rivolgeriemo la critica di essersi a tratti dlmentlcato del suo autore e cioè di quel Gogol che quando ::crisse per il teatro scrisse quel pamphlet da far restar secchi una 38 dozzina di zar che è Il Revisore e non Un tram che si chiama Desiderio. Il che per dire che si poteva graffiare un po' di più e sor•volare sulle pause incantate con Succi che guarda il vuoto e ;,ochi romantici accordi di sottofondo. Uno spettacolo comunque da vedere. Giovanni Lombardo Radice SORELLE D'ITALIA Satira in due tempi scritta e diretta da Riccardo Reim. Scene di Patrizia Vita. Costumi di Federico Wirne. Ricerche musicali di Gino Cagna e Riccardo Reim. Interpreti: Gino Cagna, Federico Wirne, Giancarlo Bison, Nicola D'Eremo. Compagnia San Carlo di Roma. Teatro Tordinona. Felici incontri sotto le volte dei teatrini sperimentali. Ad esempio quello tra Riccardo Reim, giovanissimo autore-attore~regista, fedelissimo di Dacia Maraini (e cogliamo l'occasione per segnalare la prossima apiparizione in libreria delle sue commedie, edite da Savelli) e la compagnia che fa capo al baritono inglese Aspinall, un ragaz.zo inglese che da anni e con talento prende in giro il mondo dell'opera lirica. Galeotto in questo caso l'ospitale teatro La Comunità dove nella scorsa stagione Reim presentava una commedia delta Mareaini e Aspinall una Norma sui generis. E cosi mentre Riccar do pensa già alla prossima commedia di Dacia e Asponall a un Rigoletto che dovrebbe andare in scena a febbraio ecco Sorelle d'Italia, sapida antologia, tra sketches e canzonette, di figure femminili da1 Risorgimel'lto al fascismo. Gli elementi del disrorso, percarità, non è che siano nuovi. Aigrettes sul petti villosi degli interpreti tutti maschi, fru fru di gonne su gambe legnose, un occhio a Paolo Poli e uno a Madame aurice. E dopotutto la ,presa in giro di questo benedetto Risorgimento che ha angosciato l'infanzia di noi tutti è operazione sempre meritoria (non manca mai, d'altra par!e, il !~cista capitato per sbaglio che si alza e inveisce), ma non molto diHlc'le. Il talento graffiante di Relm e la bravura degli intenpreti assicurano comunque un'ora da passare piacevolmente. Giovanni Lombardo Radice SCHWEYK NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Bertolt Brecht. Regia di Egisto Marcucci. Scene e costumi di Emanuele Luzzatti. Musiche di Hans Eisler. Interpreti principali: Marcello Bartoli (Schweyk), Bob Marchese (Baloun), Armando Spadaro, Rita Savagnone. Gruppo della Rocca. Roma, Teatro Quirino. Non sonpréndetevi. E' vero che è la prima vo:ta che su Muzak appare la recensione di uno spettacolo non sperimentale. Ma un motivo c'è. Sono andato a vedere questo Schwe ad una replica destinata alle scuole e di fronte al teatro piel).o di ragazzi tra i quattordici e i vent'anni mi sono chiesto quanti lettori effettivi o potenziali di Muzak ci fossero fra quel pubblico. Molti probabilmente. I giovani ritornano a frequentare il teatro anche ufficiale. E allora perché limitarsi alle cantine q1).llndo tra queste e gli spettacoli digestivi del Sistina ci sono una miriade di pro::,oste estremamente interessanti e valide come questo spettacolo del gruppo della Rocca? Scri'.to durante l'esilio america- .10 Schweyk nella seconda guerra mondiale (derivato dal romanzo di Hasek) è da un lato uno degli esempi più tipici, nella sua struttura scarna di pamphlet, del teatro didascalico brechtiano mentre dall"altro i tocchi poetici che animano la macchietta del piccolo prototipo dell'uomo comune, questo Schweyk che usa la sua tessera di perfetto idiota come arma difensiva in un mondo gremHo di crudeli fantocci, evitano a questa commedia il rischio di cadere nel troppo semplice, il che accade nel finale quando Schwey distrugge la marionetta Hitler tra le nevi della tragica ritirata di Russia. Ma nel 1943, quando fu scritta la commedia, sarebbe stato difficile ;>roporre un fi~afe diverso. Il regista Marcu::i riesce a fondere perfettamente I t_oni epici scopertamente sa!irici scegliendo la strada della semplicità massima e della lucidità interpretativa coadiuvato brillantemente da tutti gli attori e specialmente da un bravissimo Marcello Sar::ilucci che disegna uno Schweyk indimenticabile e vario :apace di racchiudere in se la storia df una gran fetta di umanità, quella che comprende i deboli, gli umili, le vittime della storia. Giovanni Lombardo Radice

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